Capitolo 2

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Violet.

- Immagino che tu abbia appena conosciuto Evan. Io sono Dawson.

- Piacere, Violet. Dev'essere bello avere dei fratelli. - dico, anche se in realtà non ne ho idea essendo figlia unica.

- Abbastanza, noi tre siamo molto diversi. Spero che tua madre riesca ad aiutare mio fratello. È sempre stato riservato e piuttosto silenzioso, ma negli ultimi tempi la situazione è peggiorata.

- Volete unirvi a noi per pranzo? - ci interrompe Rebekah.

Accettiamo e il pranzo trascorre piacevolmente, anche se a parlare sono soprattutto mia madre, Rebekah e Dawson. Osservo il ragazzo seduto accanto a me.

- Se non ricordo male ti chiami Malcom. Studi pianoforte?

Alza lo sguardo dal suo piatto e mi guarda sospettoso.

- Come fai a saperlo?

- Ti ho sentito suonare poco fa, ma non volevo disturbarti. Sei molto bravo.

Mi conduce in una camera, una di quelle che non sono ancora riuscita a vedere.

- Il pianoforte è il mio migliore amico.

- Posso? - chiedo avvicinandomi allo strumento.

Mi siedo sullo sgabello e inizio a premere tasti a caso.

- Non credo proprio che faccia per me.

- Potrei insegnarti le basi.

In quella mezz'ora trascorsa insieme suoniamo e ridiamo della mia scarsa propensione alla musica, fino a quando arriva mia madre a interromperci. Prima di salutare tutti, Dawson mi prende da parte.

- Eri con Malcom?

- Sì, perchè? Abbiamo suonato insieme.

Lo dico come se fosse la cosa più banale del mondo, ma l'espressione stupefatta di Dawson mi fa cambiare idea.

- Stai scherzando, vero? Non fa mai avvicinare nessuno al suo pianoforte, nemmeno nostra madre. Devi possedere qualche potere speciale.

- Certo, ma non posso ancora rivelartelo. Anche tu hai una passione segreta?

- Il nuoto, mi fa sentire libero. Cosa mi dici di te?

- Credo che dovrei imparare da voi, io non ho una passione così. Tranne una, forse.

- Quale?

- Aiutare gli altri. Mia madre dice sempre che sono fin troppo altruista. 

- Sicuramente lo sarai visto che sei riuscita a far sorridere Malcom, ma con Evan sarebbe tutta un'altra storia.

Non dico niente, si è fatto tardi ed è giunto il momento di tornare a casa. Prima di addormentarmi un solo pensiero invade la mia mente, spero che mia madre mi porti ancora con sé a casa dei Coleman.

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