Capitolo 25

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Evan.

Stasera la strada verso casa sembra più deserta che mai. Inizia a cadere qualche goccia di pioggia. A un certo punto mi sembra di vedere un'ombra, un uomo incappucciato. Una strana sensazione si fa spazio dentro di me. Mi avvicino sempre di più. 

- Se non te ne vai sarò costretto a chiamare la polizia.

- Non farlo.

La sua voce mi è familiare.

- Evan? Davvero non mi riconosci?

- Chi sei? Come fai a conoscere il mio nome?

In realtà credo di aver già intuito di chi si tratta, ma mi rifiuto di accettarlo.

- Non potrei mai dimenticarlo.

Si abbassa il cappuccio e finalmente riesco a vederlo bene in viso. È Jason, mio padre. Faccio un passo indietro.

- Perché sei qui? Cosa vuoi da me dopo tutto questo tempo?

- So che sono trascorsi molti anni dall'ultima volta che ti ho cercato, ma posso spiegare.

- Ho mantenuto il tuo segreto e non sai quanto mi è pesato farlo.

- È arrivato il momento che anche i tuoi fratelli conoscano tutta la storia.

Entriamo in casa. Appena mia madre si accorge della sua presenza impallidisce e barcolla. È Jason ad avvicinarsi a lei.

- Mi dispiace Rebekah, non volevo spaventarti.

Lo fulmina con gli occhi e lo spinge via.

- Adesso ti ricordi di noi? Avresti dovuto farlo tanto tempo fa.

- Dove sono Malcom e Dawson?

Sto per chiedere loro di abbassare la voce, ma è già troppo tardi. Dawson scende le scale, poi si ferma di colpo e rimane a fissarlo con un odio tale che per un attimo non lo riconosco più.

- Chi ti ha fatto entrare? Vattene via! Non voglio vederti un istante di più.

- So che sei arrabbiato con me, hai tutto il diritto di esserlo.

- Ho detto vattene! - lo dice tremando di rabbia e con gli occhi quasi usciti fuori dalle orbite.

- Dawson, ti prego, calmati. - interviene mia madre.

- Come hai potuto accoglierlo in casa? 

- Mi dispiace, ti chiedo solo la possibilità di spiegarmi. Ci sono tante cose di cui non sei a conoscenza.

- Non mi importa, è troppo tardi per le tue spiegazioni.

Solo adesso mi rendo conto che Malcom ci ascolta da tempo in silenzio. Lui non ricorda Jason, era troppo piccolo quando è andato via. Jason gli si avvicina incerto.

- Ciao Malcom, so che non ti ricordi di me. Vorrei imparare a conoscerti, se sei d'accordo.

- Prima di tutto rispondi a una domanda. Sei stato tu a seguirmi in questi giorni?

- Qualcuno ti ha seguito? Ne sei certo? Comunque posso assicurarti che non sono stato io.

A queste parole Malcom mi guarda come a cercare una risposta da me. Qualcuno sta cercando di avvicinarsi a lui ma questa persona non è Jason.

- Potrai restare qui questa notte, dormirai in una delle camere degli ospiti. - afferma mia madre ancora visibilmente scossa.

- Te ne sono grato. Domani parlerò ai ragazzi e poi vi prometto che se lo vorrete ancora me ne andrò per la mia strada.

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