Capitolo 45

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WINNIE

Warren mi stringe e io avvolgo le braccia intorno al suo collo per avere un maggiore appiglio. Mi rendo conto che mi sta portando nella mia stanza.

"No, appetta" gli dico, dandogli un colpetto sul petto.

"Che c'è?"

"La bia camera fa schifo. Le lenzuola dono zuppe. Non potto tornare lì".

Warren si ferma sui suoi passi e mi guarda per qualche istante. Sembra che stia pensando a qualcosa, ma io non ho abbastanza forze per capire cosa stia succedendo. Chiudo gli occhi e poggio la testa contro il suo petto. Non riesco a tenere gli occhi aperti e vorrei solo rimanere così a dormire. Sto davvero comoda tra le braccia di War e mi piacerebbe molto che non si muovesse da questa posizione perché io sto per riaddormentarmi.

Lo sento fare dietrofront. Riesco ad aprire solo un occhio e mi rendo conto che siamo di nuovo in bagno.

"Che... che 'tai facendo?" riesco a chiedergli.

"Hai bisogno di farti una doccia fresca. Ti sentirai subito meglio" mi dice, facendomi sedere sulla lavatrice.

Cerco di raggomitolarmi su me stessa perché ho freddissimo e odio l'idea che Warren si sia allontanato perché il suo corpo è caldo e stargli vicino era come abbracciare un enorme peluche.

Porto le braccia in avanti, come per cercarlo di nuovo e abbracciarlo. Voglio che si avvicini di nuovo a me per scaldarmi. Però, invece di stringermi per abbracciarmi, porta le mani sull'orlo della mia felpa. Me la solleva e me la sfila dalla testa, lasciandomi in reggiseno.

"Fa freddo" mi lamento, portando le ginocchia al petto e stringendomi per trovare un po' di calore. Sento i brividi che mi attraversano tutto il corpo. È una sensazione davvero fastidiosa.

Warren mi porge le mani e io spero che lo stia facendo per attirarmi a sé e stringermi, ma invece mi tira a sé per farmi scendere dalla lavatrice. Quando i miei piedi toccano il pavimento, le ginocchia mi cedono. Warren mi stringe per sostenermi e io mi accoccolo contro la sua felpa per prendere più calore possibile.

"Orsetto, per favore, cerca di rimanere in piedi" mi dice. Scuoto la testa e stringo nei pugni la sua felpa, strizzando gli occhi.

Mi avvolge un braccio intorno alla vita per sostenermi, mentre con l'altra mano mi toglie i pantaloni della tuta. In un'altra occasione lo avrei preso a sberle, ma ho assolutamente bisogno di farmi una doccia e io non ho la forza per riuscirci da sola. Inoltre, dato che io e Warren ci alleniamo insieme da mesi, sono praticamente abituata ad avere le sue mani addosso.

Una volta aver scalciato via i pantaloni, Warren continua a sostenermi e mi accompagna fino alla doccia. Apre la porta del box e inizia a far scorrere l'acqua.

"Freddo" mi lamento ancora con un filo di voce, premendo la fronte contro il suo petto. Il netto contrasto tra il freddo che avverto in tutto il corpo e il caldo dovuto alla sua mano premuta contro la mia schiena mi fa rabbrividire.

"Vieni qui" mi dice, stringendomi un po' più forte per sollevarmi e farmi entrare in doccia. Finisco sotto il getto d'acqua e, come se avessi appena trovato tutte le forze, mi lancio in avanti per sfuggire a quel freddo. "Winnie, devi resistere un po'" mi dice.

"No, è troppo fredda" mi lamento, scuotendo la testa.

"Lo so, ma ti farà scendere subito la febbre".

Scuoto ancora la testa, ma il mio corpo agisce al contrario e finisco di nuovo sotto al getto, ma mi lascio scivolare fino al pavimento della doccia.

"Non ce la fai a stare in piedi?" mi chiede e io faccio di no con la testa. "Ok".

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora