Capitolo 19

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ALEX

Mi sto stancando di questa storia. Sono le otto del mattino e io sono seduto da solo in cucina. Passa qualche minuto e sento la serratura scattare. Dopo poco vedo Warren e Winnie che entrano in cucina.

Da un paio di settimane si allenano insieme ogni giorno. Vanno tre volte a settimana nella palestra di War, mentre negli altri giorni vanno a correre.

Nei giorni della palestra io non li vedo proprio la mattina. Ci metterebbero mezz'ora a tornare a casa, così portano con loro anche i libri e, dopo essere usciti dalla palestra, vanno diretti a lezione. Quei tre giorni a settimana mi sento completamente escluso, mentre negli altri giorni mi sento allo stesso modo, ma un po' di meno.

"Ma non vi stancate mai voi due?" chiedo, quando mi raggiungono.

Hanno entrambi un po' di fiatone, ma non sembra che siano stanchi morti. Come ogni giorno Warren si riempie la sua tazza di caffè e si poggia contro il piano da lavoro della cucina. Winnie si siede davanti a me e afferra la mela che le lancia Warren. Dà un morso e si concentra su di me.

"No" risponde come se fosse ovvio. "È bello allenarsi di mattina".

Per un secondo guardo il mio panino con burro d'arachidi e marmellata, poi guardo la tazza di caffè nero che sta bevendo Warren. Forse dovrei andare anch'io a correre con loro. No, non sono fatto per fare sport e nemmeno per stare a dieta come fanno loro. Non ho mai visto Winnie mangiare schifezze e, nonostante io conosca Warren da anni, le volte in cui l'ho visto mangiare si contano sulle dita di una mano. Sono esattamente il loro opposto. La vita salutare non fa per me.

Mi sento un po' giù di morale e un po' escluso, ma Winnie è sempre pronta a risollevarmi il morale. È sempre pronta a coinvolgermi in qualunque cosa faccia. Warren, invece, dopo aver passato la mattina con lei, sparisce perché dice di non riuscire a sopportarla ancora per molto tempo.

Subito dopo aver finito la colazione, facciamo a turni per usare il bagno, poi io accompagno Winnie al college.

"Ti va di venire con me a fare spesa?" mi chiede.

"Certo, lo sai che ti accompagno sempre".

"Non ti pesa, vero?" mi chiede per sicurezza.

"Assolutamente no" le dico. "Che devi comprare?"

"Un po' di ingredienti per preparare una torta".

Mi volto per un secondo e la guardo accigliato. "È il tuo compleanno?" le chiedo.

La sua espressione cambia radicalmente e in un attimo distoglie lo sguardo da me. Non so se ho indovinato o se ho detto qualcosa di davvero sbagliato. Se c'è una cosa che ho imparato con Winnie è che se provi a fare delle domande lei si chiude a riccio.

"No, non è il mio compleanno" risponde con un filo di voce. "Domani devo andare in un posto e devo portarla" cerca di spiegarmi.

Ecco le sue solite risposte senza anima. Lei ti dice tutto, ma non ti dà nemmeno un dettaglio. Un posto, una torta e basta. Questo è il massimo che puoi ottenere da lei. Chiederle di che posto si tratta? Escluso. Chiederle perché deve portare questa torta? Escluso. Chiederle perché non ci rivela mai niente? Esclusissimo.

Parcheggio l'auto e Winnie afferra le sue cose. Scendo insieme a lei, prendendo il mio zaino.

"Ci vediamo dopo?" mi chiede.

"A dopo, Winnie. Buon corso" le auguro.

Mi ha accennato qualcosa su un corso aggiuntivo che deve fare oggi. Glielo ha proposto qualche professore. Si tratta solo di ascoltare qualche intervento su un argomento che non ricordo. No, in realtà Winnie non me ne ha proprio parlato. Possibile che non parli nemmeno dei corsi che frequenta al college? La vedo studiare in ogni secondo libero. Si sta preparando davvero a fondo per gli esami che avrà tra poco e non capisco perché non abbia nemmeno un po' di entusiasmo nel raccontarci qualcosa. Vorrei davvero sapere di più di lei. Vorrei con tutto il cuore che si confidasse con noi. Vorrei sapere cosa ci sia dietro a quegli occhi blu. Una volta ogni tanto vorrei che ci lasciasse liberi di entrare nella sua testa, almeno per cinque minuti.

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora