Malcom.
Sono appena uscito dall'aula. Il corridoio è freddo e buio, privo di vita.
- Malcom, aspettami!
Sento urlare, mi giro e vedo uno dei miei compagni di classe corrermi dietro affannato.
- Poco fa mi si è avvicinato un uomo, mi ha detto di darti questo. - mi porge un biglietto.
- Potresti descrivermelo?
- Era alto e magro, indossava un cappellino con visiera e occhiali da sole. Mi sembra di ricordare che avesse un tatuaggio sull'avambraccio sinistro. Ha detto di avere fretta e vedendo che ancora non uscivi ha deciso di rivolgersi a me.
Ogni giorno all'uscita di scuola trovo Duncan ad aspettarmi. Ho discusso più volte con mia madre di questo, non ho bisogno dell'autista personale e nemmeno della guardia del corpo. Guardando il biglietto che ho in mano, però, le mie certezze iniziano a vacillare.
Entro in macchina con un'espressione pensierosa.
- Tutto bene, Malcom?
- Come al solito. Potresti farmi scendere poco prima di arrivare a casa? Devo fare una telefonata.
- Qualcuno di importante?
- Un compagno di classe.
Continua a fare domande, sembra che sospetti qualcosa, per questo dico la prima cosa che mi viene in mente.
- Si tratta di una ragazza, ma è un segreto.
- Qui va bene? Buona fortuna con questa ragazza. - mentre lo dice mi strizza l'occhio.
Appena Duncan va via apro il biglietto per leggerlo, noto subito che non è firmato.
"Ti osservo."
Prima ero certo che si trattasse di Lukas, l'uomo che mia madre ha frequentato per qualche anno dopo che Jason ci ha abbandonati. Ma Lukas non aveva nessun tatuaggio, mentre ne ho sempre notato uno nelle foto di Jason proprio nello stesso posto. Mi chiedo, però, come faccia a sapere che il ragazzo a cui ha lasciato il biglietto sia un mio compagno. Forse mi segue da tempo e adesso ha deciso di fare il primo passo per avvicinarmi. Dove vuole arrivare? E soprattutto perché ha scelto proprio me e non uno dei miei fratelli?
Evan.
Il servizio militare si è appena concluso e adesso non so cosa fare della mia vita, anche se da qualche tempo mi frulla un'idea in testa. Potrei iscrivermi all'università per studiare letteratura inglese. Sento suonare il telefono, è mia madre. Mi fa sapere che Violet è tornata, intuisco che vorrebbe che andassi a casa a darle il benvenuto. Decido di accontentarla, del resto al momento non ho niente di meglio da fare.
- Ehi mamma, sono tornato. Eccomi qui sano e salvo. - dico sorridendo, intanto allargo le braccia mentre le vado incontro.
- Sono così felice che tu sia di nuovo qui.
Raggiungo Malcom in giardino. Sembra contento di vedermi, ma mi accorgo che c'è qualcosa che non va.
- Com'è stato svolgere il servizio militare?
- Non così tremendo come dicono. Ho anche fatto nuove amicizie.
- Evan?
- Sì?
- Niente, lascia perdere.
È turbato, ma forse non è ancora arrivato il momento di confidarsi. Preferisco non insistere.
Busso alla porta di Dawson, poi entro direttamente e vedo una ragazza di spalle che chiacchiera con lui. Sicuramente si tratta di Violet.
- Ciao Evan, non sapevo che fossi tornato. - dice Dawson con mezzo sorriso.
A queste parole la ragazza si gira e io rimango immobile a fissarla. No, non può essere. Violet è la ragazza con cui mi ero scontrato qualche giorno fa.
- Ciao Violet, bentornata.
Evidentemente nemmeno lei mi aveva riconosciuto perché mi fissa in maniera strana. Non so cosa provo in questo momento, quindi decido di andare via senza darle il tempo di rispondere.
Il giorno dopo vado a cercarla.
- Strano essere di nuovo qui, vero?
- Sicuramente, ma ancora di più lo è rendermi conto che lo sconosciuto di qualche giorno fa non è altri che Evan Coleman.
- Non so come ho fatto a non riconoscerti. Devo dire che ti trovo cambiata in meglio.
- Sei tornato per restare?
- Perché, ti sono mancato?
- Non mi sei mancato affatto, chiedevo per sapere quando andrai via.
Se solo penso che per giorni non ho smesso di fantasticare sulla sconosciuta e che mi ero persino pentito di non averle chiesto il nome mi sento un perfetto imbecille. Credo proprio che dopo oggi mi terrò alla larga da lei.
Dawson.
- Come sto andando? - chiedo all'allenatore.
- Stai andando bene, Dawson, ma so che puoi dare molto di più. Continua ad allenarti, vedremo se riuscirò a far inserire il tuo nome nella lista dei partecipanti alle gare ufficiali per le qualificazioni ai mondiali di nuoto.
Voglio partecipare a quelle competizioni a tutti i costi per rendere mia madre fiera di me e dimostrare ai miei fratelli che anche io valgo qualcosa. Sono andati tutti via. Io rimango in piscina per continuare ad allenarmi, devo raggiungere il miglior tempo possibile. Sono stanco, i muscoli fanno male, inizia a mancarmi l'aria e le immagini diventano sempre più sfocate, poi il nulla. Al mio risveglio mi ritrovo sdraiato per terra e accanto a me c'è l'allenatore.
- Sei svenuto, hai esagerato con gli allenamenti. Devi capire quando fermarti. Come stai?
- Sto bene.
In realtà mi sento ancora confuso. Mi rialzo, raccolgo le mie cose e faccio per andarmene.
- Hai bisogno di aiuto? Vuoi che chiami tua madre per venirti a prendere?
- Non c'è bisogno, ma grazie.
Fuori mi viene incontro Gregory.
- Non sai cos'è successo. - dice agitato - C'è stato un attentato in una delle sedi del Governo della Speranza.
- Si sa già chi è stato?
- La polizia sta ancora cercando il colpevole.
Arrivati sul posto ci rendiamo conto che regna il caos. Una marea di gente, come noi, è venuta qui per cercare di sapere qualcosa di più. Ci sono anche i pezzi grossi del governo, chiaramente furiosi. La paura si impossessa delle nostre anime e dei nostri pensieri. Il palazzo brucia tra le fiamme alte, vivide e indomabili, anche il cielo sta diventando dello stesso colore. Sembra il segno di un presagio, l'inizio della fine.
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Out of destiny
FantasyDue continenti, un universo parellelo. Violet ha tredici anni quando incontra per la prima volta i fratelli Coleman, la cui famiglia nasconde molti segreti. Qualche anno dopo si incontreranno nuovamente, mentre la guerra si avvicina e il tempo non e...