WINNIE
Siamo tutti e tre a tavola.
Forse Warren ha deciso di provarci. Forse mi sta dando questa benedetta possibilità. Lo vedo mangiare con calma, come se osservasse per un quarto d'ora ogni singolo boccone. Non lo so, non mi sembra convinto.
"Ti piace?" gli chiedo.
Per la prima volta da quando ci siamo messi a tavola solleva lo sguardo su di me. Tiene la forchetta in una mano e i suoi occhi mi guardano con una strana espressione. Che cosa gli sta capitando di strano nella testa?
"Sì" sussurra, poi distoglie di nuovo lo sguardo.
Non capisco se lo abbia fatto per nascondermi una bugia o per nascondermi qualcos'altro. Non capisco il suo cambio di comportamento. Warren è sempre difficile da capire.
Abbiamo quasi finito e il mio telefono inizia a squillare.
"Scusate" dico ai ragazzi, accettando la chiamata. "Pronto?" chiedo non appena avvicino il cellulare all'orecchio.
"Winnie?" mi chiede la voce dall'altra parte.
"Sì, sono io".
"Ciao, sono Eve del ristorante".
"Oh, sì certo. Dimmi pure".
"Ho chiamato il tuo vecchio capo e credo di non aver mai avuto referenze migliori" dice e il mio sorriso mi fa arricciare pure il naso. "Sei dei nostri".
"Davvero?" chiedo perché ancora non ci credo. "Quando posso iniziare?"
"Domani".
"Domani? Perfetto".
Mi dà altre istruzioni, tipo l'orario in cui mi devo presentare, poi riattacco. Tiro un sospiro di sollievo e torno a guardare i miei coinquilini.
"Ok, dobbiamo festeggiare" dico.
"Perché? Chi era al telefono?" mi chiede Alex.
"La proprietaria del ristorante. Mi ha detto che ha chiamato Joshua e che le referenze erano ottime. Domani sarà il mio primo giorno!" dico sorridendo.
Alex prende il vino che ieri sera non abbiamo finito e lo versa nei nostri bicchieri.
"Allora dobbiamo brindare".
Warren alza gli occhi al cielo, ma decide comunque di accontentarci. Solleva il bicchiere e lo fa scontrare con i nostri per festeggiare la mia piccola vittoria.
Secondo giorno di lezione. Secondo giorno fantastico. Mi chiedo come sia possibile che ogni parola che esce dalle bocche dei miei professori sia così bella.
Dopo la prima lezione, mi rendo conto di avere un'ora e mezza libera prima della prossima. Stringo i libri al petto e mi incammino all'esterno dell'edificio. È una bella giornata e voglio passarla all'aria aperta. Lungo il vialetto mi rendo conto che ci sono dei tavoli di legno su un prato. Mi siedo a quello sotto il sole. Non è così forte e mi piace godermi questi ultimi raggi prima dell'arrivo dell'autunno. Arriverà il freddo e quello io proprio non lo sopporto.
Mi siedo e sistemo i quaderni davanti a me. Considerando che oggi pomeriggio ho un sacco di cose da fare, è meglio se mi metto già a studiare, altrimenti questa giornata sarà sprecata. Apro il quaderno di brutta copia, che ho usato per prendere gli appunti in aula e apro anche quello della bella copia, per sistemare per bene tutto quanto e integrare anche il libro.
Scrivo e intanto mi pizzico il labbro inferiore tra indice e pollice. È un modo di concentrarmi che non ho mai capito. Lo faccio quando devo pensare, quando devo studiare e quando devo ragionare. Mi pizzico sempre il labbro e quel piccolo movimento mi sembra quasi una scarica elettrica che mi dà abbastanza energie per fare qualunque cosa.
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Winnie: istruzioni per l'uso
ChickLitWinnie ha aspettato quella lettera con ansia, ma nel momento in cui l'ha avuta tra le mani si è resa conto che non poteva lasciare tutto. A Philadelphia c'era ciò che era veramente importante per lei e che non poteva abbandonare. Il destino, però, g...