Capitolo 43

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Malcom.

Quando finisco di raccontare tutta la storia a Meredith studio la sua espressione aspettandomi una reazione che faccia capire quanto sia disgustata da me, invece niente.

- Pensi che io sia una persona cattiva?

- Non sono nessuno per definirti tale, a volte anche le persone buone fanno cose sbagliate.

- Allora perché finisco col ricorrere così spesso alla violenza?

- La violenza è la tua risposta al dolore. Fa parte di te, ma non è te.

La vita va avanti come se niente fosse mai accaduto. Non me la sono sentita di andare al funerale di Colin, penso che si tratti soltanto di un rituale che serva a consolare chi resta. Non è la morte in sé a farci paura, ma la fine di tutto. Il pensiero che da quel momento in poi non ci sarà più niente, solo vuoto e oblio. Io e Harper ci siamo dati appuntamento davanti alla palestra dove ci siamo conosciuti.

- Ciao Malcom.

- Ciao Harper, perdonami per non essere venuto al suo funerale.

Mi rendo conto di non riuscire ancora a pronunciare il suo nome.

- A Colin non sarebbe importato.

- Cosa farai adesso?

- Cercherò un lavoro da queste parti, poi andrò via.

- Hai già deciso dove?

- Probabilmente nel continente orientale. A Felix Moon non c'è mai stato posto per quelli come noi.

- Non riesci a guardarmi negli occhi.

- Penso che non avresti dovuto reagire così. Fino a poco tempo fa io stessa ti avrei incitato a colpirlo, ora ho capito che la violenza non è mai la soluzione.

- Ci rivedremo?

- Tu mi piacevi davvero, Malcom. Ma adesso sento il bisogno di allontanarmi da tutto, anche da te.

- Ti capisco, lo farei anche io se potessi.

- Potresti sempre farlo se lo volessi davvero.

- Non servirebbe a niente fuggire dagli altri e restare da solo con me stesso.

- Spero che tu possa trovare la pace. - dice dandomi un rapido bacio di addio sulla guancia.

- Ti auguro il meglio, mi mancherai.

Harper si incammina fino a diventare un puntino lontano. Prendo la strada di casa accettando l'ennesimo abbandono. Il tempo non guarisce il dolore, sbiadisce i suoi contorni, toglie il fuoco della rabbia dal cuore. Il dolore non ti rende più forte, ti spezza e ti ricompone. Non ti rende nemmeno migliore o peggiore, solo diverso. Mette le sue radici dentro di te, è un peso che dovrai portare per sempre. Si impara a convivere con la sofferenza e il dolore finisce col diventare il tuo posto sicuro.

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