"Se l'impasto è troppo appiccicoso aggiungici altra farina,fino a quando non diventa omogeneo e liscio"guardo attentamente le mosse che Luke stava facendo con il suo impasto e poi le applico sul mio,solo che a quanto pare qualcosa va storto.
"Mya perché il tuo ha i buchi?"chiede Vic facendo una palla con il sui impasto perfetto.
Le lancio un occhiata e continuo a torturare il mio impasto fino a quando Luke non viene in mio aiuto,o meglio del mio impasto,e mi fa vedere passo per passo come fare.Dopo che,due mesi fa,ho scoperto che Luke ha origini italiane gli ho chiesto di insegnarmi qualcosa e così ogni sabato mattina ci mettiamo ad impastare e da qualche settimana si sono aggiunti anche Vic e Hen,che ovviamente riescono meglio di me a fare la pizza.
Con il piede allontano Atena,che vuole salire sulle mie spalle e con un braccio tengo lontano Hen,che si era imputato per aiutarmi,ma,essendo testarda,non volevo il suo aiuto."Hen,Vic che ne dite di andare a comprare la mozzarella,che è finita?"li distare mia madre mentre Luke metteva a far lievitare i loro impasti.
Ringrazio mentalmente Camille e poi guardo Luke in cerca di una mano.
Sorride e si avvicina a me.
Mi fa pulire le mani e poi mi fa vedere come fare per aggiustare la situazione.
"Cucinare mi ha sempre aiutato con l'ansia"mi dice mentre tiene lo sguardo sulle sue mani.
"Quando ero piccolo mi mettevo sullo sgabello e osservavo i miei genitori cucinare,poi mi sono aggiunto anche io,mia madre si lamentava per tutto il casino che facevo ma piano piano ho imparato ad essere ordinato,anche perché chi la vuole sentire Camille"ridacchio e lo guardo."Come si chiamano i tuoi genitori?"gli chiedo curiosa sedendomi sullo sgabello di fronte a lui.
"Diane e Malcom"mi risponde lui.
"E che tipi sono?".
"Mia madre è letteralmente la persona più dolce che io conosca,viaggiava spesso quando era giovane e faceva amicizia con tutti ovunque andasse,e avrebbe voluto tanto diventare nonna e mio padre ha seguito mia madre dappertutto perché ne era innamorato perso"racconta lui con un sorriso,sorrido anche io trovando la cosa carina e quando lui alza lo sguardo su di me io lo distolgo.
"I tuoi nonni invece?".
"Lili e Steve sono i genitori di Josh e purtroppo vivono a Londra,ma sono due persone con un cuore d'oro e che mi voglio davvero bene,mentre Ashley e Robert sono i genitori di Camille e sono delle persone pimpanti,sono sempre sempre fare qualche attività ricreativa con i loro coetanei,e purtroppo non vedo nessuno dei quattro da tanto"dico con un sorriso triste.Luke prende una manciata di farina e me la tira,spalanco la bocca e ci metto qualche secondo a realizzare cosa stava succedendo.
Afferro il sacchetto della farina,Luke scatta verso il corridoio e io gli corro dietro.
Saliamo al piano di sopra,entriamo dentro la camera degli ospiti e,passando sopra il letto,Luke riesce ad evitarmi e poi corre di sotto.
Mia madre esce dal bagno e appena rientra
in salotto la farina di Luke,che avrebbe dovuto colpire me,colpisce lei.Cala il silenzio e lo sguardo sguardo ci lanciamo io e Luke è di puro terrore.
Dopo pochi secondi mia madre scoppia a ridere e io aggrotto le sopracciglia,Luke la segue e quando Camille lancia la farina a Luke scoppio a ridere anche io.
E per qualche strano motivo mi dimentico dei miei problemi,il mio cuore batte forte e sento un tepore famigliare,come quando sono con Billie.Vic e Hen rientrano a casa e appena ci vedono sporchi di farina si uniscono anche loro a questa specie di lotta e così passiamo l'ultima mezz'ora a rincorrerci e poi,dopo aver pulito,ci mettiamo a vedere un film.
Purtroppo la combo tra il caldo della coperta e la spalla comoda di Hen mi colpiscono in pieno e mi addormento a metà del film.Billie guida per le strade di LA e io mi fermo a guardarla.
"Ripetimi perché non mi accompagni a piedi a scuola?"le chiedo.
"Te l'ho già detto Mimi,sei in ritardo e in auto facciamo più velocemente"mi dice lei.
Resto in silenzio cercando di ricordarmi quando me lo avesse detto ma noto i cancelli della scuola quindi smetto di pensarci e,non appena l'auto si ferma,recupero lo zaino.
"Grazie amore,ci vediamo stasera?"le chiedo dandole un bacio.
"Ti dimentichi proprio di tutto vero?"chiede lei uscendo dall'auto con uno zaino.
Aggrotto le sopracciglia e scendo anche io,lei mi afferra una mano e mi trascina dentro.
Passiamo davanti la mio armadietto ma non ci fermiamo,Billie si dirige verso la palestra e poi verso il cortile.
Prima che usciamo mi fermo e di conseguenza si ferma anche lei.
"Ma dove stai andando?E da quando vieni a scuola?"le chiedo.
"Ti porto da tuo padre,so quanto odi ignorare queste situazioni e so anche che devi farlo prima o poi".
"Ma di che cosa parli?"le chiedo non capendo.
"Devi parlare con tuo padre,se non riesci a parlare con lui come puoi pretendere di riuscire a parlare con me del fatto che ti senti il mio segreto"il mio cuore perde un battito.
"N-non è vero,io non mi sento così"sussurro.
"Lo leggo nei tuoi occhi ogni volta che mi dici 'ti amo'"sento le lacrime affiorare e non riesco a impedire di farle uscire.
"Billie"provo a dire ma esce solo un filo di voce e lei incomincia a farsi più lontana.
"Parla con lui Mya o te ne pentirai,ti conosco".
"Billie"la richiamo ma lei sembra non sentirmi.
"Billie"provo a dire ancora una volta.
"Billie"urlo ma ottengo solo silenzio.
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Come out and play
RomansaMya dopo un'infanzia travagliata cambia città e vita trasferendosi a Los Angeles,e incominciando a nutrire un certo interesse per la sua vicina di casa