Capitolo 33

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WINNIE

Stamattina mi sento a pezzi. Sono talmente distrutta che non trovo nemmeno la forza per spegnere la sveglia che suona da almeno un paio di minuti. Me ne sto sdraiata a pancia in giù, con gli occhi rivolti verso il cellulare e il braccio che penzola dal bordo del letto.

"Ehi, ma che cavolo, Winnie!" si lamenta Alex, entrando nella mia stanza.

Muovo soltanto gli occhi per guardarlo. Non ho le forze per fare nulla. Non voglio alzarmi da questo letto. Non voglio fare niente di niente.

"Ma non la senti la sveglia?" mi chiede, raggiungendo il mio comodino per poi far scorrere il dito sullo schermo per far finire questo inferno che va avanti da troppo tempo.

"Scusa" sussurro, ma sono appena percettibile dato che le parole mi escono male a causa della guancia premuta contro il cuscino.

Alex si abbassa sulle ginocchia e mi guarda negli occhi. "Che hai?"

"Niente".

"Avanti, parla" mi esorta, ma io scuoto la testa. "Ok, non parlare. Però alzati in piedi almeno". Scuoto di nuovo la testa.

Alex sbuffa, poi si alza in piedi. Chiudo gli occhi, convinta che mi lascerà in pace, ma li spalanco di nuovo quando mi sento afferrare di peso. Alex mi carica in spalla e le mie proteste e richieste per essere messa giù sono del tutto inutili. Poggio le mani contro la sua schiena per avere un maggiore appiglio, mentre lui mi tiene con una mano intorno alle cosce. Entriamo in cucina e mi lascia solo quando mi mette seduta su una delle sedie. Lo guardo male per avermi trascinata di peso in questo modo, ma subito noto anche Warren, che ci guarda con confusione.

Sbuffo e incrocio le braccia. Oggi non è proprio giornata.

"Adesso mi dici che ti prende?" mi chiede di nuovo Alex.

"Perché adesso te lo dovrei dire? Stavo tanto bene nel mio letto e tu mi hai portato di peso qui. Se prima avevo anche la più piccola intenzione di dirtelo, adesso non mi va più" protesto, incrociando le braccia.

Warren e Alex si scambiano qualche sguardo, ma non dicono una parola. Io faccio un lungo sospiro e cerco di calmare i nervi. Non ho chiuso occhio stanotte. Non ho fatto altro che sentire e risentire il messaggio di Coraline. Al solo pensiero di quelle parole, la mia gola inizia a bruciare di nuovo. Non so se sono in grado di riuscire a sopportare ancora a lungo una cosa del genere. La sua assenza mi devasta.

Forse Alex e Warren parlano una lingua tutta loro, ma in qualche modo basta uno sguardo per capirsi a vicenda e decidere di lasciarmi in pace. Non mi fanno più domande e io ne sono immensamente grata a entrambi.

"Vuoi una mela?" mi chiede Alex, avvicinandosi al cesto della frutta. Annuisco e lui me la lancia, prima di iniziare a cercare nel frigo qualcosa per sé. "È confermato per stasera o preferisci un altro giorno?"

"Di che parli?" chiedo confusa.

"Del nostro appuntamento" spiega. "Te lo chiedo perché magari vuoi rimandare, visto che non sei dell'umore".

Noto la tenerezza nel suo sguardo. Alex è dolcissimo e credo che troppo spesso non se ne renda conto da solo. Vorrei che lo notasse di più.

"Va benissimo per stasera" gli dico con un sorriso.

Preferirei passare tutta la giornata nel letto a non fare nulla, ma forse ho proprio bisogno di distrarmi. È la cosa che necessito maggiormente.

"Fantastico" dice, rivolgendosi a me, poi si gira verso War. "Tu stasera non ti fai vedere".

"Perché?" chiede lui, mentre sorseggia il suo caffè stando comodamente poggiato contro il piano delle cucina.

"Perché abbiamo deciso di fare questo appuntamento in casa e non sarà un vero appuntamento se ci sarai tu".

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora