Capitolo 24

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ALEX

"Tu hai pensato a qualcosa?" chiedo a Warren.

Siamo entrambi in cucina. Io sono seduto al tavolo con un quaderno e una penna davanti, mentre lui se ne sta in piedi vicino alla caraffa del caffè. Riempie la sua tazza e poi si gira nella mia direzione, poggiandosi contro il piano da lavoro.

"No" risponde secco.

Sono passati due giorni dal suo incontro e da lui ottengo solo monosillabi. È furioso con me perché ho lasciato Winnie vicino al parcheggio sotterraneo e mi ha anche raccontato quello che è successo dopo. Non mi aspettavo che sarebbe successo quello. Era rimasta solo l'auto di War lì sotto perciò ero sicuro che l'unico a passare fosse proprio lui. Se avessi saputo che Dominic l'avrebbe raggiunta non l'avrei mai lasciata da sola, soprattutto dopo aver visto stamattina la sua mano ferita. War mi ha spiegato che Winnie ha tentato di proteggersi e che il pugno che gli ha rifilato è stato sufficiente a distrarlo per farla scappare, ma lei si è fatta male alla mano. Mi sento uno schifo per tutto questo, ma non era davvero mia intenzione. Io volevo solo andare via prima perché avevo alcune cose da sbrigare, ma non immaginavo che sarebbe successo tutto quello. Warren, però, non ha alcuna intenzione di parlarmi come prima.

"Se non mi dai qualche idea sarà più difficile" gli faccio notare e proprio in quel momento Winnie ci passa accanto.

Stamattina è andata a correre da sola e quando è tornata si è fatta una lunga doccia. Ora se ne sta qui con noi con i capelli zuppi e i vestiti puliti. Ieri ho sentito lei e Warren parlare del fatto che per qualche giorno lui non si sarebbe allenato insieme a lei perché ha bisogno di tempo per riprendersi dai lividi post combattimento. Già è tanto che sia in piedi. Solitamente non si alza per due giorni dopo gli incontri più difficili.

"Di che parlate voi due?" chiede Winnie, mordendo la solita mela. Lei non sembra avercela con me. Ha capito che non ho fatto nulla di proposito che non l'avrei mai lasciata da sola se avessi saputo che Dominic fosse lì. Prima o poi lo capirà anche Warren, anche se continua a guardarmi con sospetto. Inoltre lei è stranamente euforica da ieri. Non credo di averla mai vista così allegra, mentre Warren... be', è meglio stargli alla larga.

"Di Halloween" rispondo.

"Andate a una festa?" chiede lei.

Davvero non lo sa? Come è possibile?

"Non sai nulla della festa di Harvard?"

"Cosa dovrei sapere?" chiede lei, spostando lo sguardo da me a Warren e viceversa.

"Ogni anno per Halloween viene organizzata una festa al college" inizio a spiegarle, ma dalla sue espressione deduco che lei non ne sappia assolutamente nulla. "Viene fatta una gara e il costume più bello vince".

Il suo sguardo si illumina, sembra che le piaccia questa festa. Mi sento uno schifo a non averla coinvolta. Ogni anno io penso ai costumi per me e Warren e lui semplicemente si limita a indossarli. Avevo dimenticato che quest'anno avremmo passato Halloween anche con lei.

"Tu hai qualche idea?" le chiedo.

Abbassa lo sguardo e si pizzica il labbro inferiore tra pollice e indice. Quando fa così vuol dire che sta pensando a qualcosa e io vorrei sapere cosa.

"C'è qualche regola da rispettare?"

"Non devono fare paura" le spiego e lei sembra stupita.

"Costumi di Halloween che non fanno paura?" chiede scettica.

"Esatto. Il tema centrale della festa è quello di divertirsi e quindi i costumi devono far ridere".

"Quali costumi avete indossato l'anno scorso?" chiede lei.

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora