Capitolo 18

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WINNIE

Sto chiudendo la zip della mia felpa quando Warren fa irruzione nella mia stanza.

"Sei in ritardo" mi dice.

Mi volto verso la sveglia sul comodino e noto che sono le 6:28. "Mancano ancora due minuti" gli faccio notare.

"Muoviti".

Sbuffo, poi afferro il mio borsone ed esco dalla stanza insieme a lui. Passiamo davanti alla camera di Alex e, nonostante la porta chiusa, si sente il suo russare. Mi lascio sfuggire un piccolo sbadiglio, ma cerco di ignorare il sonno e seguo Warren giù per le scale.

Sono circa cinque passi indietro e scendo molto più lentamente di lui. Ho dormito poco e male stanotte. Oggi non è di certo un giorno che mi piace ricordare. È un mese che Coraline non c'è più e io non ho fatto altro che pensare a questo per tutta la notte.

"Dammi quel borsone, altrimenti non arriviamo nemmeno per dopodomani" dice Warren allungando una mano per afferrare la mia roba. Me lo strappa dalle mani e io faccio appena in tempo ad accorgermene. Non gli dico nulla perché oggi non sono dell'umore giusto per discutere.

Raggiungiamo il pianoterra, poi usciamo e saliamo nella sua auto.

I sensi di colpa mi assalgono. Se un mese fa Coraline non fosse morta, io non starei qui. Sarei al suo fianco. La raggiungerei ogni mattina per farle compagnia e aspetteremmo insieme l'arrivo di Lottie. Fingerei di offendermi dopo ogni commento su di me e poi staremmo tutte e tre sdraiate sul letto a scattarci qualche foto buffa. Lottie mi tartasserebbe per truccarmi e per acconciarmi i capelli e io me lo lascerei fare solo per vedere il sorriso sul volto di mia sorella.

È un mese che tutto questo non succede e io ne sento troppo la mancanza.

"Non credevo che la mattina fossi così tanto silenziosa. Sembra quasi un miracolo" commenta Warren, strappandomi dai miei pensieri tristi.

Mi volto appena verso di lui e mi rendo conto che è concentrato sulla guida. Si volta per un secondo e incrocia il mio sguardo, poi torna a guardare davanti a sé.

"Che ti prende?"

"Niente. Ho solo dormito male stanotte" tento di minimizzare.

"Ok, allora forse è meglio se per oggi andiamo con calma sull'allenamento".

Ferma l'auto in un parcheggio enorme. Siamo di fronte a una specie di capannone gigante e io mi chiedo se abbia intenzione di uccidermi, o peggio.

Scendiamo dall'auto e ci avviciniamo all'ingresso. Tira fuori un mazzo di chiavi e apre la porta.

"Perché hai le chiavi di questo posto?" gli chiedo confusa.

"Perché questa palestra è mia" dice come se nulla fosse.

"Cosa?"

"Che c'è?" mi chiede, vedendomi bloccata. Sta tenendo la porta aperta per farmi entrare ma io non mi muovo.

"Hai una palestra?!"

"Sì, ora entra che non abbiamo tutto il giorno".

Serro le labbra e decido di accontentarlo. Mi guardo intorno e non mi sembra vero che uno come Warren possa essere il proprietario di un posto così bello. È un unico e gigantesco spazio. Non si divide in sale diverse per ogni corso. Ogni angolo è dedicato a qualcosa. C'è lo spazio per gli esercizi a corpo libero, c'è lo spazio per i macchinari, lo spazio per i bilancieri, lo spazio per le macchine per gli esercizi cardio e al centro domina un ring. Il soffitto è altissimo e le finestre permettono a questo posto di essere illuminato e ben rinfrescato.

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora