Capitolo 46

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Rebekah.

Dopo aver accompagnato Malcom a scuola, Duncan mi raggiunge in giardino con un'espressione strana sul volto.

- Ieri notte ho ricevuto una telefonata da parte di Lukas.

- Non dovrebbe essere ancora in carcere?

- Ha scontato la sua pena ed è uscito più o meno un anno fa.

- In tutto questo tempo hai mantenuto i rapporti con lui?

- Ti assicuro di no, ma mi sono sempre tenuto informato per non essere colto di sorpresa.

- Cosa voleva?

- Ha detto che non ci libereremo mai di lui.

La paura mi stringe la gola. Speravo che fosse finita, invece Lukas è sempre più vicino a noi. Forse la parola fine non è mai stata scritta.


Avery.

Dopo aver fatto alcuni acquisti rientro a casa stanca ma soddisfatta. Mi preparo per un bel bagno bollente, ma mentre faccio scorrere l'acqua per riempire la vasca con idromassaggio sento suonare il campanello. Alla porta c'è Logan, non ha un bell'aspetto.

- Ti ricordo che oggi sarebbe il mio giorno libero.

- Ho bisogno di parlarti. - dice, poi notando il mio sguardo fisso sulla bottiglia di vino che ha in mano aggiunge - Non farmi la morale, non bevo più come prima.

- Da come barcolli non si direbbe.

- Sono venuto per bere in compagnia. Solo un goccio, che male potrà mai fare?

Lo faccio entrare e vado a chiudere il rubinetto. Logan stappa la bottiglia e riempie due bicchieri, dopo mi si avvicina e prova a baciarmi. Mi scosto leggermente e gli faccio capire che sta correndo troppo. Lo riporto alla realtà chiedendogli se ci sono stati ulteriori sviluppi.

- Apparentemente tutto tace, la quiete prima della tempesta. Verranno tempi duri, il mondo non sarà più come lo abbiamo conosciuto.

- Credi che la magia sia il male?

- Di sicuro lo provoca, basti pensare alla strage di Verdant del 1995. Tu eri troppo piccola, sicuramente non puoi ricordartene. Alcune famiglie vennero completamente sterminate.

- Di quali famiglie parli?

- Johnson, Emerson e Russell.

- Non permetteremo che accada nuovamente qualcosa di simile.

- Vivi da sola in questo grande appartamento? Ti va di raccontarmi qualcosa della tua infanzia?

- Accidenti Logan, quante domande stasera. Sono nata in una famiglia povera, spesso i miei genitori rimanevano senza lavoro per lunghi periodi. Un giorno mio padre trovò impiego in una miniera, ma i turni di lavoro erano massacranti. Qualche mese dopo morì travolto da un macchinario e mia madre cadde in depressione. Andai a vivere con mia nonna, che però mi accolse in casa malvolentieri. Appena ho potuto sono scappata via.

- È una storia molto triste, se ti va di piangere posso fornirti una spalla su cui farlo.

- Io non piango mai.

- Grazie per esserti confidata con me. Adesso ti lascio, ci vediamo domani al lavoro.

Logan ha creduto a tutto. Le migliori bugie hanno sempre un fondo di verità. Conosco bene quella storia, peccato che non sia la mia. Prendo una foto dal cassetto, la fisso intensamente e poi leggo la scritta sul retro.

"Avery e Abigail, estate 1995."

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