Lunghe tende chiare si muovono sinuose accarezzando il pavimento. Allargo le narici e respiro il vento frizzante dell'estate che mi solletica le braccia. Sono così cullata dalla melodia di un pianoforte da non rendermi subito conto di dove mi trovo. Faccio qualche passo in direzione della musica, i miei piedi nudi aderiscono al marmo bianco e tiepido. Mi sembra così surreale essere tornata al castello e percepire ogni cosa come se questo non fosse un sogno.
Il profumo dei gelsomini mi pervade e la mia camicia da notte fluttua leggermente quando mi avvicino alle finestre. Nei corridoi vuoti domina un silenzio assordante e tutti i vasi in ceramica sono arricchiti da fiori variopinti che sembrano essere stati appena colti. I dettagli dorati che decorano le porte accompagnandomi ad ogni passo brillano sotto la luce del sole. Salgo le scale accarezzando il corrimano e alzo lo sguardo per osservare le balconate del piano di sopra che ampliano l'ambiente già incredibilmente grande.
Continuo a camminare e le note giungono alle mie orecchie con maggiore intensità quando passo davanti ad una stanza in particolare. Mi fermo, la porta a doppia anta in legno bianco è socchiusa. Sussulto quando non riconosco la persona che sta suonando il piano nel mio castello. Alzo un braccio per aprire ulteriormente la porta ma percepisco un rumore sordo che proviene dalle scalinate. Piccoli passi si stanno avvicinando rapidamente a me. Una bambina di circa quattro o cinque anni fa la stessa strada che ho fatto io con un grande sorriso sul volto. L'orlo del suo vestito azzurro in seta svolazza e tiene in mano un mazzo di margherite. I capelli castani le ricadono sulla schiena e le guance sono cosparse da una spruzzata di lentiggini. Sorrido quando la piccola me mi giunge davanti, si blocca ad un metro da me e mi scruta con un sopracciglio alzato. Schiudo le labbra per dire qualcosa ma lei non sembra fare caso a me, sta guardando attraverso, proprio come se non ci fossi. La bambina si gira e spalanca la porta alla mia destra. Decido di entrare anche io insieme a lei.
La stanza in cui ci troviamo ha il soffitto in vetro dal quale penetra la luce del giorno e delle finestre a bovindo occupano il muro opposto a quello in cui si trova l'ingresso. Il davanzale è colmo di cuscini con trame intrecciate da fili dorati e ricordo quanto fosse rilassante starmene lì a leggere per pomeriggi interi, alzando lo sguardo sulle nuvole bianche che si spostavano nel cielo azzurro.
Due file di librerie coprono completamente l'altra parete e una scala conduce a scaffali irraggiungibili anche in punta di piedi. Un grande tappeto morbido è posto sotto al pianoforte a coda e qualcuno che non conosco sta spostando abilmente le dita sui tasti. Mi avvicino ulteriormente e ritorno a guardare la me del passato. Un fiocco dello stesso colore dell'abito le tiene i capelli ondulati più ribelli legati in una treccia. Cinge il mazzetto di fiori mentre cerca di salire salire sullo sgabello del pianoforte accanto all'uomo.
Devo capire di chi si tratta.
Azzero la distanza tra me e lo strumento fermandomi davanti ai due.
L'uomo è anziano, i capelli bianchi sono lasciati leggermente lunghi e la barba ingrigita è perfettamente curata. Indossa una tunica bianca e delle rughe increspano la sua fronte aggrottata per la concentrazione. Si gira verso la bambina quando sente di non essere più solo, riservandole un grande sorriso.
«Questi sono per te!» esclama la piccola portando il mazzo di margherite direttamente sotto al naso dell'uomo. Lui smette di suonare e starnutisce goffamente per poi afferrare i gambi verdi. I suoi occhi sembrano essere piuttosto arrossati ed è un chiaro segno che il polline gli stia facendo tutt'altro che bene.
«Oh, ti ringrazio Aliya. Sono davvero bellissimi.» Mette i fiori nella tasca della sua tunica, appena sopra al cuore. Gli occhi azzurri della bambina brillano al gesto dell'uomo.
«Adesso mi insegni a suonare? Per favore.» Pone le piccole mani sui tasti del piano suonando una melodia sgraziata e lui si mette a ridere divertito. Un suono limpido con le acque che circondano il castello e luminoso come i raggi del sole.
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Divided Lights - La scelta dei draghi
FantasyDiciotto anni fa, la Scissione sconvolse i Due Regni. La leggenda narra che il drago della luce e quello del buio si sacrificarono per far pentire gli uomini delle loro azioni cruente. Ora ne pagheranno le conseguenze sia quando aprono gli occhi pe...