Capitolo 50

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1995.

Ethel.

Cammino nervosamente avanti e indietro per la stanza.

- Ho parlato con Evelyn.

- Non mi va di affidare le nostre figlie a tua madre. - dice Peter, mio marito.

- Dovrà tenerle con sé solo fino a quando non riusciremo a sistemare la situazione.

- È la donna più crudele che io abbia mai conosciuto. Inoltre mi detesta dal primo giorno in cui mi ha conosciuto.

- Non ha mai accettato il fatto che io non avessi le sue stesse ambizioni. Tutto quello che ho sempre desiderato era sposarmi e avere dei figli.

- Aveva già programmato il tuo futuro, avresti dovuto seguire le sue orme e diventare la più famosa guaritrice del continente. Mi prometti una cosa, Ethel? Comunque vada dobbiamo trovare un modo per tornare dalle nostre figlie al più presto.

- Te lo prometto.

Entro in camera di Abigail. In questi giorni non sta bene, ha una tosse insistente.

- Non possiamo darle qualcosa per farla stare meglio? - chiede Avery, la mia primogenita.

- Ho preparato un unguento, dovrebbe fare miracoli.

Nonostante sia ancora una bambina, è più matura della sua età. È bella, spontanea e solare, eccelle nello sport e nello studio.

- Presto io e papà ci dovremo allontanare per qualche periodo, per questo tu e Abigail andrete ad abitare a casa di nonna Evelyn.

- La nonna non ci vuole bene.

Vorrei dirle che si sbaglia, ma mentirei. I rapporti con mia madre sono cambiati quando ho conosciuto Peter, un ragazzo della classe media senza alcun potere, e peggiorati ulteriormente dopo la nascita di Avery e di Abigail. Per lei le mie figlie sono l'incarnazione dei suoi sogni infranti.


Avery.

Oggi mia madre è venuta a prendermi da scuola in ritardo. Speravo che portasse Abigail con sé, adoro mia sorella e ogni sua piccola conquista è per me motivo di orgoglio. Mia madre è una guaritrice, mio padre un poliziotto. In maniera diversa si prendono cura della nostra città. Ho scoperto che come primogenita della stirpe degli Emerson anche io possiedo il loro stesso potere. Lei si preoccupa per me, crede che a causa di questo non potrò avere una vita normale come quella delle persone comuni. Le maestre mi ritengono una bambina prodigio e prevedono per me grandi cose. Se prima il futuro appariva certo, adesso tutto è diventato insicuro e imprevedibile. Una sensazione di pericolo si è diffusa tra le strade di Verdant, la città in cui viviamo. Questa sera i miei genitori hanno invitato a cena i Johnson e i Russell, loro amici da sempre. È sempre bello rivederci, ma stavolta c'è un'atmosfera pesante. Gli adulti bisbigliano, ci nascondono qualcosa. Abigail, Karen e Mark sembrano non farci caso e continuano a giocare come se niente fosse. In tarda serata gli ospiti vanno via, ma la mia ansia non si placa.

- Di cosa parlavate a bassa voce? - chiedo a mio padre.

- Nulla di cui tu debba preoccuparti, il tuo papà e la tua mamma hanno tutto sotto controllo.

- Tornerete presto da noi?

- Cosa ti ripeto sempre?

- Che sei il mio supereroe.

- Giusto, quindi non devi mai temere nulla.

Ho paura che possa accedere qualcosa di brutto alla mia famiglia, non potrei mai vivere senza di loro.

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