Capitolo 32

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Malcom.

Da qualche settimana tutti i pomeriggi mi rifugio in palestra, la boxe mi permette di dare spazio ai miei pensieri. Capisco che per quanto lo desideri non potrò mai essere diverso da ciò che sono davvero.

- Per oggi basta così, sono sfinita. - annuncia Harper togliendosi i guantoni.

- Più tardi andremo in un posto speciale, ti va di venire con noi? - chiede Colin.

- Dove si trova questo posto?

- Lo vedrai, fidati.

Una parte di me vorrebbe rifiutare, ma alla fine prevale la curiosità e decido di seguirli. Dopo una lunga camminata arriviamo fino a una sorta di seminterrato situato nei quartieri più malfamati della città.

- Da qualche mese gareggiamo qui. - spiega Colin.

- Si tratta di gare clandestine. - specifica Harper.

- Cosa si vince?

- Soldi, parecchi soldi. Ma non lo facciamo solo per questo, per noi è una questione di rispetto e dignità. Prima di venire qui non avevamo alcun posto nel mondo, adesso invece facciamo parte di una grande famiglia. - continua Colin.

- Non è illegale?

- Lo è, ma siamo tutti minorenni.

- Ci sto. - rispondo prima di pentirmene.

- Quindi vuoi essere dei nostri?

- Voglio prendere parte a uno dei prossimi incontri, ma a una condizione. Non parteciperò col mio vero nome.

- Dobbiamo pensare a un nome che ti si adatti.

- Cosa te ne pare di Fearless? - suggerisce Harper.

- Affare fatto.

- Adesso ti facciamo conoscere i nostri amici.

Ci avviciniamo a un gruppo di ragazzi, alcuni di loro mi fissano intensamente. Uno si stacca dagli altri per venirmi incontro.

- Io sono Henrik, il capo. - mi porge la mano, la sua è una stretta forte e decisa.

- Felice di conoscerti.

- Non vuoi dirmi come ti chiami?

- Da oggi il mio nome è Fearless.

- Sei sicuro di voler prendere parte a questi incontri? Devi sapere che questo non è un gioco, potresti farti male sul serio.

- Non ho paura.

- Come vuoi, allora ti spiego come funziona. Ci si allena tre volte a settimana, gli incontri si terranno ogni sabato. L'avversario verrà scelto in proporzione a età, altezza e peso.

- Cosa succede se si perde l'incontro?

- Non si potrà gareggiare per un mese. Credo sia scontato dire che bisogna battere l'avversario ma non ucciderlo.

- È mai capitato?

- Una volta. Ma la polizia non ha tempo da perdere con noi, siamo figli dimenticati della società.

- Cos'è successo dopo?

- Chi causa la morte di qualcuno viene bandito dal gruppo per sempre, non dovrà più farsi vedere o avere contatti con gli altri membri. Qui ti sentirai accolto. - dice Henrik, indicandomi gli altri ragazzi che nel frattempo ridono e scherzano tra di loro, poi aggiunge - Noi non giudichiamo nessuno.

Sento che finalmente potrei fare parte di qualcosa.

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