CAPITOLO 46. DEAN

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Osservo il volto della mia bellissima compagna, mentre lei rimane accanto a me ad accarezzarmi le mani per cercare di calmare il mio tumulto interiore. Non sarà facile, ma la sua presenza mi conforta. È qui davanti a me, pronta a prendersi gran parte della merda del mio passato senza esitazione. È davvero una forza della natura, ed è mia.

Io: "sei davvero sicura di voler ascoltare questa storia? È davvero pesante e cruenta"

Julie: "più che sicura. Ma se tu vuoi lasciar perdere, possiamo parlarne in un altro momento. Non smetterò mai di ripeterti che non sei costretto a dirmi niente"

Io: "no, voglio davvero dirtelo. Ho bisogno di dirlo a qualcuno. Mi fa male ogni giorno, anche se provo a non pensarci. Rimandare questa conversazione non la renderà meno dolorosa"

Lei annuisce, poi si sistema a gambe incrociate davanti a me, sempre tenendomi le mani. Traccia piccoli cerchi sul dorso, lentamente e in modo costante, portando la mia mente a concentrarsi sul suo tocco e a placarsi almeno un po'.

Julie: "quando sei pronto, Dean. Non avere fretta"

Annuisco alle sue parole, abbassando lo sguardo sull'erba ricoperta di rugiada; cerco di rallentare il respiro, prima di cominciare a raccontare la mia storia tutta d'un fiato.

Io: "ok allora... è successo qualche mese dopo la mia prima trasformazione. Avevo quattordici anni quando... i Guerrieri di Elio mi hanno catturato"

Un sospiro spaventato scappa dalle labbra della piccola lupa. Alzo lo sguardo e la vedo impallidita, ma non è affatto una novità. Questa rivelazione fa sempre un grande effetto, dato che sono i più grandi nemici di noi lupi mannari.

Tutti coloro che appartengono alla nostra specie temono quel gruppo di umani invasati, che si sono posti l'obiettivo di cancellarci dalla faccia della terra. I Guerrieri di Elio sono l'organizzazione di cacciatori più pericolosa e organizzata. Tra tutte le persone ostili che la nostra razza abbia mai affrontato, loro sono i peggiori. Sono dei pazzi senza scrupoli e neanche un briciolo di empatia. Passano la loro vita a rastrellare foreste e città alla ricerca di esemplari in grado di mutare in un animale. Se si limitassero ad ucciderci, sarebbe una fortuna per chi finisce nelle loro grinfie. Ciò che fanno a chi viene rapito non ha niente di umano; la morte è di gran lunga preferibile alle loro torture.

Julie: "oh mia Dea... ti hanno catturato i cacciatori? Quei cacciatori?"

Annuisco guardando altrove e, con la coda dell'occhio, noto che i suoi si stanno riempiendo di lacrime. Anche questa non è una reazione nuova.

Io: "sì, sono stato loro prigioniero per un anno, giorno più o giorno meno. Era una piccola cellula, per fortuna non era il loro quartier generale o non sarei qui oggi"

Un paio di lacrime rigano le guance della piccola lupa, mentre dal legame percepisco una stretta al suo cuore. E non sono ancora arrivato alla parte peggiore, ma sarà meglio che parta dall'inizio.

Io: "il giorno che mi hanno preso avevo compiuto quattordici anni da poco, come ti avevo detto. Ero appena entrato in contatto con il mio lupo ed ero molto felice. Sono stato l'ultimo dei miei coetanei a subire la prima trasformazione ed ero molto sollevato che fosse avvenuta. Avevo paura di non essere un lupo mannaro e che non sarei mai riuscito a mutare. Quando è successo passavo gran parte delle giornate a vagare per la foresta in pelliccia e Lena, la mia madre adottiva, era perennemente preoccupata durante le mie scampagnate"

Julie: "aspetta... madre adottiva?"

Io: "sì, Garrett e la sua compagna Lena mi hanno trovato nelle terre di nessuno quando ero solo un neonato. Mi hanno recuperato nel bosco e mi hanno preso con loro. Non lo sapevi?"

Trilogia del Manto di Neve. Libro 1. Occhi ametistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora