Capitolo 10

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Incocco l'ultima freccia dalla faretra nel mio adorato arco, attendendo il segnale di Preas. Tengo le gambe tese e ben piantate nel terreno mentre prendo la mira sul bersaglio lontano. I passi dell'uomo calpestano il prato, ma io non distolgo lo sguardo da quel puntino rosso. Una leggera ventata d'aria fresca mi scompiglia i ciuffi di capelli più ribelli che si insinuano sulla mia fronte.

«Scoccate!» Esclama il comandate. Circa venti frecce fendono l'aria all'unisono provocando tanti brevi fischi al loro passaggio. La mia si conficca esattamente al centro e le mie labbra si allargano in un piccolo sorriso vittorioso.

«Ma come fai?» Mi domanda Nori mentre sbuffa per la frustrazione. Guardo lontano e noto che il suo bersaglio è completamente vuoto. Non so cosa dirle per farla sentire meglio, devo vedere quali sono i suoi movimenti.

«Mostrami come ti posizioni.» L'unica cosa che posso fare è aiutarla a scoccare almeno una freccia sulla superficie del bersaglio. La ragazza si mette in posizione, o almeno ci prova. È completamente scoordinata, per poco non cade perdendo l'equilibrio quando la spingo leggermente.

Gli altri studenti lasciano i loro posti per tornare dentro al castello, probabilmente verso la sala grande per la cena.

«Se vuoi centrare il bersaglio devi avere una postura impeccabile. Le gambe devono essere ben tese. Stendi i piedi sul terreno in modo che essi siano a una distanza uguale a quella delle tue spalle. Ovviamente devi trovare un modo che ti consenta di essere comoda», affermo girando i suoi fianchi nel modo corretto.

«Ricordati che l'impugnatura deve essere morbida ma non troppo allentata, altrimenti potrebbe avere ripercussioni sul lancio della freccia. Concentrati solo sul bersaglio quando lasci la corda in modo morbido.»

Nori fa un cenno di assenso e racimola tutta la sua concentrazione prima di scoccare. Esita per qualche secondo, poi la freccia parte veloce per andare a conficcarsi nel suo bersaglio. Non è riuscita a centrarlo, ma è già un passo avanti rispetto ai tentativi fallimentari di prima.

«Ce l'ho fatta!» Urla la mia amica mentre salta tra le mie braccia con un enorme sorriso.

«Sì, devi solo allenarti di più. Sono sicura che riuscirai a centrare il bersaglio molto presto», asserisco ponendo una mano sulla sua spalla per incoraggiarla. Isso il mio arco sulla spalla e Nori va a riporre il suo con le altre armi.

«Ehi, forse farebbe bene anche a te una lezione.» Nori tira una gomitata a Tristen che la guarda in cagnesco. Il ragazzo appoggia l'arma e incrocia le braccia al petto. Non appena i suoi occhi incrociano i miei alza gli occhi al cielo.

«Sono perfettamente in grado di tirare con l'arco», controbatte a denti stretti.

«Non è vero, fai piuttosto pena», mi intrometto nel discorso imitando uno dei suoi soliti ghigni.

«Questo non è vero, io ho fatto...» Punta il dito contro di me ma non gli permetto di concludere la frase.

«Dieci tiri, e hai centrato perfettamente il bersaglio solo una volta.» Il mio sorriso si allarga ancora di più quando vedo una ruga in mezzo alle sue sopracciglia scure.

Tristen si avvicina a me arrivando a meno di un metro di distanza, il suo sguardo fiammeggiante non lascia mai il mio. Alza un angolo della bocca evidenziando la fossetta sulla guancia destra e rilassa le spalle.

«Ti interesso così tanto che non riesci nemmeno a staccare gli occhi di dosso dalle frecce che scocco, lentiggini?» domanda con l'arroganza che aleggia attorno a lui come un'aurea.

«Mi interessa vederti fallire, è diverso.» Nori sghignazza per la mia risposta portandosi le mani alla bocca per non farsi notare.

«Per vedermi fallire dovresti aspettare tutta la vita. Però ti avverto, potresti rimanere delusa», dice chinandosi verso di me.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora