CAPITOLO 18. JULIE

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I quattro giorni che avevo chiesto al Consiglio per trovare una condanna per Zagan sono passati e sono stati fruttuosi in molte direzioni.

C'è stato il funerale di Alfa Everett, Luna Paula e il loro cucciolo a cui tutto il branco ha partecipato. Per me è stato straziante vedere tutti in lacrime per la loro morte, così ho deciso di eseguire il Rituale dell'Alfa due giorni dopo, in modo da risollevare il morale delle persone come aveva fatto Alfa Everett. Ha funzionato e questa piccola conferma è stata di grande aiuto ai lupi per andare avanti.

Il funerale è stato davvero commovente. Come da tradizione, le navate erano addobbate con ghirlande di aconito blu; è tossico, ma per noi lupi simboleggia la fine della vita terrena di uno della nostra specie. Dopo la morte, crediamo che i lupi buoni e meritevoli arrivino nella foresta celeste, un luogo che gli umani definiscono come paradiso in alcune religioni.

Nel libro che parla della storia del nostro credo, si narra di questo mondo ultraterreno descrivendolo come un'infinita foresta argentata, con pianure immense e fitti boschi in cui i lupi corrono in pace e per sempre. Tutto è illuminato dalla luce della luna piena, immerso in una limpida notte stellata che non ha mai termine. Lì si passa l'eternità in forma di lupo, correndo fianco a fianco con i propri antenati, giocando e cacciando con loro fino alla fine dei tempi.

Tutti quanti erano vestiti a lutto e quando sono cominciati i discorsi commemorativi, tutto il branco è scoppiato a piangere senza contenersi. Non fossi stata l'Alfa mi sarei lasciata andare anche io, ma ho optato per delle lacrime silenziose per mantenere il decoro. Dopo la funzione, ci siamo riuniti tutti nella piazza davanti alla casa del branco per il rinfresco e per scambiarci storie sui defunti. Sono andati avanti quasi per tutta la notte, ma io ho presenziato finché potevo. Le mie ricerche per Zagan occupavano la mia mente senza lasciare spazio per altri pensieri, così ho lasciato che Dean si occupasse di tutti i presenti, mentre io mi rituffavo tra i libri nel mio ufficio dopo aver saccheggiato la biblioteca.

Anche il mio Rituale è andato bene. Nessun fronzolo o decorazione, solo il Tempio della Dea in tutta la sua bellezza. Ho indossato un abito con taglio greco, bianco con scollo a cuore e una cintura in vita dello stesso colore dei miei occhi. Ho anche dovuto imparare a camminare sui tacchi nel giro di un giorno, ma ho fatto la mia figura grazie anche all'aiuto di Sienna.

A quanto pare, in questi ultimi mesi mi sono fatta un buon nome tra le persone e questo le ha portate a fidarsi di me e ad accettarmi subito come loro nuova Alfa, proprio come aveva detto mia mamma. Spero davvero di non deludere lei e il branco, non credo che lo sopporterei.

Comunque, anche durante i festeggiamenti in mio onore, l'unica cosa a cui pensavo era il processo di Zagan, tanto che ho di nuovo mollato Dean ad occuparsi degli invitati mentre io mi rintanavo nel mio ufficio. in compenso, ho trovato qualcosa di utile in un libro chiamato "Branco del Manto di Neve. Storia, usi e tradizioni dimenticate". L'ho sottoposto al Consiglio e hanno approvato, sorpresi che il nostro branco usasse un metodo così peculiare.

Ora sto contando i minuti nel mio ufficio prima del processo. La mia lupa vorrebbe tanto strappargli la gola con le zanne e sentire il sapore del suo sangue sulla lingua, ma quello che ho escogitato sarà ancora peggio della morte.

Mentre rimugino seduta dietro la mia scrivania, Dean bussa alla porta e si affaccia nella stanza.

Dean: "Julie, è ora"

Io: "bene, sono pronta"

Esco dall'ufficio e Dean mi affianca mentre scendiamo le scale fino al piano terra, nella sala dove è avvenuta l'esecuzione di Josh. Tutti i posti sono pieni e alcuni sono addirittura in piedi dietro le panchine e attaccati gli uni agli altri per vedere il processo. Zagan è al centro della stanza, incatenato dal collo alle caviglie alle sbarre della gabbia in cui è rinchiuso. È sempre più ferino e, appena varco la soglia, i suoi occhi incontrano i miei. Non gli rivolgo la minima attenzione e riesco a sentirlo guardarmi e ringhiare di petto fino a quando non raggiungo il pulpito e comincio a parlare. Dopo, i suoi occhi viaggiano per tutta la sala, scrutando i volti dei presenti come se potesse ucciderli con lo sguardo. Nessuno si lascia spaventare però, anche perché Sam ha imparato la lezione dopo l'ultima volta e la sicurezza è alle stelle.

Trilogia del Manto di Neve. Libro 1. Occhi ametistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora