Capitolo 30

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WINNIE

Faccio un respiro più profondo. Non ho ancora aperto gli occhi, ma già sento la testa che mi scoppia. Che cos'è successo ieri? Perché sto così tanto male?

Provo a muovermi, ma non ci riesco. Il mio corpo non risponde ai miei comandi. Forse ho ancora bisogno di qualche minuto per svegliarmi completamente. A breve ci proverò di nuovo.

Respiro ancora. Inspiro lentamente ed espiro con la stessa velocità, cercando di ritrovare un po' di pace e un po' di sollievo da questo mal di testa. Mi sembra che ci sia un martello pneumatico che mi fracassa le tempie. Voglio che smetta subito.

Faccio un altro respiro profondo e cerco di muovermi. Stavolta ci riesco, ma mi sfugge un lamento che non riesco a trattenere. In quel momento realizzo che qualcosa di caldo e pesante mi sta schiacciando. Era proprio quella cosa calda e pesante che mi impediva i movimenti. Adesso, però, sono riuscita a muovermi almeno un po'. Sono riuscita a mettermi su un fianco, ma questa cosa, forse una coperta, è ancora addosso a me.

Mi sforzo nonostante il mal di testa e dopo qualche secondo riesco ad aprire gli occhi. Li socchiudo appena un po', poi riesco ad aprirli di più, sbattendo le palpebre diverse volte per abituarmi alla luce.

Spalanco gli occhi non appena incontro gli occhi di Warren davanti a me. Faccio per indietreggiare, ma finisco contro qualcosa e non riesco a muovermi più di così. Socchiudo le labbra per lo stupore, mentre gli occhi di Warren continuano a osservarmi in silenzio.

"Come ti senti questa mattina?" mi chiede con voce bassa.

Deglutisco. Perché Warren è nel mio letto? Che diavolo è successo ieri?

"Ehm... mi fa male la testa" riesco a dire. La mia voce è completamente diversa dal solito. È bassa e non sembro nemmeno io.

"Dopo la sbronza di ieri sera è normale" dice.

La sbronza di ieri sera? Che cosa è successo ieri sera?

Abbasso appena un po' lo sguardo e capisco che la cosa calda e pesante che mi impedisce di muovermi sono due braccia. Uno è di Warren. La sua mano è poggiata contro il mio fianco e non sembra che abbia intenzione di togliersi da lì. L'altro è il braccio di Alex, che è sdraiato dietro di me e che mi sta stringendo all'altezza della pancia. Sento il suo torace premuto contro la mia schiena e quando guardo ancora più giù, vedo un groviglio di gambe incastrate.

Improvvisamente alcuni dei ricordi di ieri sera riaffiorano. Liam, sua moglie, la bottiglia di vino che improvvisamente era diventata la mia migliore amica, Alex e Warren che mi guardavano dalla porta.

"Oh, porca miseria!" esclamo, portandomi una mano sulla fronte.

Warren sbuffa appena una risatina. Sembra che abbia capito che ho appena realizzato. La situazione adesso è strana e anche inquietante e imbarazzante e io... io adesso vorrei solo sotterrarmi. Almeno cinque o sei metri sottoterra. Forse lì non proverei tanta vergogna.

"Ti sei appena ricordata quello che è successo ieri sera?" mi chiede e il suo sguardo scende di poco, raggiungendo il mio collo. Guarda lì per qualche secondo e alla fine torna a guardarmi negli occhi.

Le mie guance prendono fuoco perché sì, ho appena ricordato quello che è successo e perché sì, adesso vorrei vivere in un altro continente.

Annuisco appena e Warren si lascia sfuggire un altra piccola risata.

In questo momento realizzo di avere ancora le loro mani addosso. Abbasso lo sguardo e vedo le sue dita aggrappate al mio fianco. Mi sta stringendo con forza e alla fine mi farà uscire i lividi se non mi lascia subito andare.

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora