Capitolo 24

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La mattina seguente sul mio piatto vuoto si riflette l'arcobaleno proveniente dai pezzi di vetro sulle pareti della locanda. Niel mi guarda con un ampio sorriso e io non posso fare a meno di ricambiarlo, contenta di aver messo qualcosa sotto i denti prima di ripartire.

Ho guardato il cibo solo come mera fonte di energie per la giornata e, per la prima volta, i sensi di colpa non mi hanno attanagliata. La prossima volta non terrò dentro tutto ciò che provo, accetterò le mie emozioni e permetterò loro di fluire senza più nasconderle. Voglio tornare a provare lo stesso sollievo che ho sentito ieri sera, ogni volta con meno paura di quella precedente.

Quando ho deciso di allontanarmi da palazzo ero convinta che non sarei più ricaduta nelle vecchie abitudini. Ero convinta che, senza l'influenza di mia madre, non avrei più rifiutato di mangiare. Durante i primi mesi nell'Accademia ho ignorato i segnali che mi dicevano che il problema non se n'era ancora andato. La novità dell'esperienza e le aspettative dei professori su di me mi provocavano un'ansia tale da chiudermi lo stomaco e, a quel tempo, ritenevo fosse normale non sentire appetito. Nel momento in cui sono svenuta Tristen mi ha fatto aprire gli occhi, e non è stata la prima volta in cui c'è riuscito.

Il mio cattivo rapporto con il cibo non solo era ritornato... non aveva mai smesso di fare parte di me. Quando sento di non avere più il controllo su qualcosa, provo ancora un senso di conforto nella consapevolezza di poterlo avere su ciò che mangio.

Ricordo ancora il giorno in cui capii che non potevo più permettere a questa sorta di malattia di divorarmi dall'interno. Davanti allo specchio in cui mi guardavo tutti i giorni c'era solo il riflesso che tanto odio... però c'ero ancora io. Potevo trovare solo in me la forza di guarire e, sebbene sapessi che non sarebbe stato un percorso facile, decisi che ero in grado di intraprenderlo. Chiesi a Lizbeth di potermi aprire con lei su come mi sentivo e ad Isaac di allenarmi per non sentirmi più spezzare ad ogni passo. Ora loro non sono con me, e non mi è stato facile capire quanto io stessi ricadendo nella stessa vecchia abitudine. Sarò sempre grata per tutto l'aiuto che mi hanno fornito ma, se non mi fossi resa conto che avevo in me il potere di smettere, non sarei mai arrivata ai mesi in cui credevo di esserne uscita.

Non riuscirò a liberarmi di qualcosa che continuo a celare e negare, devo far uscire ciò che mi consuma dall'interno, e affrontarlo. Consapevole che, se ce l'ho fatta una volta, un giorno quel problema non farà più parte di me.

Attorno a noi tutti i tavoli erano pieni e una lunga coda continuava fuori dalla locanda. Lynn ha sfornato diverse pietanze dolci e salate per assicurare a tutti almeno il pasto più importante della giornata. Non ha fatto versare nemmeno un dogier e perfino l'uomo senza scarpe del giorno prima era seduto al bancone che rideva con lei. Quando io e gli altri ce ne siamo andati, lei mi ha rivolto un grande sorriso e ha strizzato un occhio.

Sapevo di aver riposto la mia fiducia nella persona giusta.

«È incredibile che Lynn non ci abbia fatto spendere un soldo. Sembrava così taccagna», esordisce Nori accarezzandosi una delle due trecce che le ho fatto qualche ora fa. Non ho detto a nessuno che ho pagato io il nostro soggiorno. Leif e Safya avrebbero capito che c'era qualcosa che non andava, in più non voglio che gli altri pensino che sto ostentando la mia ricchezza pagando per tutti. Ho portato con me tutti quei gioielli consapevole che li avrei usati solo per il mio popolo. La preside ha comunque consegnato a noi sei borselli con lo stesso quantitativo di denaro.

«Piccoletta, il motivo di tale gesto è proprio davanti ai tuoi occhi. Quella donna mi ha visto e si è innamorata perdutamente di me, un po' come tutte voi del resto.» Safya lo prende per il colletto della tunica e lo trattiene mentre io e Nori gli assestiamo delle gomitate sul  costato.

«Ragazze, ragazze... una alla volta per favore. Anzi, anche tutte insieme se chiedete a me», ridacchia divertito ma nessuno lo imita.

«Leif, vedo che hai optato per una morte lenta e dolorosa», lo prende in giro Tristen.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora