Capitolo 23

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WINNIE

Quando Warren torna al tavolino, lo vedo mentre sistema il portafoglio nella tasca posteriore dei jeans. "Andiamo?" mi chiede, guardandomi dall'alto.

Non rispondo, ma mi alzo in piedi, afferrando la mia solita borsa con la tracolla. Faccio per andare verso la cassa, ma Warren mi ferma, dicendomi che ha già pagato. Sollevo le spalle. Forse è il suo modo di chiedermi scusa per i suoi modi orribili.

Usciamo dal locale e risaliamo in macchina. Mentre mi allaccio la cintura, mi rendo conto di avere lo sguardo di Warren addosso.

"Dove devo portarti?" mi chiede svogliato.

"Al canile" rispondo. Lui rimane in silenzio e mi guarda. "Che c'è?" gli chiedo, notando il modo in cui si è bloccato. Perché reagisce male a qualunque cosa?

"Fai volontariato lì?" mi chiede, sollevando un sopracciglio.

"Sì, problemi?"

Mi sto innervosendo con i suoi modi di fare. Odio quando tutto ciò che faccio diventa una rottura di scatole per lui. Non gli chiedo mai niente. Non gli ho chiesto io di allenarci insieme la mattina, non gli ho chiesto io di portarmi in giro questa mattina, non gli ho chiesto io di avere un milione di segreti con me.

Abbassa leggermente lo sguardo, studiandomi dalla testa ai piedi. Deglutisce, poi si gira e mette in moto, guidando per arrivare al canile. Non capisco perché abbia avuto questa reazione. Cosa lo infastidisce del fatto che io faccia volontariato? È per la stessa ragione di Alex?

"È questo che fai ogni domenica mattina?" mi chiede dopo diversi minuti di silenzio.

"Non solo la domenica. Quando riesco vado anche altri giorni?"

"Non hai mai considerato l'idea di riposarti ogni tanto?"

Sollevo gli occhi al cielo. Ecco, ci risiamo. Ricominciamo con il discorso che non sto ferma un minuto e che dedico sempre tempo a qualsiasi cosa e poco a loro. Ma qual è il loro problema? Perché ognuno di loro non pensa semplicemente a vivere la sua vita?

"Non mi piace stare ferma a non fare niente. Mi piace avere delle giornate impegnate" tento di giustificarmi. Evito di voltarmi verso di lui. Continuo a fissare la strada di fronte a noi, rendendomi conto che manca pochissimo alla nostra destinazione.

"Prima o poi ti si scaricheranno le batterie".

"Sono belle cariche, non preoccuparti" rispondo acida. Warren sbuffa una piccola risata, poi accosta. Scendo dalla sua auto e mi rendo conto che lui fissa per qualche istante il canile. "Tutto ok?" chiedo.

I suoi occhi tornano su di me. Annuisce e io lo saluto, richiudendo lo sportello. Lo vedo andare via e io torno a dedicare tutta la mia attenzione al canile. Non vedo l'ora di vedere Moka. Entro all'interno e vado subito verso il recinto. Non passano molti secondi prima che la cagnolona si accorga di me. Da quando mi vede a quando mi ritrovo a terra con tutta la sua bava sulla faccia passano pochissimi istanti.

"Moka, fammi alzare" le dico, cercando di fermarla. Scodinzola felice e poco dopo si allontana. Mi tiro leggermente su, poggiando i gomiti sul prato. Sollevo lo sguardo e mi rendo conto che è stato Liam a tirare Moka indietro.

"Grazie" dico ridendo per la situazione assurda. Non è possibile che ogni volta che arrivo qui qualcuno deve venire ad aiutarmi perché Moka non ha la minima intenzione di lasciarmi andare.

"Secondo me la devi adottare".

"Sarebbe bello" dico, tirandomi di nuovo su in piedi e rivolgendo un sorriso a Liam.

Dio, quanto è bello.

"Adottala" suggerisce come se fosse facile.

"Mi piacerebbe davvero tanto, ma dove vivo non sono ammessi animali. Un gattino sarebbe facile da nascondere, ma un colosso come Moka è letteralmente impossibile".

Winnie: istruzioni per l'usoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora