CAPITOLO 62. JULIE

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FLASHBACK

Io e Dom siamo nel giardino di fronte a casa nostra che ci alleniamo nel combattimento corpo a corpo. Ormai è da quando ho cinque anni che mi addestro con lui ogni giorno dopo la scuola e ora che ne ho undici, riesco finalmente a tenergli testa. Almeno all'inizio. Tutti questi anni di addestramento fai da te e gli allenamenti in palestra hanno modellato il mio corpo, rendendomi forte e veloce. Per non parlare di come sono cresciuta. Non sono alta un metro e novanta, ma lo sono abbastanza da poter lottare contro il mio fratellone. Finalmente.

Ci circondiamo a vicenda, aspettando che l'altro attacchi per primo.

Dom è sempre molto scettico sui nostri addestramenti indipendenti perché ha paura di fare troppo male alla sua dolce sorellina, anche se penso abbia più paura della reazione di nostra madre. È stata dura convincerlo dal farmi passare dal semplice potenziamento muscolare alla lotta contro di lui. Ogni volta devo rassicurarlo che non sono fragile e che non mi farà del male. Anche se succedesse, guarirei molto più in fretta di poco tempo fa, dato che la mia lupa è finalmente comparsa.

È successo prima del previsto, ma ne sono felice e lei è bellissima e potente. Ha la pelliccia color cioccolato con delle sfumature rossastre che brillano alla luce del sole, il muso affilato e zampe forti che mi portano ovunque. Ho già esplorato gran parte dei terreni del branco e qualche volta mi sono unita a Dom nelle sue passeggiate. L'ultima volta mi ha mostrato una bellissima radura, nascosta nel cuore della foresta. Una parete di roccia si ergeva verso il cielo per più di cinque metri e un corso d'acqua si gettava dall'altura, formando una cascata mozzafiato e un limpido lago sottostante. È diventato subito uno dei miei posti preferiti nelle terre del branco.

Ma sarà meglio che non mi distragga in questo momento o Dom potrebbe battermi facilmente come le ultime volte.

Mentre ci studiamo a vicenda girandoci intorno, gli sorrido e mi collego mentalmente con lui per assicurargli che non mi succederà niente di grave.

Questo sembra tutto ciò di cui Dom ha bisogno, prima di avvicinarsi e cominciare a tirare i suoi pugni micidiali. È davvero veloce, devo dargliene atto, ma anche i miei riflessi non scherzano. Evito gran parte dei suoi attacchi muovendomi rapidamente sui piedi, come se danzassi. Gli altri attacchi li blocco con le braccia prima di tirargli un bel montante, seguito da una serie di ganci destri e sinistri.

Dominic fa un passo indietro scuotendo la testa e sorridendo compiaciuto. Ora è in posizione di svantaggio e io ne approfitto per attaccare direttamente. Sferro pugni come se fossi al sacco, colpendolo in ogni punto scoperto e spingendolo indietro. La mia velocità è parecchio migliorata in questi anni e non riesce ad evitare o parare ogni mio colpo. Perde sempre più terreno, ma alla fine riesce a prendermi in contropiede.

Afferra il pugno che sto scagliando contro di lui e, usando il mio slancio contro di me, mi solleva e mi ribalta, mandandomi al tappeto. Non rimango distesa sull'erba a lungo, perché salto in piedi in neanche un secondo, rimettendomi in posizione di difesa. Dominic mi guarda soddisfatto e torniamo a studiarci a vicenda, ma so bene cosa sta per fare. Ormai conosco bene le sue tattiche e sono certa che ora si avvicinerà a me rotolando, colpendomi poi con un pugno sulla mascella e uno sul fianco per mozzarmi il respiro e disorientarmi per qualche secondo.

Incasso i colpi indurendo i muscoli e parando i successivi dritti e ganci che il mio fratellone mi scaglia contro. Facendo così, però, crea un'apertura nella sua guardia e la sfrutto senza lasciarmi scappare questa occasione. Senza perdere terreno e muovendomi con la velocità extra concessa dalla mia lupa, mi giro e gli tiro un calcio in pieno volto.

Dom perde l'equilibrio e cade rovinosamente a terra, un piccolo taglio sul labbro inferiore dove l'ho colpito che perde un paio di gocce di sangue. Non perdo tempo e mi lancio su di lui, bloccandolo a terra con il mio peso e impedendogli di alzarsi e continuare ad affrontarmi. Dom batte tre volte la mano sull'erba e si arrende, così lo lascio andare. Mi sollevo, mentre lui si gira sulla schiena e si sorregge su un gomito, mentre con l'altra mano si tocca il labbro ferito. Starà bene nel giro di pochi minuti grazie alla guarigione rapida, ma non so se sarà lo stesso per il suo ego maschile. La sua sorellina lo ha appena sbattuto con il culo per terra per la prima volta, non lo supererà tanto facilmente.

Trilogia del Manto di Neve. Libro 1. Occhi ametistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora