Capitolo 45

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Evan.

Raggiungo Dawson in camera sua. Mi sento in colpa per non essere stato presente in un giorno così importante per lui. 

- Mi dispiace di essermi perso la tua gara. Ho saputo che hai vinto con un tempo formidabile.

- Grazie. - risponde lapidario.

- Sono rimasto con Malcom perché dopo aver parlato con Harper ha rivissuto i momenti orribili della morte di Colin e questo ha innescato la crisi.

- Malcom è sempre in crisi, ma rifiuta qualsiasi aiuto da parte nostra.

- Ma non per questo dobbiamo lasciarlo al suo destino.

- Ha quasi ucciso una persona.

- Non voglio certo giustificarlo, ma era un momento di estrema fragilità per lui. Ha perso la testa.

- Questo dovrebbe fare la differenza? Continuando così prima o poi finirà in carcere.

Poco dopo mia madre rientra senza Malcom. Dice che non vuole mettere piede in casa, prova troppa vergogna.

- Adesso si mette pure a fare i capricci. - afferma Dawson scocciato.

- Vado da lui. Vuoi farmi compagnia?

- No, grazie. - nel dirlo gira le spalle e se ne va.

Esco per cercare Malcom e in lontananza mi accorgo che Violet sta parlando con lui. Mi avvicino.

- Dovresti tornare a casa.

- Mi sento un mostro.

- Sei sempre il mio adorato fratellino.

- Non voglio dormire nella mia stanza stanotte.

- Potresti venire da me. - suggerisce Violet.

Andiamo nella dépendance. Dopo aver parlato a lungo con Malcom, cercando invano di consolarlo, ci rendiamo conto che si è addormentato di colpo sul divano.

- Non mi importa dei suoi scatti di rabbia, gli voglio bene così com'è. - dice Violet mentre prepara un tè caldo.

- Il problema è che secondo lui nessuno gli sta accanto a lungo per colpa del suo carattere. Anche Harper ha preferito allontanarsi e non posso biasimarla dopo quello che è successo a suo fratello.

- Credevo che fosse innamorata di Malcom.

- Forse lo è ancora, ma preferisce iniziare una nuova vita altrove. Tutto questo, però, porta Malcom a vivere un altro abbandono.

- Ti riferisci a tuo padre?

- La sua fuga ha costituito un trauma per noi. Eravamo troppo piccoli per capire che a volte bisogna sacrificarsi per un bene superiore.

- Come avete reagito dopo che lui è andato via?

- Non è una bella storia. In seguito mia madre ha conosciuto un uomo che ha reso la nostra vita un inferno.

Violet mi sfiora il braccio e io avverto una scossa, un brivido di piacere.

- Lukas non mi è piaciuto fin dal primo momento. Inizialmente si mostrava gentile e premuroso, ma mi rendevo conto che la sua era solo una maschera. Presto, infatti, ha iniziato ad alzare le mani. Ci manipolava psicologicamente. Ho cercato di proteggerli, ma ero solo un bambino. Preferisco non aggiungere altro, non me la sento di rinvangare certi ricordi.

- Mi dispiace davvero tanto, se vuoi puoi restare anche tu. 

Accetto, non vorrei che Malcom si svegliasse e non mi trovasse al suo fianco. Violet mi porta un cuscino e una coperta dicendomi che posso dormire sul divano accanto a quello di Malcom. Prima che se ne vada nella sua stanza la raggiungo, le prendo una mano e guardandola negli occhi la ringrazio per aver aiutato mio fratello. Dovrei starle lontano, ma oggi mi risulta particolarmente difficile.


Violet.

Dopo aver sfiorato la mano di Evan provo una strana emozione dentro, ma vengo sommersa da un profondo senso di colpa nei confronti di Dawson. Devo ristabilire le distanze, sento di aver oltrepassato il limite. Mi ripeto che in realtà non è successo nulla e che Dawson è il ragazzo giusto per me. Il giorno dopo, uscendo dalla mia stanza, mi accorgo che Malcom ed Evan si sono già alzati e stanno preparando la colazione.

- Se vi va dopo potrei accompagnarvi a scuola.

- Oggi non me la sento. Ci andrò domani, forse. - si affretta a dire Malcom.

Veniamo interrotti da una telefonata da parte di Rebekah, mentre Dawson mi tempesta di messaggi. Non mi sono mai sentita peggio di così.

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