Capitolo 43

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WINNIE

"Perché sei arrivata con lui?" è la prima cosa che sento non appena metto il piede giù dalla macchina. Mi guardo in giro e vedo subito Warren che cammina verso di noi. Sembra quasi arrabbiato, o forse è preoccupato. In ogni caso non è contento che sono tornata a casa con Mitch, l'amico di Alex.

"Perché doveva riportarmi a casa Alex, ma non c'era la sua macchina nel parcheggio del campus. Ho provato a chiamare te perché invece la tua auto l'ho vista, ma non mi hai risposto. Poi ho incontrato Mitch" spiego, indicando il ragazzo alle mie spalle.

Warren rimane in silenzio per un secondo. Ora non sembra più arrabbiato, ma dispiaciuto. "Ho dimenticato il cellulare a casa. Per questo non ti ho risposto".

"Non fa niente" dico, scrollando le spalle.

"Andiamo su?" mi chiede, indicando il palazzo alle sue spalle. Annuisco e saluto Mitch, ringraziandolo per la terza volta per il passaggio.

Io e War superiamo il portone, poi iniziamo a salire le scale.

"Sai perché Alex è andato via senza dirmi niente?" gli chiedo.

"No, non lo so. Non l'ho né visto, né sentito oggi".

"Forse è successo qualcosa. Sono preoccupata. Ultimamente è strano" dico, rivelandogli la mia paura. All'inizio non ero certa che Warren fosse la persona giusta con cui parlare, ma in fondo lui è il migliore amico di Alex e se io sono preoccupata per il mio ragazzo, lui di sicuro sarà preoccupato per il suo amico.

Warren rimane in silenzio, ma è facile capire dalla sua espressione che è preoccupato anche lui. Si è reso conto dello strano comportamento di Alex nell'ultimo periodo. Sembra sempre distratto e le persone che lo circondano non sono più importanti di qualunque altra idiozia. Quella sera alla casa stregata, mi ha fatto paura. Dopo che Warren ha distrutto la maniglia per tirarmi fuori da lì, avrei voluto solo correre e andare via, ma quando ho visto Alex che non era minimamente preoccupato per me, ma solo per quella stupida casa stregata, ho rinunciato a provare qualunque cosa che riguardasse me, ho preso un respiro profondo e ho deciso di accontentarlo perché tanto lui non vedeva la paura che mi faceva tremare le mani e che mi toglieva la voce. Lui vedeva solo la chiave nella mia mano che apriva la scatola di legno al piano inferiore.

Ho le mani nelle tasche e la sciarpa fin sotto al naso. Sto cercando di nascondere i miei pensieri sotto a tutti questi strati di stoffa, ma forse non sono ben coperti perché Warren si ferma prima di fare l'ultimo giro di chiave e mi guarda.

"Tutto bene?" mi chiede.

Guardo il pavimento e annuisco. L'unica cosa che riesco a pensare è che le cose sarebbero stupende tra me e Alex se semplicemente si degnasse di ascoltarmi ogni tanto. Non posso credere che lo stesso ragazzo che ha chiamato la mia migliore amica e che ha convinto Warren a tornare a Cambridge per non farmi passare il Natale da sola, che mi ha regalato quel grammofono da sogno sia la stessa persona che non si è nemmeno resa conto della paura che stavo provando in quella stanza.

Warren apre la porta e mi fa entrare per prima. Cammino nel corridoio, decisa a raggiungere subito la mia stanza, ma mi fermo quando passo davanti alla porta del salone. La luce è accesa. Alex è qui. E davanti a lui c'è una striscia di polvere bianca pronta a entrare nel suo naso.

Senza nemmeno pensarci, corro nella stanza e con la mano butto a terra quello schifo. Lo sguardo di Alex scatta subito su di me e lui si alza in piedi con una rabbia che non gli ho mai visto. Lui avanza, io indietreggio.

"Che cazzo fai?" urla.

In un attimo Warren si mette tra noi due, poggiando una mano sul petto di Alex per farlo arretrare di un passo, ma non sembra averne la minima intenzione.

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora