CAPITOLO 12. SAM

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Il collegamento mentale con mio fratello si interrompe e volto lo sguardo verso Paula. Il dolore per la morte di Everett è molto più forte per lei dato che era il suo compagno, ma ora non può permettersi di urlare il suo lutto a pieni polmoni. Siamo nel seminterrato della casa del branco e, se facesse anche solo un fiato, Zagan ci rintraccerebbe in un attimo. Per cui, appena il legame di branco si spezza e il dolore ci colpisce, lei si infila uno straccio in bocca e morde, piegandosi su sé stessa e piangendo lacrime amare per la perdita del suo compagno, il padre del suo cucciolo.

Appena i guerrieri appostati al perimetro del villaggio hanno dato l'allarme, Everett si è precipitato fuori per farci guadagnare tempo, mentre io raggiungevo Paula e la conducevo il più velocemente possibile nel seminterrato. Per nasconderci al naso di Zagan, abbiamo rovesciato parecchie spezie e condimenti sul pavimento per evitare che percepisse il nostro odore. Spero con tutto il cuore che sia sufficiente.

Dei passi felpati risuonano sul soffitto, segno che Zagan è ancora nella sua forma di lupo e sta entrando nella casa del branco, poi lo sentiamo salire le scale. Abbiamo poco tempo per uscire di qui.

Mi rivolgo alla mia Luna con un collegamento mentale, sarebbe disastroso se Zagan udisse anche solo un nostro sussurro.

Io: "dobbiamo muoverci ora, Paula. Se riusciamo ad uscire e a raggiungere una squadra di guerrieri, forse abbiamo qualche possibilità"

Paula: "non posso muovermi tanto velocemente, Sam. Tu vai e cerca aiuto, io rimarrò qui ad aspettarti"

Io: "non posso lasciarti qui. Sei la mia Luna, ma sei anche una mia cara amica. Faremo così: usciamo il più piano possibile, dopodiché muterò nel mio lupo e mi salirai sulla schiena. Saremo più veloci e magari riusciremo ad arrivare al Branco dell'Eclissi d'Argento per chiedere aiuto"

Paula: "non sarà facile, potremmo anche non raggiungerlo mai"

Io: "dobbiamo tentare, lo dobbiamo a Everett e al tuo povero cucciolo"

Paula porta il suo sguardo sul pancione rigonfio. È al terzo mese inoltrato della gravidanza e manca davvero poco al parto. Per lei è difficile camminare, figuriamoci correre. Per questo è meglio che mi cavalchi, così da poterla portare lontano da questo campo di battaglia e tenerla al sicuro.

Alla fine lei annuisce, mentre le sue guance continuano ad essere rigate dalle lacrime per il suo compagno perduto. Anche io sto risentendo del legame di branco spezzato, ma devo farmi forza per lei.

La prendo per mano e ci avviciniamo alla porta del magazzino dove ci eravamo rinchiusi. Tendo le orecchie per essere sicuro che il campo sia libero, poi ci avviamo per le scale a passo lento e silenzioso. Quando arriviamo nell'atrio, riusciamo a sentire Zagan mentre rade al suolo l'ufficio di suo padre, frustrato di non riuscire a trovare l'obiettivo del suo odio. Guardo Paula negli occhi e vedo il terrore dipinto in essi.

Mimo un gesto di silenzio appoggiando il dito sulle labbra e cominciamo ad andare verso l'esterno, passando dal retro. Non ho intenzione di farle vedere il corpo martoriato di Everett. Potrebbe crollare definitivamente.

Una volta fuori, lascio che il mio lupo esca e mi chino per far salire Paula. Con il pancione ingombrante, la situazione è delicata e mette più tempo del normale per sistemarsi sulla mia groppa. Alla fine, riesce a salire e, dopo qualche passo lento per capire se è salda o meno contro la mia schiena, parto alla velocità della luce nella foresta, in direzione del branco alleato.

Procedo speditamente nella foresta, stando attento a non fare virate brusche o salti inutili in modo che Paula non sia sballottata troppo.

Io: "tutto bene, Paula?"

Paula: "si, sto bene. Non fermarti"

Scuoto la testa e ringhio in assenso, accelerando il passo e proseguendo lungo il sentiero.

Improvvisamente, qualcosa di grosso e possente mi arriva addosso, scaraventandomi contro un albero e lanciando Paula attraverso gli alberi.

Mi volto e il mio cuore salta un battito: Zagan.

Ci ha trovato.

Il suo lupo nero svetta sul mio e ringhia minaccioso, ma non ho intenzione di cedere. Mi sollevo sulle zampe e mi metto in posizione di difesa, pronto a dare la vita per la mia Luna.

Zagan muove le orecchie in varie direzioni, poi volta il muso leggermente a destra, prima di lanciarsi tra gli alberi. Sta andando da sua madre.

Mi raddrizzo e mi lancio all'inseguimento del lupo di Zagan, cercando di mordergli le zampe posteriori per farlo cadere o anche solo rallentarlo, ma lui non mi presta alcuna attenzione e continua imperterrito la ricerca di sua madre. La trova poco dopo, stesa svenuta sopra un cespuglio e fortunatamente illesa.

Zagan si ferma e ringhia contro Paula, che rinviene e lo vede appena in tempo per scansare il suo attacco. Paula corre verso di me, anche se non può essere molto veloce per il pancione. Io scatto nella sua direzione e lei si accuccia sotto di me, mentre il mio lupo la circonda con le zampe posizionandosi di fronte a Zagan per intimidirlo.

Serve a poco.

Zagan carica di nuovo contro di me e io contrattacco, lanciandomi contro il suo lupo e mordendolo sul collo. Le fauci di Zagan scattano e riesce ad addentare un mio orecchio, strappandone un pezzo e facendomi indietreggiare uggiolando per il dolore. Carica di nuovo, scontrandosi contro il mio fianco e affondando i denti nella mia schiena. Il morso è talmente forte che sento le costole scricchiolare sotto la sua presa. Guaisco di dolore, mentre cerco di morderlo dovunque possa raggiungerlo per fargli mollare la presa.

Afferro una delle zampe anteriori e mordo talmente forte da spezzargliela di netto. Zagan ruggisce rabbioso e si allontana, tenendo sollevata la zampa rotta. Rimarrà tale ancora per poco, dato che in forma di lupo guariamo più velocemente rispetto alla forma umana, per cui devo sfruttare questi minuti per combatterlo e sconfiggerlo. L'orecchio ha smesso di sanguinare, ma un po' di sangue si è rappreso sulla pelliccia intorno al mio occhio e non ho una buona visuale, ma poco importa. Sono il Gamma per un motivo.

Mi lancio contro il figlio di Everett e mi attacco di nuovo al suo collo, scuotendo la testa per infliggergli più danni possibili. Quando le sue zanne tentano di nuovo di mordermi, mi scanso e mi attacco al suo fianco, facendolo cadere di schiena e mordendolo nella zona morbida della pancia, lacerando e strappando la pelle con i miei canini affilati. Quasi lo sviscero prima che lui riesca a divincolarsi e a mettere un po di distanza tra noi, ma non gli lascio tempo. Piombo di nuovo su di lui e continuo a infliggere danni su danni al suo lupo, fino a quando non è che un ammasso di carne sanguinante e confuso, ma incredibilmente ancora vivo. Volto lo sguardo verso Paula che si è nascosta dietro un albero e osserva suo figlio, un misto di disperazione e sconsolatezza sul viso.

Pago a caro prezzo la mia distrazione, perché Zagan mi è di nuovo addosso, preda di una furia cieca, Mi colpisce talmente forte che volo attraverso la piccola radura in cui stiamo lottando e la mia schiena sbatte contro una quercia. Lo scricchiolio delle mie ossa risuona nel silenzio e atterro sull'erba in preda al panico: il colpo mi ha rotto la schiena e non riesco più a muovermi.

Zagan capisce di aver vinto e non mi rivolge più alcuna attenzione mentre si volta e avanza a passo lento e minaccioso verso sua madre.

Io: "Paula, ti prego, scappa! Mettiti in salvo!"

Paula mi guarda con nuove lacrime che solcano le sue guance e si volta per correre via, mentre il lupo nero la insegue con passo lento, evidentemente eccitato dalla caccia.

L'ultima cosa che sento prima di svenire sono le urla della mia Luna che scongiura suo figlio di risparmiarla.

Trilogia del Manto di Neve. Libro 1. Occhi ametistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora