Divided Lights - La scelta dei draghi

Capitolo 27

NORI

«Ormai due anni fa c'è stato il rito dell'Ascensione e un drago mi ha scelta, permettendomi di essere ammessa all'Accademia. Io non volevo solo ricevere un potere che mi permettesse di aiutare la mia famiglia, dovevo andarmene per fare sì che mio padre avesse una bocca in meno da sfamare oltre ai miei due fratelli più piccoli.» Stringo la mano di Aliya leggermente più forte per scaricare la tensione ed evitare di bagnare le mie guance con delle lacrime. Abbasso lo sguardo mentre parlo, sentendo il peso delle mie parole. La voce mi trema leggermente, ma cerco di mantenere un tono deciso, quasi a convincere me stessa che sia stata la scelta giusta.

«Il punto è che non ti ho ancora detto tutto di me, e non ti ho mai raccontato il motivo per cui non riesco a sopportare Safya. Ho bisogno che non mi giudichi e che mi prometti che la nostra amicizia rimarrà sempre la stessa dopo quello che sto per dirti.» Mi fermo, cercando di capire se sono pronta a condividere questo segreto, con la paura che Aliya non mi vorrà più rivolgere la parola dopo averlo sentito. Il groppo in gola si fa più stretto e il cuore batte all'impazzata, come se stesse cercando di dissuadermi

«Nori, niente di quello che mi dirai potrà mai cambiare la nostra amicizia. L'importante è che tu non abbia ucciso qualcuno», dice con un piccolo sorriso sull'angolo della bocca che ricambio subito. Il suo modo di mettermi sempre a mio agio è una delle qualità che preferisco di lei.

«No, in questo caso non ho ucciso nessuno... anche se ammetto di esserci andata molto vicino.» Una risata nervosa mi sfugge, ma si spegne subito. Sento il nodo dentro di me stringersi ancora di più. Ricaccio indietro le lacrime alzando la testa verso il soffitto.

«Quando sono arrivata in Accademia, il mio principale obiettivo era stringere amicizia con persone che non sapessero nulla delle condizioni in cui ero cresciuta. Non conoscevo nessuno e l'idea di poter ricominciare da zero mi riempiva di entusiasmo. Ero così felice che gli altri avessero una buona opinione di me, senza pregiudizi, e che nessuno mi vedesse come 'la ladra del villaggio' o conoscesse il mio passato.» Mi lascio sfuggire un sospiro pensando al periodo in cui, dopo tanti anni, potevo vivere la vita che avevo sempre sognato. Non mi dovevo più nascondere o camminare con la testa bassa aspettandomi insulti o sputi. Parlare di quel periodo sembra quasi irreale adesso. È come raccontare la vita di qualcun altro, ma la ferita è ancora lì, nascosta sotto la superficie.

«Purtroppo, tutto ciò non era destinato a durare. Quando vivevo a Quickstoll non mi era mai capitato di innamorarmi. Non avevo mai sentito l'esigenza di stare più vicino a una persona e, soprattutto, non credevo che la prima volta sarebbe successo con una ragazza.» Alzo la testa per accertarmi che Aliya non abbia un'espressione disgustata e che non stia ridendo di me. Rimango sorpresa quando non vedo niente di tutto ciò sul suo viso. Annuisce leggermente e mi stringe le mani tra le sue con un sorriso.

«Ti ascolto, continua.» La sua reazione mi lascia senza parole. Per un attimo, mi sento come se il peso di anni di vergogna e paura si stesse sciogliendo. Mi trattengo dallo spalancare la bocca per lo stupore e prendo un respiro profondo. Se solo ci fossero state più persone come lei, ora non mi sentirei così sbagliata.

«Durante i primi mesi non ho dato peso a come mi sentivo nei suoi confronti. Evitavo di starci vicino e cercavo di reprimere tutto quello che provavo per lei. Con il passare del tempo però ho capito che non sarei potuta andare avanti così per sempre, anche se la nostra società non vede di buon occhio questo tipo di amore. Ho cominciato a parlarci di più e a passare molto tempo con lei, arrivando perfino a raccontarle di come vivevo a Quickstoll. Mi faceva stare bene... e io volevo così tanto aggrapparmi a quella felicità. Ad ogni modo, sono certa di non averle mai dimostrato apertamente come mi sentivo. Le ho solo fatto capire che mi piaceva molto la sua compagnia... ma nulla di più.» Rilasso i muscoli delle spalle diventati di colpo tesi. Per quanto io cerchi di negarlo, ricordare cosa è successo dopo mi fa ancora male.