WINNIE
"Io e mia sorella contro il mondo".
È questo che mi ripeto da quando ho memoria.
"Io e mia sorella contro il mostro".
È questo che mi ripeto da quando abbiamo saputo della sua malattia.
Sono passati anni da quel giorno e la situazione non è di certo migliorata. Lei entra ed esce dagli ospedali. Io la seguo perché non posso pensare che lei rimanga da sola.
Aveva nove anni la prima volta che si è sentita male. Dopo quel giorno è successo moltissime altre volte. Diventava pallida, smetteva di muoversi e poi perdeva i sensi.
La prima volta che è successo la ricordo appena. Forse è stato il trauma, un modo di proteggermi da tutta quella paura. Le volte successive le ricordo bene però e non sono riuscita a proteggermi da tutto quel terrore.
Sto aprendo le tende perché ultimamente Coraline ha preso il brutto vizio di svegliarsi tardi. Sono contenta che sia estate perché posso venire a trovarla anche di mattina, ma è lei che non è felice di vedermi alle 8 nella sua stanza.
"Vattene via" mi dice, tirando il lenzuolo fin sopra la testa.
"È ora di svegliarsi, Cora" le dico, afferrando la stoffa per tirarla giù.
"Non mi va! Ho sonno. Torna domani".
Sbuffo, poi mi avvicino alla porta della sua stanza. La chiudo e aspetto qualche secondo.
Coraline tira fuori la testa e io le rivolgo un sorrisetto.
"Ti odio" mi dice.
Sorrido e riapro la porta, altrimenti le infermiere si arrabbiano con me. Torno da mia sorella e afferro una delle sedie per sistemarla accanto al suo letto, poi mi siedo al suo fianco.
"Ok, ok. Sono sveglia".
"Finalmente" dico con ironia.
"Neanche quando andavo a scuola mi svegliavo così presto" si lamenta di nuovo.
"A proposito di scuola" inizio io.
"No, ti prego".
"L'hai nominata tu" le faccio notare, togliendomi di dosso tutte le responsabilità. "Non hai ancora finito i compiti delle vacanze".
"Tanto non ci torno a scuola, perciò è inutile farli".
"E chi te l'ha detto che non ci torni?" le chiedo.
"Non ci esco da questo ospedale".
"Ripeto la domanda: e chi te l'ha detto?"
"Nessuno. Lo so e basta".
Mi alzo dalla sedia e mi siedo direttamente sul bordo del suo letto. Coraline incrocia le braccia e guarda da un'altra parte per evitare il contatto visivo con me.
"Cora" la richiamo.
Continua a evitarmi. Non vuole mostrarmi il suo stato d'animo. Da quando ha scoperto della malattia è cambiata molto. Forse siamo cambiate entrambe. Prima era una ragazzina solare, con la battuta sempre pronta e la voglia di vivere. Quella voglia l'ho vista sparire sempre di più.
Quando i dottori ci hanno comunicato ufficialmente quale fosse la sua malattia lei non si è lasciata abbattere. Io ho sentito il mio mondo cadere, l'ho sentito vacillare per poi infrangersi al suolo. Lei mi ha preso la mano e mi ha sorriso.
"Io e te contro il mostro" mi ha detto, stringendomi con forza la mano.
Non l'ho mai vista sorridere in quel modo. Dove ha trovato la forza di sorridere dopo una notizia del genere? Come ha fatto a reagire in quel modo dopo la diagnosi di una malattia neuro degenerativa? All'inizio avevo creduto che non sapesse il significato delle parole dette dal medico, ma dopo quattro anni mi sono resa conto che lei il significato lo aveva compreso dal primo giorno, semplicemente aveva deciso di lottare contro quel mostro usando il suo sorriso. Aveva indossato quel bellissimo sorriso come corazza per cercare di proteggersi dai colpi della malattia, ma negli anni le sue labbra hanno smesso di incurvarsi verso l'alto. Forse non si aspettava che questa lotta fosse così difficile, forse non credeva che questo mostro avrebbe resistito per così tanto tempo e non immaginava che per colpa sua non avrebbe potuto praticare sport o andare a scuola insieme a tutti i suoi amici.
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Winnie: istruzioni per l'uso
Chick-LitWinnie ha aspettato quella lettera con ansia, ma nel momento in cui l'ha avuta tra le mani si è resa conto che non poteva lasciare tutto. A Philadelphia c'era ciò che era veramente importante per lei e che non poteva abbandonare. Il destino, però, g...