Capter 21

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Emilee pov.

Mi svegliai di soprassalto, come al solito William doveva rovinare tutto, quasi come se non volesse che io sapessi, o che non lo dicessi a Mike.

Michael <tu-tutto apposto?>, lo sentì chiedermi da Mike, sembrava preoccupato.

Emilee <più o meno dai>

Michael <incubo?>, rimasi scioccata non appena me lo chiese, come cavolo?

Emilee <si ma come?>

Michael <lo sparato così e poi, praticamente avevi la testa sulla mia spalla e ti eri mossa>

Emilee <oh, scusami tanto e che, purtroppo, non riesco a controllare i miei incubi, vengono da soli...> e continuai a parlare con Mike, nel mentre che ci avvicinammo, alle altre persone per entrare a far visita a mamma, avevo un secondo guardato l'orario sul grande orologio appeso al muro, mancava dieci alle undici, cavoletti quanto avevo dormito, anche se sembrava durato di più il sogno.

Così Mike, percependo la mia ansia, mi prese la mano e ci incamminammo insieme vicino alla folla di persone che come noi, stavano aspettando di far visita ai propri parenti.

Michael <andrà bene tranquilla>

Emilee <lo spero Mike davvero, il fatto che ho gridato cose così brutte a mamma e poi sia successo tutto questo, mi fa malissimo, avrei tanto voluto che, non fosse mai successo>

Michael <lo so, lo capisco, ma sono sicuro che tua madre ti ami tanto e capisca ciò che hai provato.
Vedrai che andrà bene, ne sono sicuro>, mi sorrise Mike, ed io non capivo come faceva, mi infondeva coraggio, o per lo meno l'idea di provarci, era bellissima questa cosa, tant'è, che mi contagiò e sorrisi anch'io.

Emilee <grazie Mike...Sei un angelo!>, lo abbracciai, mi venne spontaneo farlo.

Ma le undici scattarono sul orologio, ed i medici come promesso fecero entrare tutti, io dovetti chiedere però, in che stanza era mamma, per fortuna che c'era un'infermiera proprio lì in corridoio.

<stanza 52>, mi disse l'infermiera, ed io ero sempre meno pronta, per vedere mamma in quello stato, non sapevo con certezza che cosa gli aveva fatto, ma potevo certamente immaginare, mi bloccai più e più volte dinnanzi alla sua porta, non ero psicologicamente pronta, ma grazie a Mike, che mi aiutò rassicurandomi, riuscì ad entrare, per fortuna era sveglia.

Emilee <hey ma-mamma>, dissi piano, effettivamente la vidi, non era messa proprio bene, era piena di lividi e questi lividi sembravano anche piuttosto profondi, per fortuna che la signora Mitchell l'aveva trovata in tempo.

Michelle <pi-piccola mia>, la sentì rispondermi a fatica, ed io mollai la mano di Mike, per andare accanto al lettino e prendere quella di mamma.

Emilee <oh ma-mamma, mi dispiace così tanto, i-io non volevo>, ma poi, giustamente le lacrime presero a scendermi, pretenziose e coppiose, n-non riuscivo mai a controllarmi quando si parlava della mia famiglia.

Michelle <no-non ti pr-pre-preoccupare te-tesoro e-e tutto a-apposto>, la sentì anche Mike parlare così e lo vidi dai suoi occhi, dispiaceva tanto anche a me, ma la mamma era sempre la mamma.

Michelle <oh ehm, chi-chi è que-questo bel gio-giovanotto?>, arrosì, ma gli presentai Mike.

Emilee <mamma, lui è Mike, l'ho conosciuto nella città dove io e Shirly ci siamo trasferite per un mesetto>

Michelle <oh che-che bello, ti-ti sei fatta gli a-amici, so-sono felice>, la vidi a stento provare a fare un sorriso.

Emilee <mamma, non sforzarti, ora la cosa più importante è che tu ti riprenda>

Five Night At Freddy's-La bambina sopravvissuta a William AftonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora