Violet.
Per qualche tempo io e mia madre non andiamo più dai Coleman. Io sono impegnata con lo studio, mentre lei deve occuparsi dei suoi altri pazienti. Qualche settimana dopo torniamo alla solita routine. Dawson ha invitato degli amici e io sono curiosa di conoscerli dopo averne sentito tanto parlare. Quello tra mia madre e Rebekah non è l'unico segreto che aleggia nell'aria. Fin dal primo giorno nella villa dei Coleman ho notato qualcosa che non può essere nascosto dalla loro ricchezza, l'assenza del padre. Mi avvicino a Malcom, come sempre assorto nella musica del suo pianoforte.
- Posso farti una domanda?
Si gira verso di me per un attimo, come se solo in quel momento si sia accorto della mia presenza, per poi tornare a concentrarsi sui tasti.
- Dov'è vostro padre?
Si volta di scatto, ho catturato la sua totale attenzione.
- Non voglio parlarne, lui non esiste.
Provo a ribattere, ma prima ancora di poter aggiungere qualcosa Malcom si alza e se ne va. Vado a cercare Dawson, magari lui potrebbe essere più disposto a parlarne.
- Mi stavo chiedendo una cosa.
- Dimmi.
- Perché non si parla mai di vostro padre?
- Immaginavo che prima o poi ti saresti fatta delle domande. Come vedi non vive con noi. È andato via tanto tempo fa, quando eravamo bambini. Non ho idea di dove si trovi. Magari ha una nuova famiglia, chissà. Non lo vediamo da anni e va bene così, ce la caviamo anche da soli. Non abbiamo più bisogno di lui.
Dovrei essere sollevata da quel commento, ma ho l'impressione che Dawson non mi stia raccontando tutta la verità. La porta si spalanca. Oltre a Gregory e Mia, i migliori amici di Dawson, ci troviamo davanti anche Evan.
- Che ci fai qui? Non dovevi essere in giro con Justin?
- Rilassati fratellino, volevo solo dare il benvenuto ai tuoi amici.
Nonostante Gregory e Mia siano venuti a trovare Dawson, è Evan a essere al centro della loro attenzione. Ridono alle sue battute e lo seguono dappertutto.
- Si sta prendendo la scena, come sempre. Quando c'è lui io per gli altri non esisto nemmeno.
- Tuo fratello non è migliore di te, se gli altri non se ne rendono conto non è un problema tuo.
- Non importa quanto io mi dimostri simpatico e amichevole, tutti preferiranno sempre lui.
- Non tutti. - gli faccio notare.
- Magari un giorno lo farai anche tu. - dice visibilmente giù di corda.
- Scherzi? Pensi che potrei mai sostituirti? E poi proprio con Evan?
Scoppiamo a ridere.
- Grazie, sei fantastica. So che non mi tradiresti mai.
Malcom.
Mi dispiace di aver risposto bruscamente a Violet, ma non avrebbe dovuto fare quella domanda. Lungo il corridoio incontro Evan.
- Oggi non ti sei fatto vedere.
- Ne ho approfittato per studiare.
- Certo. - sorride sarcastico sollevando un sopracciglio, è evidente che non mi abbia creduto.
Io e lui abbiamo uno strano rapporto. Non trascorriamo molto tempo insieme, ma gli voglio bene. Lo capisco e lo stesso fa lui con me, molto più di quanto Dawson potrebbe mai fare. È sempre così allegro da darmi quasi fastidio. Dawson è come un sole sempre caldo. Evan è più simile alla luna, misterioso e sfuggente. Io sono insieme il lampo e il tuono, che acceca e stordisce.
- Violet mi ha chiesto di Jason.
Le poche volte che osiamo nominarlo ci riferiamo a lui come Jason, non merita di essere chiamato papà.
- Cosa le hai detto?
- Nulla, anche se penso che ci sia rimasta male per il modo in cui ho evitato il discorso. Anzi, a un certo punto mi sono persino alzato e me ne sono andato senza risponderle.
- Hai fatto bene, Jason Coleman non è un suo problema. Violet non dovrà mai conoscere la verità.
STAI LEGGENDO
Out of destiny
FantasyDue continenti, un universo parellelo. Violet ha tredici anni quando incontra per la prima volta i fratelli Coleman, la cui famiglia nasconde molti segreti. Qualche anno dopo si incontreranno nuovamente, mentre la guerra si avvicina e il tempo non e...