-her-

123 10 2
                                    

"Tu non capisci,io l'ho vista"dico per l'ennesima volta a mio fratello.
Eravamo a New York dato che due giorni fa c'è stato il Listening Party di Hit Me Hard And Soft e avevamo deciso di restare ancora un pò.
"E allora perché non hai accostato e non sei andata da lei?"mi chiede lui smettendo di accarezzare Peaches e cercando di tenera a basa Mousse,che voleva a tutti i costi giocare con lui.
"Perché lei stava sorridendo"mormoro mentre ogni briciola di felicità si sgetolava dentro di me.
"Ed era così bella come cinque anni fa"Finneas sospira e mi guarda.
"È strano".
"Cosa?"chiedo.
"Il fatto che tu l'abbia rincontrata solo adesso"dice lui.
"Sai che non abita più a Los Angeles,molto probabilmente si è trasferita qui"dico senza pensarci troppo.
"Comunque sia ti sei fregata da sola accettando di aiutare Camille con i preparativi del matrimonio,sono sicuro che ci sarà anche lei".
"Certo che ci sarà anche lei è sua figlia,ma tengo a Camille e non volevo dirle di no".

Il fatto è che io e Camille non abbiamo mai smesso di parlare in questi anni,sia telefonate che messaggi.
All'inizio si assicurava che io stessi bene poi però ha incominciato a raccontarmi qualcosa della vita di Mya.
Per esempio il fatto che è fidanzata,anche se non mi ha detto con chi,il fatto che ha una sua galleria e anche che è rimasta la solita ragazza sensibile ma che non si fa mettere i piedi in testa.
Insomma Camille mi ha detto poco e niente ma penso che sappia più io di lei che lei di me.
Molto probabilmente non sa nulla di me.
Questo fa male.
Sapere che mi odia al punto di non essere nemmeno curiosa di sapere se io sono felice adesso.
Ma senza di lei come posso essere felice?.

"Quindi quando incominciano i preparativi?"mi chiede Finneas distraendomi dai miei pensieri.
"La prossima settimana"dico guardando distrattamente il telefono.
"Stai bene?"mi chiede lui.
Io annuisco e lo guardo.
"Pensavo che fare coming out mi avrebbe reso felice perché era quello che volevo da tanto eppure mi sono resa conto che niente ha più importanza senza di lei"mormoro passandomi una mano sul viso.
"Sai che se è in una relazione seria e non vuole avere nessun contatto con te la devi lasciare andare".
"L'ho già lasciata andare cinque anni fa".
"Stronzate,non l'hai mai lasciata andare".
Io lo guardo restando in silenzio.
"Devi farlo al matrimonio"continua a parlare.
"Ti sei distrutta per cinque anni e adesso penso che sia arrivato il momento di smetterla".
"So che non mi ha dimenticato"dico convinta.
"Per l'amor del cielo è fidanzata da quasi sei anni praticamente".
"Non ti voglio ascoltare"dico mentre mi alzo ed esco dall'hotel.
Salgo nella mia auto e sfreccio per le strade di New York fino ad imboccare l'autostrada.

È infantile come comportamento,lo so,ma non ditemi che voi non siete mai scappati dalla verità almeno una volta.
Se vi può consolare a me potrebbero dare un premio per questo.
Sono veramente un portento nello scappare e ferire le persone.
Però Mya,lei è l'unica che non ho mai voluto ferite intenzionalmente ma poi l'ho fatto e me ne sono pentita ogni giorno.
Sono cresciuta e a volte mi capita di ripercorrere i momenti della mia vita e rendermi conto che avevo affrontato alcune cose veramente con i piedi.
Come quando rovinavo momenti belli solo perché ero triste,momenti che purtroppo non torneranno più o appunto la situazione con Mya.
Come si torna indietro?.
Non si può,questa è l'unica risposta.
Spingo sull'acceleratore e percorro l'autostrada ad una velocità che,se mia madre lo sapesse,mi ucciderebbe.

Il telefono squilla e accetto la chiamata.
-Torna indietro Bills,scusa se ho detto quelle cose-io rimango in silenzio e diminuisco la velocità.
-Hai ragione-dico.
-Su cosa?-chiede lui cauto.
-Io non l'ho mai lasciata andare e vederla oggi mi ha smosso dentro emozioni che pensavo di non provare più,ma lei non è più mia-mormoro e il mio labbro inferiore incomincia a tremare.
-Bills torna in hotel,ti ho detto mille volte che non devi schiacciare sull'acceleratore come se il mondo fosse fatto di zucchero filato-scoppio a ridere e mi asciugo le poche lacrime che mi sono cadute.
-Cinque minuti e sono lì-dico dopo minuti di silenzio.
-Ti voglio bene-.
-Anche io-dico prima di chiudere la chiamata.
Prima di tornare in hotel mi fermo da TacoBell e ordino due burrito piccanti.
Questo è il paradiso per me,penso mentre salgo in auto con la bocca piena.
Qualcuno colpisce il finestrino forte e io salto in aria quasi mi strozzandomi.

Come out and play Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora