Divided Lights - La scelta dei draghi

Capitolo 46

Impieghiamo un giorno in meno per arrivare a Sunburgh. Abbiamo spiegato alla ciurma il motivo per cui era importante raggiungere la nostra meta, e Arley non ha esitato a sfruttare ogni singolo soffio di vento. Quando è stata nominata la guerra nei volti dei pirati è calato un velo d'ombra e il chiacchiericcio che li contraddistingue è scemato all'istante. Nessuno di loro si è tirato indietro, anzi, tutti loro vogliono scendere sul campo di battaglia per fermare i Selgrith al nostro fianco. Vedere il coraggio brillare nei loro occhi ha rilasciato in me una scarica di adrenalina, tanto che ho passato tutta la giornata ad allenarmi a suon di spade proprio con i pirati.

Approdiamo nell'esteso villaggio portuale quando il sole sta calando, le acque sono calme e riflettono le sfumature del tramonto dietro di noi. L'economia di Sunburgh si basa prevalentemente con il commercio marittimo e l'odore di pesce è il primo a giungere alle mie narici. L'umidità nell'aria permette al clima di rimanere mite anche in inverno e, vista la brezza calda, non ho più bisogno di tenere sulle spalle il mantello in lana pesante. La città si trova nella Penisola del sole, chiamata in questo modo per via delle sue spiagge luminose, la cui sabbia brilla alla luce come le acque delle tantissime piscine naturali. Ho sempre sognato di venire qui ad ammirarle dal vivo in estate e, magari, di saggiare anche com'è fare il bagno nel mare salato.

In pochi passi ci addentriamo nel cuore del villaggio dagli edifici in legno con ampie vetrate che arrivano fino a sfiorare i tetti. Ogni via è costeggiata da stretti canali in cui l'acqua di mare viene trasportata, ricordo che a Sunburgh avessero sviluppato un metodo per desalinizzare l'acqua in modo da poterla utilizzare nelle case. La grande abbondanza di canali permette alla vegetazione di crescere rigogliosa e, al nostro passaggio, noto diversi giardini in cui i cittadini conversano e i bambini giocano. Tra le bancarelle del mercato vedo gioielli di perle, spezie dai profumi esotici e manufatti locali intagliati.

«Mi sembra di essere quasi a Oxmond... quasi», ammette Leif osservando le decorazioni dorate di conchiglie, pesci e stelle marine sui muri.

«Una città non è gradevole a meno che non si riesca a respirare ancora il mare», denota Arley divorando uno spiedino di granchio. Trattengo una risata quando capisco che non è il solo a mangiare: tutto il resto della compagnia si è fermato a conversare con i mercanti e ad acquistare qualsiasi cosa. Safya sta contrattando per avere degli orecchini di perle ad un prezzo ribassato, mentre gli altri sono intenti a mangiare le specialità tipiche.

«Sunburgh è diverso... dal resto di Galador intendo», afferma Eric guardandosi in giro. Tiene una mano davanti agli occhi per non allontanare il sole che si riflette sul terreno selciato leggermente bagnato.

«È l'unico villaggio lontano dal castello a cui mio padre assicura un trattamento di favore. Ha sempre ritenuto che le piscine naturali fossero magnifiche e ha addirittura comprato una villa qui per passarci le estati. Onestamente non saprei nemmeno dirti di quale si tratti, io non sono mai uscita dal castello se non per andare al giorno dell'Ascensione... e per questo viaggio», confesso con amarezza nelle parole.

«E perché mai?» chiede inarcando un sopracciglio nella mia direzione.

«Non lo hanno fatto anche con te? Ah, giusto, tutti ti conoscono, quindi direi proprio di no.» Continuiamo a camminare davanti agli altri con i passanti che arrivano dalla parte opposta.

«Ad ogni modo, i miei genitori mi hanno sempre fatto credere che fosse per il mio bene. Dicevano che, se Galador mi avesse conosciuta di persona, probabilmente sarei stata più esposta a eventuali attacchi alla monarchia. Ritenevo che lo avessero fatto anche con te, fino a quando non ho visto che tutti i miei amici di Gaerys ti hanno riconosciuto.» 

Stringo i pugni ripensando alla piccola porzione di Gosthwater che mi era possibile scorgere dalla finestra della mia camera, l'unica visuale che avevo sul mio popolo.