Capitolo 42

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Malcom.

È arrivato il giorno della finale. I primi a scontrarci saremo io e Ray, seguiti da Colin e Douglas. I vincitori dei rispettivi match combatteranno per contendersi la vittoria.

- Ti senti pronto per la tua sfida? - chiedo a Colin poco prima di salire sul ring.

- Sono carico, sarà un bell'incontro quello tra me e Douglas. Siamo cresciuti insieme, ma col tempo abbiamo finito col detestarci.

- Per quale ragione?

- Siamo i più forti, ma di solito vinco io. Douglas vuole prendersi la rivincita. È già stato al minorile e questa è l'occasione giusta per dare una svolta alla sua vita con i soldi del montepremi.

- Che la fortuna ti assista.

- Spacca tutto, amico.

Henrik chiama me e Ray invitandoci a salire sul ring. Ho il cuore che batte all'impazzata, adesso si fa sul serio. Una grande folla ci osserva, le scommesse sono già state chiuse. Quando suona la campana l'incontro ha inizio. Il primo round si conclude a mio favore, anche il secondo va allo stesso modo. Al terzo, dopo avergli inflitto un potente gancio destro, Ray va a tappeto e, nonostante si rialzi prima che scadano i dieci secondi, decide di gettare la spugna. Non posso crederci, ho vinto. Dopo un nuovo giro di scommesse stavolta è il turno di Colin e Douglas. Salgono sul ring e l'atmosfera si fa sempre più tesa. Douglas è pronto a tutto, il suo sguardo è freddo e determinato. Un brivido mi attraversa la schiena. Tiro un sospiro di sollievo quando Colin mette a segno una combinazione vincente, diretto sinistro, diretto destro, gancio sinistro e gancio destro. Durante una breve pausa a metà dell'incontro io e Harper ci avviciniamo a lui.

- Ero sicura che ce l'avresti fatta. - dice Harper saltellando contenta.

- Non è ancora detta l'ultima parola. - risponde Colin, poi rivolgendosi a me aggiunge - Se dovessi battere Douglas dovrei scontrarmi con te.

- Come ho già detto a Henrik, comunque vada l'incontro tra noi due i soldi del montepremi saranno tuoi.

- Ti ringrazio, non sai quanto questo significhi per me. Io e Harper potremo iniziare una nuova vita lontano da qui. Siamo stanchi di combattere, di vivere come ladri e di soffrire la fame.

- Credevo che questo posto fosse per voi una specie di famiglia.

- Lo è. Abbiamo amato questo posto, ci ha resi più forti e abbiamo imparato a difenderci. Ma adesso non ha più niente da offrirci, non so se questo ci rende degli ingrati. In fondo io e Douglas combattiamo per lo stesso obiettivo, la libertà.

L'incontro riprende e la vittoria di Colin appare scontata, ma è proprio in questo momento che Douglas inizia a giocare sporco e a colpirlo sempre più forte anche dove non dovrebbe. Colin cade, ma riesce a rialzarsi. Siamo tutti col fiato sospeso. Adesso è pieno di lividi e sanguina molto. Douglas lo colpisce ancora una volta a tradimento facendolo cadere nuovamente, poi ne approfitta per sferrargli nuovi pugni e mettendolo ko nonostante sia ormai certo di aver vinto.

- Il vincitore del match è Douglas Martinis. - urla Henrik alzandogli il braccio.

Nessuno applaude, gli occhi di tutti sono fissi su Colin ancora a terra. Mi faccio spazio tra la folla e raggiungo il ring.

- Colin, rialzati. Ti prego, non puoi farmi questo. Non mollare.

Continuo così per qualche minuto. Non ho la forza di lasciarlo andare, di capire che è finita. Restiamo bloccati in un istante congelato nel tempo, come se fosse eterno. Vorrei possedere quel potere di cui tanto parla Jason e tornare indietro per cambiare le cose, ma nessuna magia è in grado di cancellare quello che è appena accaduto. Harper mi si avvicina col viso rigato di lacrime, ha già compreso tutto.

- È morto. - sussurra mentre singhiozza.

- È stato ucciso per denaro. Colin aveva progetti, sogni, una vita davanti da vivere finalmente in modo degno. Douglas gli ha portato via tutto.

Succede tutto in un attimo. Senza più pensare inizio a correre a testa bassa, ignorando il sangue di Colin sulle mie mani. Agguanto Douglas e lo colpisco ripetutamente finché non esaurisco tutte le mie forze. Lui non si difende e questo mi fa infuriare ancora di più. Alla fine perde i sensi. Sento delle voci in lontananza, il suono delle sirene si fa sempre più vicino. Lo sguardo di Harper mi fa sentire sbagliato. Svengo. Al risveglio mi ritrovo su un letto di ospedale, accanto a me c'è mia madre che mi fissa preoccupata. Vengo dimesso il giorno dopo. Non ho nulla di rotto, tranne l'anima. Vorrei urlare, invece taccio. Vengo a sapere che Douglas si sta riprendendo e che tornerà nuovamente al carcere minorile. Mi distrugge il pensiero che ho quasi ucciso una persona, adesso ho la prova che sarei capace di farlo.

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