WINNIE
Dieci anni dopo...
Cerco di affrettare il passo perché sono in mega ritardo. Lo so che mi faranno la solita ramanzina, ma che ci posso fare se amo stare qui?
Sento il telefono vibrare nella tasca del camice. Lo afferro e sorrido non appena vedo il nome sul display.
"Pronto?" dico non appena accetto la chiamata, fingendo di essere tranquillissima e di non essere in ritardo di quaranta minuti.
"Dove sei?" mi chiede War dall'altra parte.
"Ma che domande sono?" gli faccio io, alzando di qualche decibel il tono di voce. "Sono in macchina, è ovvio. Sto arrivando".
Lo sento sospirare. "Sei ancora in ospedale, vero?" mi chiede con tono divertito.
"Sì" dico colpevole.
"D'accordo, orsetto. Però datti una mossa. Qui ti stiamo aspettando tutti".
"Sì, lo so. Scusatemi" dico non troppo mortificata.
"Tua figlia ti cerca" aggiunge.
Ok, ora mi sento in colpa sul serio. "Dalle un bacione enorme da parte mia e dille che le voglio bene e che sto arrivando".
"Te lo puoi scordare" mi dice.
"Cosa? Perché?" chiedo, accelerando il mio passo per raggiungere prima la stanza in fondo al corridoio.
"Perché mi ha detto che ora preferisce il suo papà e che la mamma è al secondo posto. Non ho la minima intenzione di farti tornare al primo".
Scoppio a ridere per l'assurdità delle sue parole. Forse preferivo quando Warren era silenzioso, scontroso e stronzo con me. Da quando c'è la nostra piccolina è diventato un idiota. Sembra un peluche sempre in cerca di coccole e attenzioni dalla nostra bambina.
"Io non ho parole" commento. "Comunque non preoccuparti. Sto andando verso la macchina. Tra poco sarò da voi e io tornerò a essere la sua preferita".
"Scordatelo" risponde lui prima di attaccare.
Faccio di nuovo scivolare il cellulare nella tasca del camice. È quello che mi ha regalato War dieci anni fa a Natale. Amo questo camice e non mi separerò da lui per nulla al mondo. Sollevo lo sguardo e mi rendo conto di aver raggiunto finalmente l'ultima stanza. Busso contro la porta e sorrido alla ragazzina che c'è all'interno.
"Dottoressa" mi chiama felice. "Non dovresti essere già a casa?" mi chiede, guardandomi con un po' di confusione.
Mi avvicino e le do un abbraccio. "Stavo per andare via, ma non potevo uscire dall'ospedale senza aver prima salutato la mia paziente preferita".
"Davvero? Sono la tua preferita?" mi chiede con una scintilla negli occhi.
"Certo, Ivy. Sei assolutamente la mia preferita" le dico, poi mi siedo sul bordo del suo letto e mi faccio un po' più vicina a lei, abbassando anche il tono di voce. "Però non dirlo agli altri pazienti, ok?"
Lei sorride e poi fa il gesto con la mano come se stesse chiudendo la zip sulla sua bocca.
"Brava, Ivy. Ora scappo che mi stanno aspettando. Ci vediamo domani, ok?"
"Ok, dottoressa".
Faccio per uscire dalla sua stanza, ma poco prima che varchi la soglia, la sua voce mi richiama. "Non c'è ancora nessuna novità?" mi chiede.
"Le risposte dovrebbero arrivare tra oggi e domani. Ancora non sappiamo nulla" le dico.
"D'accordo" risponde un po' affranta.
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Winnie: istruzioni per l'uso
ChickLitWinnie ha aspettato quella lettera con ansia, ma nel momento in cui l'ha avuta tra le mani si è resa conto che non poteva lasciare tutto. A Philadelphia c'era ciò che era veramente importante per lei e che non poteva abbandonare. Il destino, però, g...