⚠️In questo capitolo Aliya spiegherà a Tristen da dove deriva il suo cattivo rapporto con il cibo. Raccomando di leggere con responsabilità a chi è particolarmente sensibile alla tematica.
Andomyar si svela davanti a me proprio come nei disegni che sfogliavo nella biblioteca del palazzo. Tuttavia, questa volta non sono immagini intrappolate tra le pagine ingiallite: il vento tagliente, che nei libri immaginavo, mi accarezza davvero le guance, mentre il brusio lontano e il profumo di mare si mescolano nell'aria. Le strade, incorniciate da mosaici di vetro colorato, riflettono la luce del sole che si frammenta in mille arcobaleni sulle piazze, riempiendo lo spazio di un'eleganza quasi irreale. Le abitazioni si stringono l'una accanto all'altra, slanciate verso l'alto, con finestre ampie che sembrano accogliere ogni raggio di sole. Piccole botteghe costeggiano le vie principali, adornate da campane a vento che risuonano dolcemente con ogni soffio di brezza. Eppure, al di là di questa facciata luminosa, le crepe sono evidenti. Andomyar indossa una maschera, quella che mio padre le ha imposto per celare la povertà dietro un'illusione di ordine e prosperità. Le persone che incrocio non portano la stessa vivacità dei mosaici sotto i loro piedi: i loro abiti, spesso logori e rattoppati, tradiscono una quotidianità di privazioni. In molti non hanno nemmeno un mantello per ripararsi dal vento freddo, e camminano con lo sguardo basso, come schiacciati dal peso di qualcosa che non si può dire. Attraversiamo una via secondaria, dove uomini accasciati a terra stringono bottiglie vuote con dita tremanti, i loro sguardi persi nei muri screpolati. Più avanti, una madre trascina il figlio verso una strada più trafficata, evitando con cura quella scena. I mercati, che dovrebbero essere il cuore pulsante della città, sono pieni di bancarelle con merce scarsa e povera, mentre gli acquirenti contrattano con disperazione, cercando di risparmiare anche il più piccolo dogier. Questa città, con le sue luci e i suoi colori, non è altro che un miraggio: sotto il sole che illumina i mosaici, la verità resta nascosta nelle ombre delle sue strade.
«Era così anche la prima volta che sei venuto qui?» chiedo a Niel mentre un ragazzino ci supera correndo dopo aver rubato delle mele da uno dei banchi.
«No, per niente. Gli abitanti sprizzavano gioia da tutti i pori, e il mercato aveva talmente tanti banchi da occupare l'intera piazza. Ci tenevo tanto a venire qui con te, mi dispiace che tu debba vedere Andomyar in questo stato.» La sua voce è piena di amarezza mentre appoggia una mano sulla mia spalla, un gesto gentile che, però, non riesce a confortarmi del tutto. Sa quanto mi logora vedere il mio regno sgretolarsi lentamente. Sa quanto mi tormenta la consapevolezza che tutto questo sia, in parte, colpa mia. Per diciotto anni ho sopportato in silenzio l'impotenza davanti ai miei genitori, accettando il ruolo di spettatrice passiva delle loro decisioni. Ma ora, osservando queste persone, la rabbia ribolle dentro di me. Mi stringe il petto il pensiero che, come erede al trono, io dovrei essere il loro scudo, la loro speranza. Dopo mio padre e mia madre, il regno sarà nelle mie mani, e vorrei disperatamente che a nessuno mancasse mai nulla. Eppure, una voce sottile e crudele si insinua nei miei pensieri: dopo anni di sofferenze, queste persone riuscirebbero a fidarsi di me? Riuscirebbero a vedermi come qualcuno di diverso dai miei genitori? Stringo i pugni così forte che le unghie si conficcano nella pelle, cercando di placare la marea di emozioni che minaccia di travolgermi. Vorrei agire subito, cambiare le cose ora, ma l'impotenza resta un'ombra che non posso ancora dissipare.
«Questo mi sembra perfetto!» esclama Nori mentre passiamo vicino a una locanda decisamente malandata. Sull'insegna si legge "La campana di...", l'ultima parola è stata cancellata e ho paura di sapere quale fosse la continuazione visto che si trova proprio sotto al campanile della città. La porta è tenuta aperta dal vento e un uomo ossuto esce quasi di corsa urlando: «Non mi avrai mai, Lynn!». Subito dopo arriva una donna con un grembiule sporco e un vestito logoro. Tiene in mano una padella e non sembra avere paura di scaraventarla addosso a qualcuno.
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Divided Lights - La scelta dei draghi
Fantasy#1 DELLA TRILOGIA DIVIDED LIGHTS 🌓 Diciotto anni fa, la Scissione sconvolse i Due Regni. La leggenda narra che il drago della luce e quello del buio si sacrificarono per far pentire gli uomini delle loro azioni cruente. Ora ne pagheranno le conseg...