Capitolo 51

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Il flusso del tempo si muove come un fiume che scorre attraverso e intorno a noi. Linee di pura luce e ombre si articolano in innumerevoli ramificazioni emanando pura energia al solo pensiero di allungare la mano per sfiorarle. Poso lo sguardo su alcune di esse, davanti a me si mostrano momenti passati e un futuro che sembra essere già stato scritto. Non si ode nessun suono se non quello dei nostri cuori che battono all'unisono. Non si riescono più a sentire nemmeno le esultanze di Sailric in seguito al nuovo potere che siamo stati in grado di generare.

L'aria scintilla e vibra a ogni minimo movimento, creando onde concentriche che si propagano nello spazio come lo specchio di un lago toccato da un dito. Le linee temporali si intrecciano come se la loro danza fosse destinata a non finire mai. I confini tra gli oggetti che prima si trovavano nella stanza ora non riescono più a distinguersi ed è come se stessimo guardando attraverso a un prisma di cristallo.

Riporto la concentrazione sul luogo che io e Tristen dobbiamo vedere. Nessuno ha mai raggiunto prima la dimensione in cui sono nascosti i draghi; quindi, spero sia sufficiente pensare intensamente a loro per fare sì che i nostri poteri ci portino dove vogliamo. Tristen posa la fronte sulla mia e rafforza la stretta sulle mie mani tra le sue. Chiudiamo gli occhi entrambi e ci focalizziamo solamente sulla nostra destinazione, proprio come ci aveva istruito Sailric. Non posso vedere ciò che mi circonda, eppure mi sembra che tutto a un tratto i fili del tempo abbiano cominciato a vorticare attorno a noi in un fruscio che si propaga nello spazio alterato. Il rumore diventa sempre più intenso, tant'è che stringo le palpebre per il frastuono. Le nostre dita cominciano a tremare, come mosse da un'energia invisibile che impedisce loro di rimanere ferme. La sensazione inconfondibile delle ombre di Tristen mi avvolge, accarezzandomi la schiena e le braccia per tenermi al sicuro.

Apro gli occhi di scatto quando una forza estranea mi attira verso il basso e il pavimento cessa di esistere. Sussulto non appena iniziamo la nostra caduta in un abisso di linee temporali e sfere argentee che brillano come la luce lunare.

«Tris!» Esclamo con urgenza facendo fatica a mantenere le nostre mani intrecciate. La paura di precipitare per sempre si insinua in ogni parte di me e annebbia completamente la mia mente. Tristen si sforza di attirarmi contro il suo petto mentre continuiamo a cadere. Le sue braccia mi circondano tenendomi stretta e io faccio lo stesso con lui trattenendo i lembi della sua tunica in un gesto disperato.

«Sono qui, non ti lascio», afferma mentre mi accarezza i capelli in un tentativo di tranquillizzarmi. Riapro gli occhi lucidi e attorno a noi vedo solo un cielo profondo come la pece, che attraversiamo fendendo nuvole bianche e soffici, quasi eteree. Non riesco a scorgere cosa ci sia al di sotto, ancora troppo presa dalla preoccupazione di scoprirlo. Prima che sia troppo tardi, rallento la nostra discesa, cercando di evitare qualsiasi danno, a prescindere da dove atterreremo.
Ci schiantiamo su qualcosa di morbido e fresco, il terreno che accoglie i nostri corpi sembra accarezzarci. Riconosco di essere su un prato solo quando i fili d'erba mi sfiorano il collo. Non perdiamo tempo e ci solleviamo subito, pronti e all'erta, con le spade sguainate che brillano sotto una luce sconosciuta. Alzo lo sguardo, aspettandomi di trovare un sole che, però, non esiste. Il cielo sopra di noi è costellato da stelle di tutte le dimensioni, alcune minuscole e altre enormi, con colori e intensità che non riesco a interpretare. Non posso fare a meno di chiedermi a cosa appartengano queste stelle, così diverse da quelle che conosco.
Sento un brivido lungo la schiena quando mi rendo conto che non siamo sulla Terra, anche se il bosco in cui siamo giunti potrebbe suggerirlo. Davanti a noi si stagliano una miriade di isole fluttuanti, zolle di terra di varie dimensioni che galleggiano come macchie nell'immensità di un oceano invisibile.

«Non credo che sarei mai riuscita a immaginare qualcosa di simile», ammetto, mentre continuo a osservare ogni angolo con uno stupore crescente che non fa altro che amplificarsi.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora