Capitolo 47

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Dawson.

Finito il film io, Gregory e Mia ci incamminiamo verso l'uscita fermandoci un attimo per decidere dove andare a mangiare qualcosa. Alla fine ci rechiamo in una pizzeria.

- Come procede con la tua ragazza? - chiede di punto in bianco Gregory.

- Tutto bene, sento che è l'amore della mia vita.

- Non ti sembra di essere un tantino esagerato? - interviene Mia con un tono leggermente acido.

- Dico sul serio, sono pazzo di lei.

Qualche ora più tardi, dopo esserci salutati, busso alla porta di Violet sperando di trovarla ancora sveglia.

- Ti credevo ancora in giro con i tuoi amici.

- Lo ero fino a poco fa, ma continuavo a pensarti e ho deciso di passare. Meredith è in casa?

- Sì, sta riordinando in cucina.

- Ti andrebbe se dormissi con te stanotte? Pensi che sarebbe un problema per lei?

- Splendida idea.


Violet.

Mia madre guarda Dawson con fare sospettoso.

- Se proprio vuoi restare a dormire per me va bene, ma a una condizione. La porta deve rimanere aperta e io farò lo stesso con la mia.

La ringraziamo e le auguriamo la buonanotte. Giunti in camera mia ci sediamo sul letto e scoppiamo a ridere.

- Scusa, mia madre è esageratamente protettiva nei miei confronti.

- Non deve preoccuparsi, non ho intenzione di metterti fretta.

Ci baciamo a lungo e alla fine ci addormentiamo abbracciati. La mattina seguente Dawson resta a fare colazione con noi. Oggi è domenica, quindi non devo andare scuola.

- Avete dormito bene? - chiede mia madre con tono fintamente disinteressato dopo che Dawson è andato via.

- Non è successo niente, se è questo che vuoi sapere. Comunque non sono una bambina, non devi sempre controllarmi.

- Per un genitore veder crescere i propri figli è difficile. Pensi di essere innamorata di lui?

- Stiamo bene insieme.

- Non è quello che ti ho chiesto. Qualche giorno fa anche Evan ha dormito a casa nostra, mi sembrava che ci fosse un certo feeling tra di voi.

- C'era anche Malcom, stava male e aveva bisogno di noi.

- È proprio un bel ragazzo, chissà in quante gli vanno dietro.

- Buon per lui, ma non sono affari miei. Sono la ragazza di Dawson.

- Va bene, ho capito.

- Vorrei farti una domanda. Quante volte ti sei innamorata?

- Ti sembrerà strano, ma solo una. Le altre erano cotte adolescenziali.

- Come si fa a capire con certezza che si è innamorati di qualcuno?

- Da madre single e divorziata non so fino a che punto io possa esserti d'aiuto. Però credo che tu ti stia ponendo troppe domande, quando sei innamorata lo sai e basta.

Il giorno seguente all'uscita di scuola Evan mi viene incontro.

- Sei qui per controllarmi o cosa?

- Per vederti, come hai fatto tu quando sei venuta a cercarmi al planetario.

- Molto spiritoso. Cosa devi dirmi?

- Entra in macchina, è importante. Sono pronto a raccontarti di Lukas.

Ci dirigiamo in uno spiazzale isolato.

- Quando mio padre se ne andò avevo solo sei anni. Qualche tempo dopo mia madre conobbe Lukas, si innamorarono e venne a vivere con noi. Presto divenne sempre più geloso e possessivo, ricorrendo a minacce e ricatti. Non era capace di tenersi un lavoro a lungo e questo gli causava molta rabbia. Prese a picchiare mia madre e qualche volta anche me nel tentativo di proteggere i miei fratelli. Un giorno io e Dawson riuscimmo a incastrarlo filmandolo col cellulare di mia madre mentre le faceva del male. Chiamammo la polizia e mostrammo il video. Prima di essere arrestato riuscì a colpirmi di striscio con un coltello. Promise che si sarebbe vendicato e che avrebbe ucciso mia madre. Ancora oggi paghiamo le conseguenze di quel periodo terribile.

- È una storia sconvolgente, come si fa a superare un trauma simile? Ti è rimasta la cicatrice?


Evan.

Decido di mostrargliela direttamente. Sollevo la maglietta, quel tanto che basta per fargliela vedere.

- Posso toccarla?

La sua richiesta mi spiazza, ma le faccio cenno di sì. Non ho mai permesso a nessuna ragazza di toccare la mia cicatrice, Violet è la prima. Mi sfiora il petto con la punta delle dita in maniera così delicata da sembrare il tocco di una farfalla. Metto la mano sulla sua per trattenerla ancora un istante. Devo ricordare a me stesso che si tratta della ragazza di mio fratello, ma vorrei che non smettesse mai.

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