CAPITOLO 21. SAM

11 2 0
                                    

Torno di corsa alla caserma, contattando mentalmente i miei segugi migliori e alcuni dei guerrieri non impegnati. Mi dispiace doverli disturbare nel loro turno di riposo, ma questa è un'emergenza. Se aspettiamo troppo tempo, potremmo perdere le tracce delle canaglie e non sapere mai quale motivo si cela dietro il loro attacco.

Tutti i guerrieri che ho contattato rispondono affermativamente ai miei ordini e, quando arrivo in caserma ed entro nella sala riunioni, sono già tutti seduti intorno al tavolo.

Io: "non perdiamo tempo. Abbiamo appena subito un attacco da parte di 15 lupi solitari. Nessun ferito grave e tutti gli intrusi sul nostro territorio sono morti. Quelli che ci interessano sono i due individui che sono riusciti a scappare. In più, l'Alfa ha ordinato di mandare una pattuglia di supporto al confine nord, da cui sono passati per entrare nel nostro territorio"

Assegno ad ognuno il proprio compito, poi, insieme ai segugi, parto alla ricerca delle canaglie latitanti. Ci devono qualche spiegazione.

Usciamo di corsa dall'edificio, trasformandoci nei nostri lupi in corsa. La corsa è breve dato che sappiamo dove andare e, quando arriviamo nella piccola radura dove abbiamo appena combattuto, gli incaricati trovano immediatamente la direzione da seguire. La pista è ancora fresca, per cui facile da seguire. Ci lanciamo all'inseguimento a rotta di collo, i segugi con il muso a terra e noi guerrieri a coprirgli le spalle.

Sam: "serrate i ranghi. Ci stiamo avvicinando in fretta"

Il sole sta sorgendo quando riusciamo a raggiungere le canaglie e, di nuovo, ingaggiamo una lotta anche se non per uccidere. Questa volta li vogliamo vivi.

Sono solo in due, ma sono veloci e si sentono alle strette, per cui sono più pericolosi del solito. Ma anche se sono arrivati nel nostro territorio insieme, non si guardano le spalle a vicenda, per cui è facile sottometterli con il lavoro di squadra. Nonostante questo, però, sanno combattere. Ci ringhiano addosso e scattano verso di noi per intimidirci, schioccando le mascelle e drizzando i peli del collo. E noi abbiamo dei limiti. Il fatto di doverli riportare indietro vivi per interrogarli ci lega parecchio le mani.

Ci causano molti problemi con la loro aggressività e tenacia, ma una volta sfiniti, si arrendono e piegano il collo in segno di sottomissione.

Li costringiamo a tornare nella loro pelle, poi li incateniamo e li conduciamo fino alla prigione del branco, chiudendoli in cella. È una bella marcia per tornare al nostro branco, per cui arriviamo a destinazione al tramonto.

Una volta sistemati e chiamato Sienna per guarirle le lievi ferite della lotta, mi dirigo alla casa del branco per fare rapporto a Julie. Penso che vorrà partecipare all'interrogatorio.

Entro nell'edificio e, anche se tutti stanno finendo le loro giornate lavorative, sono sicuro che sia Dean che Julie sono ancora nei loro uffici sommersi dalle scartoffie. Busso alla porta della mia Alfa e, come volevasi dimostrare, la sua voce mi consente di entrare.

Io: "buonasera mia Alfa"

Julie: "Sam, li avete trovati?"

Io: "si, ora sono in cella in attesa di essere interrogati. Immagino che tu sarai presente"

Julie: "certo. Tu e Dean condurrete l'interrogatorio, mentre io guarderò in disparte. Anche se il mio aspetto prova il mio status di Alfa, non credo che potrei intimidirli a sufficienza essendo una donna"

Io: "si, immagino che sia la decisione giusta. Ma sarai libera di intervenire quando vuoi"

Julie: "penso che per questa volta lascerò fare a voi. Non sono molto preparata a gestire gli interrogatori, per cui mi limiterò ad imparare"

Trilogia del Manto di Neve. Libro 1. Occhi ametistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora