WINNIE
Stamattina ho davvero sonno e non so a cosa sia dovuta tutta questa stanchezza. Spengo la sveglia che suona presto come ogni mattina. Dovrei allenarmi con Warren, ma non so come si senta lui. Forse non è il caso di andare a svegliarlo.
Mi tiro su a sedere, rimanendo nascosta per metà sotto al piumone. Mi porto i pugni chiusi sugli occhi e li sfrego un po' per svegliarmi, ma mi faccio subito male.
"Ahi" mi lamento, portando poi lo sguardo sulle nocche della mia mano. Sono ancora un po' arrossate, ma non sono niente rispetto agli spacchi che si è fatto Warren. Spero che lui stia meglio.
"Ehi" mi richiama una voce. Sollevo lo sguardo e sulla porta della mia stanza c'è proprio lui. Indossa un paio di pantaloncini e una canotta. Ha i capelli completamente in disordine e due profonde occhiaie che gli circondano gli occhi. "Come stai?" mi chiede, indicando con lo sguardo la mia mano.
"Bene" dico, forzando un sorriso. "Sono in ritardo?" chiedo, provando a indovinare il motivo per il quale lui sia venuto qui.
"No" risponde subito, grattandosi la nuca. "Volevo solo dirti che per qualche giorno non mi allenerò con te. Ho bisogno di riprendermi dopo l'incontro".
"Certo, è normale" dico io. Lui annuisce, ma non se ne va. Esita sulla porta e io mi chiedo se ci sia qualcos'altro. "Mi devi dire altro?"
Rimane in silenzio per qualche secondo, abbassa lo sguardo e poi torna a guardarmi. "Tu vai a correre?"
"Stamattina credo di no" dico. "Sono un po' stanca e probabilmente dormirò ancora un po'".
"Ok" dice, poi esce dalla mia stanza e accosta di nuovo la porta.
Rimango ferma per qualche secondo a cercare di capire che cosa sia successo. Perché ha esitato in quel modo? Sembrava quasi che avesse paura di parlarmi. Sembrava quasi che non fosse in grado di gestire una normale conversazione con me. Forse è solo il sonno. Siamo andati a dormire davvero tardi ieri e ora sono appena le sei del mattino.
Sì, di sicuro è solo la stanchezza.
Imposto di nuovo la sveglia. Dormirò ancora un'ora, poi mi sveglierò, studierò un po' e infine andrò al canile. Oggi c'è la famosa domenica e io non vedo l'ora di passare un po' di tempo con Moka e con Liam, soprattutto con Liam.
Mi riaddormento in un attimo, ma purtroppo la sveglia suona con la stessa velocità e in men che non si dica mi ritrovo seduta alla scrivania a studiare. Ho già sistemato tutti gli appunti della settimana e oggi devo solo ripetere un po' di cose vecchie e integrare con quelle nuove.
Faccio appena in tempo ad aprire i libri che il mio cellulare inizia a squillare. Lo afferro e rispondo con un sorriso stampato sul volto non appena leggo il nome sullo schermo.
"Ehi, Joshie!" esclamo felice.
"Ciao, straniera. È da un po' che non ti fai sentire" mi dice.
Ha ragione. Purtroppo nell'ultimo periodo sto trascurando sia lui che Lottie. Ci sentiamo ogni tanto tramite messaggi, ma non ho più il tempo per chiamarli e passare le ore al telefono con loro.
"Lo so e mi dispiace un sacco. Prometto che mi impegnerò a chiamarti più spesso" dico, uscendo dalla mia stanza per andare in cucina. Nel corridoio incontro Warren che sta andando in bagno a farsi la doccia. Lo ignoro e vado a sedermi al tavolo della cucina. Non so perché, ma mi piace tantissimo questa stanza. Abbiamo un salone, ma non ci stiamo quasi mai. Nonostante il divano sia decisamente molto più comodo delle sedie di legno, tutti e tre preferiamo passare il tempo qui dentro.
"Ci conto" dice Joshua.
Forse questa è l'ennesima promessa che mi priverà di ogni secondo libero. Ho promesso ad Alex di passare più tempo con lui, ho promesso alla signora Ivonne di andare a prendere un tè a casa sua per farle compagnia almeno un pomeriggio a settimana, ho promesso a Theresa e Liam di passare al canile più spesso e ho promesso a Warren di allenarmi con lui tutte le mattine. A questo inoltre si aggiungono le lezioni al college, il lavoro al ristorante di Eve, la spesa e le faccende domestiche.
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Winnie: istruzioni per l'uso
Romanzi rosa / ChickLitWinnie ha aspettato quella lettera con ansia, ma nel momento in cui l'ha avuta tra le mani si è resa conto che non poteva lasciare tutto. A Philadelphia c'era ciò che era veramente importante per lei e che non poteva abbandonare. Il destino, però, g...