Capitolo 42

194 18 16
                                    

Nuovo personaggio decisamente regale in questo capitolo. Spero che non vi piaccia (come a nessuno dei miei personaggi)😍

NATHANIEL

Il sole sta tramontando oltre le colline, gettando lunghe ombre sulla foresta. Le foglie d'autunno crepitano sotto i miei piedi al mio passaggio e si ode solo un leggero fruscio del vento tra le fronde degli alberi. Decido di esplorare la zona attorno a me e, ad ogni metro, il petricore mi riempie le narici. In lontananza un rumore mi fa portare d'istinto la mano sulla mia spada ma finisco con lo sfiorare a vuoto il mio fianco. Ad attendermi non trovo l'elsa. La sensazione di pericolo non fa altro che accrescere dentro di me quando il suono legnoso si ripete ancora e ancora.

Alle mie spalle percepisco una presenza estranea e mi giro lentamente con il cuore che martella nel petto e l'adrenalina che si impossessa dei miei muscoli. In meno di un secondo un lampo bianco attraversa il mio campo visivo e, solo dal suo manto candido e dalle corna ramificate capisco che si tratta di un cervo. Si addentra tra gli alberi dalle tinte rossastre e aranciate, qualcosa dentro di me si muove e sento il bisogno irrefrenabile di seguirlo. Mi lancio al suo inseguimento affondando gli stivali nella terra morbida e scostando i rami più bassi che l'animale urta con le corna. Il suo corpo snello ma allo stesso tempo possente si muove con destrezza e grazia, ogni balzo è sempre più lungo e copre diversi metri. Digrigno i denti e racimolo le forze sulle gambe per poter scavalcare un tronco avvolto nel muschio. L'aria fresca mi punge i polmoni ad ogni respiro sempre più affannoso ma non voglio demordere. Mentre corro sento dentro di me uno strano miscuglio di timore e curiosità. Voglio scoprire dov'è diretto ma, allo stesso tempo, ho paura che non sia stata una buona idea seguirlo.

Il cervo continua a saltare come se fosse dotato di una forza magica che gli permette quasi di volare e raggiunge una radura avvolta dal bagliore dorato del tramonto. Al centro si trova un lago dall'acqua che sembra essere molto profonda a giudicare dal suo blu scuro, forse più simile al nero. Per un attimo perdo la concentrazione e del cervo non c'è più traccia. Quando mi volto lo ritrovo esattamente al mio fianco, la pelliccia morbida mi solletica il braccio e il suo respiro caldo giunge fino al mio viso. Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi di un azzurro quasi innaturale, così chiaro che riesco a specchiarmici. Emette un mugolio debole e poi abbassa il muso verso di me, arrivando a toccarmi la fronte con le corna.

Quel contatto così reale mi fa aprire gli occhi dalla sorpresa ma, dopo ciò che vedo, capisco che non c'è dubbio sul fatto che io non mi sia ancora svegliato. Davanti a me ho il sogno più bello che io potessi mai desiderare di fare. Aliya dorme accanto a me con la testa molto vicina alla mia fronte, i capelli lunghi che mi pizzicano il braccio proprio sotto al suo collo e il suo respiro mi scalda il petto. Ha le labbra schiuse e ogni tanto fa qualche sospiro mentre muove leggermente le dita. La circondo con il braccio libero e l'attiro a me in modo da tenerla ancora più vicino. Non so quanto potrà durare ancora questo sogno ma, svegliarmi con lei accanto, basta e avanza per sentirmi felice anche per il resto della settimana. Sono così assorto da non rendermi nemmeno conto di essere nel castello di Galador. Questa non è la sua stanza né tantomeno la mia, presenta delle grandi vetrate a tutta parete e delle mura di un azzurro chiarissimo che si sposa perfettamente con la luce del giorno che arriva a illuminare la porta.

Aliya mugugna qualcosa e io inizio ad accarezzarle la schiena, la quale scopro essere completamente nuda solo in questo momento. Sposto le gambe sotto le lenzuola e mi rendo conto che lei non è la sola a non indossare niente. Mi sento avvampare vistosamente e mi maledico per i pensieri impuri che sto facendo solamente sfiorando la sua pelle con le dita.

«Niel?» mormora lei con la voce ancora impastata dal sonno. Apre gli occhi lentamente e mi osserva.

«Perché sei così rosso? Hai la febbre?» Porta il palmo della mano sulla mia fronte e fa un sospiro di sollievo quando si accerta che la mia temperatura non è alterata. Probabilmente sto arrossendo fino alle orecchie. Si accoccola accanto a me abbracciandomi come sto facendo io. Mi guarda negli occhi e alza le sopracciglia con un velo di preoccupazione.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora