Due anime

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Sono passati alcuni giorni da quando Sarah mi ha raccontato cosa le è accaduto nella sua scorsa relazione e io ancora devo metabolizzare bene il tutto. Quando parliamo cerco sempre di raccogliere il maggior numero di  informazioni su come lui l'abbia trattata in quegli otto mesi, su come si sia sentita nel periodo dopo la loro rottura quando cercava attenzioni, sul motivo per cui lo facesse. E ogni volta che scopro novità sulla loro storia la rabbia aumenta esponenzialmente. Ogni volta che mi racconta di una mano che l'ha sfiorata senza permesso, di un bacio senza consenso, di un'azione non desiderata, non so chi dall'alto mi dia la forza di continuare a starle vicino e non partire per parlare con quel grandissimo stronzo. Che poi per parlare intendo ovviamente tutt'altro, la boxe e l'autodifesa sono un ottimo aiuto in questi casi. Sono una delle persone più pacifiche e tranquille dell'universo, ma non devono toccare chi amo altrimenti divento una belva. Ogni volta che mi racconta tutti gli insulti che le sussurrava tra le carezze, tutti i dubbi che ha instaurato dentro di lei, tutti i semi che lui ha piantato nel suo cervello e che sarebbero sbocciati in grandi insicurezze, tutte le cose che l'hanno bloccata nella nostra relazione. Sto scoprendo tutto. E la mia anima si dilania sempre di più. Ad ogni parola sento un vuoto formarsi nel mio addome. Come se avessi vissuto tutto questo con lei, forse perché avrei voluto esserle vicina in quei momenti, nonostante so che sia impossibile. Un desiderio sempre più forte si insinua nel mio cervello. Il desiderio di non lasciarla mai andare. Di stringerla tra le mie braccia e proteggerla da tutto e tutti. Di non permettere più a nessuno di farle del male. E vorrei solo poterla baciare e dirle tutto questo, ma so che è ancora presto, c'è ancora tanto di cui parlare, per entrambe. Mi racconta però anche cose felici e lì vedo il suo bellissimo sorriso tornare. Sento in bisogno fisico di dire qualsiasi cosa, anche la più stupida, solo per vederglielo sul volto. Per vederla arricciare il naso in quella bellissima espressione che a lei non so per quale assurdo motivo non piaccia e che continua ad essere la mia preferita. Mi ha parlato del bellissimo legame con la sua famiglia, di quanto siamo uniti. Tutti i giorni cenano insieme e spesso fanno delle serate film in cui scelgono un tema e vedono pellicole posizionandosi tutti sul divano. Lei è come un libro aperto per suo fratello e sua mamma, non riesce a nascondergli niente. Infatti loro due hanno sempre sospettato che sia successo qualcosa di più grave tra lei ed il suo ex, ma non spingono mai per cercare la verità sapendo che costringerla a parlare avrebbe solo l'effetto contrario. E mentre lei mi dice tutto questo io la guardo incantata. Stese sopra al letto, alzo la mia testa per riuscire a vederla meglio. Le sorrido, non riuscendo a resistere al suo volto così contento. Le accarezzo la guancia o le faccio grattini sull'addome. A volte le faccio anche il solletico, giusto per sentire la sua melodiosa risata che non faceva da giorni e che mi mancava. E il desiderio viscerale di baciarla è sempre onnipresente. La osservo e noto quanto sia stupenda, dentro e fuori. Penso a quanto la ami, a quanto lei mi ami, a quanto significhiamo l'una per l'altra. E vorrei che fosse tutto più semplice, che nessuna delle due avesse tutto questo bagaglio emotivo sulle spalle, che ci fossimo conosciute prima o che ci avessero trattato meglio in passato. Ma poi saremmo diverse. È facile amare qualcosa quando è semplice e perfetta. Forse per questo c'è così tanto tra noi, perché siamo incasinate, siamo state rotte, siamo state usate e gettate via, siamo imperfette. E amiamo l'altra follemente, forse ancora di più per le sue mancanze, per le sue paure, perché ci completa. Ieri mi ha fatto leggere la sua nuova canzone e non ho potuto non notare i riferimenti a noi già dalla prima lettura. Lei mi ha raccontato a cosa ha pensato ad ogni frase, ripercorrendo alcuni dei momenti più significativi della nostra storia. Era così vulnerabile davanti ai miei occhi, completamente messa a nudo, mi sembrava di avere davanti la sua anima non il suo corpo. In questi momenti siamo sempre così vulnerabili, così vere. Due anime che comunicano, senza maschere sociali e senza paure. Mi prendeva la mano e me la stringeva. Arrossiva e sorrideva per alcuni ricordi. Si mordeva il labbro e alzava il sopracciglio in attesa delle mie opinioni. Scuoteva la testa e mi copriva il volto quando le facevo troppi complimenti o la guardavo troppo intensamente mentre sorridevo innamorata. Mi sfidava a volte ad indovinare a cosa si riferissero alcune parti. Inutile dire che spesso sbagliavo apposta solo per vederla roteare gli occhi e sbuffare o prendermi in giro. Farei di tutto per vederla felice e spensierata. Ho amato ogni singolo istante di quel pomeriggio. Avrei voluto stamparlo sulla mia pelle. Come ogni momento così vero passato con lei. Mi tatuerei perfino tutte le nostre litigate. Perché noi siamo anche questo. Siamo dolore che si mischia a felicità, siamo passione che si fonde con il disprezzo, siamo l'odio che si unisce all'amore formando un unico sentimento indissolubile. Anche se poi non ci odiamo mai davvero, ma è più una finzione, un autoconvincimento, una scusa per allontanarci. Perché adoriamo sentire come il nostro cuore sanguini per la mancanza dell'altra. Come se avessimo bisogno ogni tanto di ricordarci quanto realmente l'altra significhi per noi. La verità è che noi ci amiamo davvero e lo facciamo più di ogni altra cosa. L'amore è il sentimento che prevale sempre e quindi troviamo facilmente un motivo per riavvicinarci. Mentre l'ascoltavo raccontare un'altra parte della nostra storia, la tentazione di baciarla è stata più altra che in tutto questo periodo di amicizia. Vederla così soddisfatta per qualcosa che ha scritto mi ha resa estremamente fiera, sentivo il mio cuore battere così forte quasi volesse uscirmi dal petto per la tanta gioia. La vedevo sorridere contenta mentre leggeva e ripensavo a tutte le volte in cui demoliva tutti i suoi pensieri, strappando e accartocciando fogli, convinta di non essere abbastanza brava per comporre. Le ho accarezzata la guancia e dato un bacio eschimese sperando che compensasse in parte il desiderio di lei, quel bisogno interiore di averla a contatto con la mia pelle il più possibile. Ma quei dolci gesti non hanno coperto neanche un decimo del mio desiderio. Sospirai e chiusi gli occhi, cercando di ricordarmi tutti i motivi per cui non potevo baciarla. Facevo una lista nel mio cervello, nonostante non servisse ad estinguere il fuoco che ardeva dentro di me per lei. Pensavo a quanto avessi scoperto su di lei in quei pochi giorni, a quante cose avevo capito di dover fare diversamente nella nostra relazione, a quanto ancora potevo imparare. Sentii poi il suo naso sfiorare il mio di nuovo, facendomi riaprire gli occhi, e disse "Anche io vorrei tanto" per poi passare un dito sulle mie labbra. "Ma so che non possiamo ancora" continuò staccandosi da me. Non so con quale forza lo fece, io non avrei potuto in quel momento, ero completamente ubriaca di lei, avevo perso il senso della ragione, non capivo perché non potessi baciarla e lo trovavo estremamente ingiusto. Tutti i motivi per non farlo completamente annullati dall'unico per cui farlo, io l'amavo e volevo baciarla. Perché un desiderio così puro dovrebbe essere sbagliato? Sospirai di nuovo, notando come, ancora una volta, lei era stata quella matura tra le due e sorrisi dicendoglielo. La vidi arrossire e abbassare il volto. Ero soddisfatta nel vederla reagire così a questi complimenti. So di dovergliene fare di più, per sanare tutte le sue ferite e zittire tutte le voci negative che le risuonano in testa, non che mi dispiaccia anzi amo farle complimenti. Volevo che sostituisse la voce di quel mostro con la mia. Volevo che nei momenti di sconforto, trovasse rifugio nei miei dolci sussurri e non affogasse tra le sue urla. So che dobbiamo lavorare molto su questo, che e' un percorso lungo e torrido. Ma non potrei essere più felice di farlo. Mi sento onorata di essere stata scelta da lei per aiutarla a superare tutto questo. Non mostra mai quello che prova solitamente e ora ha scelto di mostrarmi tutto. Lei non lo dà mai a vedere, ma è molto ansiosa e sente tanto la pressione e sono grata che mi permetta sempre di esserci per lei e che si faccia cullare da me. Le lasciai un bacio sulla guancia troppo catturata dalla sua tenerezza per osservarla senza fare nulla. Lei mi guardò con uno sguardo pieno di amore, più del solito. Come se con quei gesti avessi sbloccato altro in lei, altri sentimenti ancora più forti. Mi raccontò del tennis. Di quanto fosse innamorata di quello sport e quanto le abbia fatto male abbandonarlo. Ma ha dovuto perché le aspettative sul suo gioco erano sempre più alte. Tutti volevano che lei arrivasse lontano, lei voleva farlo, ma sentiva troppa pressione. Il peso dei desideri altrui ancora più grande di quello dei suoi, e tutto ciò la stava schiacciando. Non era più lo sport che la faceva divertire ed era la sua valvola di sfogo. Era diventato un altro luogo in cui doveva dimostrarsi sempre in ottima forma, non poteva sbagliare altrimenti avrebbe deluso se stessa, i suoi genitori, il suo allenatore. Così ha lasciato tutto e ci gioca solo ogni tanto. Le ho promesso che saremmo andate a vedere qualche partita di tennis una volta uscite da qui e avremmo giocato un po'. Io ho fatto una cosa come dieci lezioni di tennis in vita mia, so i principi ma non sono minimamente ai suoi livelli. Ma amerei anche perdere contro di lei. Nonostante sia competitiva e odi farlo. Giusto per ridare gioia a quello sport che l'ha accompaganata per buona parte della sua vita. Anche io mi sono aperta molto sul mio passato, come non ho mai fatto con nessuno prima. Le ho raccontato della mia depressione, di come abbia nascosto tutto hai miei genitori e ci sia effettivamente riuscita senza mai farmi scoprire. Avevo problemi con il mio corpo, con ogni parte di me stessa. Mi vedevo sbagliata sotto ogni punto di vista. Ero arrivata a fare cose di cui mi pento molto e mentre le racconto abbasso sempre la testa in segno di imbarazzo. Mi vergogno di ciò che ho fatto e di ciò che ho pensato. Ma non posso cambaire il passato. Lei ha pianto moltissimo non aspettandosi forse che la mia storia fosse così turbolenta. Mi ha detto che sono sempre felice e sorridente e non si aspettava che avessi mai potuto passare un periodo del genere. Le ho spiegato che anche mentre pensavo tutte quelle cose di me, all'esterno ero una delle ragazze più solari del mondo. Regalavo sorrisi ed abbracci perché li volevo. Avevo bisogno che qualcuno parlasse con me e cercassero di farmi aprire, ma nessuno lo faceva. Allora io iniziavo per prima. Spronavo le mie amiche a parlarmi di tutto e le stringevo e confortavo. Ma poi il mio turno non arrivava mai davvero. E restavo da sola in quei momenti. Ho imparato però ad essere emotivamente autonoma. Non ho mai avuto bisogno di nessuno nei momenti di sconforto ed ora quasi odio avere persone attorno in quei momenti. È la prima volta che in vita mia sento il bisogno delle braccia di qualcuno quando sono triste. Ho il desiderio di piangere mentre qualcuno mi stringe a sé. Mai prima di Sarah avevo trovato rifugio emotivo in qualche altra persona. Le ho detto anche questo, voglio che sappia quanto sia importante per me. Quanto anche senza rendersene conto lei sia stata esattamente ciò di cui io ho sempre avuto bisogno. Lei sostiene di essere l'unica a dover migliorare, che deve imparare a vivere con il suo passato e a capire come comportarsi con me, per meritarmi davvero. Ma la verità è che lei ha sempre fatto tutto in maniera perfetta. E anche io ho fatto ciò che potevo. Per tutto quello che sapevamo l'una dell'altra, la nostra relazione non sarebbe potuta essere migliore. Siamo state quello che sapevamo l'altra necessitasse. A volte siamo riuscite ad essere anche inconsciamente quello di cui l'altra aveva bisogno. Ma non essendoci raccontate tutto, abbiamo avuto dei limiti. Il peso del nostro passato è troppo, per dimenticarlo e non considerare le sue conseguenze sul nostro presente. Così ci confidiamo l'una con l'altra, senza restrizioni e ci stringiamo promettendoci silenziosamente di migliorare per meritarci. Quando le ho detto tutto quello che mi sono fatta, lei mi ha guardato neglio occhi e mi ha preso il volto tra le mani. Ha baciato dolcemente le mie guance, seguendo il percorso delle mie lacrime. Mi ha lasciato un bacio sulla fronte e poi, tenendo il suo sguardo fisso nel mio, mi ha preso entrambe le braccia ed ha baciato le mie ferite esteticamente rimarginate ma interiormente ancora pesanti come macigni. Quel gesto così dolce mi ha provocato un fiume di lacrime. Solo tre persone oltre Sarah sanno cosa io abbia fatto. La mia ex migliore amica, Emma e la mia migliore amica di ora. Solo Sarah sa esattamente cosa abbia scatenato tutto e cosa sia successo durante quel periodo così confuso della mia vita. Ho pochi effettivi ricordi di quel periodo infernale e le ho raccontato tutto. È stato bellissimo poter condividere davvero cosa mi sia accaduto. Mi sono sentita libera e al sicuro tra le sue braccia. Non sono mai stata così felice di essere vulnerabile sotto lo sguardo di qualcuno.  Quello penso sia stato il momento più difficile per entrambe. Troppi sentimenti erano in gioco. C'era dolore, tristezza, rabbia, vergogna, desiderio di cambiare il passato, amore. Tutte quelle emozioni offuscavano la nostra mente. Dopo aver baciato le mie braccia, ha avvicinato il suo viso al mio e abbiamo messo le nostre fronti a contatto. I nostri respiri erano affannosi e si mischiavano, i nostri volti erano solcati dalle lacrime, i nostri occhi e i nostri volti rossi per il forte sfogo. I nostri nasi si sfiorarono leggermente. Ma quel nostro bacio eschimese non era abbastanza. Sentivamo il bisogno di altro. Portai le mie mani sotto la sia maglia e accarezzai interamente la sua schiena sentendo i brividi formarsi sotto il mio leggero tocco. Le sue mani andarono dietro al mio collo facendo dei grattini e giocando con i miei capelli. Entrammo in trance. Perse nel nostro desiderio reciproco, nei nostri sguardi, nella sensazione della nostra pelle finalmente a contatto, in tutte le nostre emozioni. Avvicinammo le nostre labbra fino a farle sfiorare. Iniziai a sentire una scossa elettrica attraversarmi il corpo quando sentii il calore del suo respiro sulle mie labbra. Ma fummo interrotte. Gaia bussò alla porta per avvisarci di dover andare in cucina per cenare. Ci siamo allontanate di scatto e abbiamo iniziato a ridere delle nostre condizioni. Le lasciai un ultimo bacio sulla fronte e le dissi che prima o poi sarebbe arrivato il momento giusto. Andammo in cucina e cenammo tutti insieme. Non ho recuperato ancora il mio rapporto con tutti gli altri. Non scambio più neanche due parole con Angela, parla direttamente con Sarah e ci ignoriamo reciprocamente. Ogni tanto vedo che si avvicina a lei e penso sempre che ci provi. Almeno così mi sembra. Non le ho detto niente però, non voglio apparire gelosa quando non siamo ancora niente. Cri ha provato a scusarsi milioni di volte ma non riesco a comportarmi con lui come prima. Mi sento tradita in un certo senso. Anche se il mostro rapporto sta migliorando. L'altro giorno mi ha detto effettivamente qualcosa che ha mia fatto riflettere. "Se avessi visto Vale piangere in quel modo e dirti che io le avevo fatto qualcosa di imperdonabile, ti saresti fermata a riflettere sulle varie possibilità o l'avresti difesa a spada tratta?" mi ha chiesto e mi ha preso alla sprovvista. Effettivnamete se avessi visto Vale nelle condizioni in cui ho trovato Sarah non sarei riuscita a pensare lucidamente. "Sarah è come una sorella minore per me e lo sai, sei stata la prima a dirlo. L'ho vista così e non ho più ragionato" mi spiega e io abbasso la testa.  Sentendo tutto questo non posso dargli tutti i torti. "Capisco Christian ma qui siamo molto diversi noi due. Io avrei consolato Vale ma non sarei mai andata contro di te senza sapere nulla. Soprattutto sentendo che lei ti accusa di qualcosa che non potresti mai fare" dico ferma e poi mi passo una mano tra i capelli. "Capsico la tua reazione, davvero. Dopo quello che mi hai detto sono leggermente meno arrabbiata, ma non puoi aspettarti che ti perdoni dopo tutto questo per una semplice frase. Ci vorrà del tempo per potermi fidare di nuovo di te" gli dico sospirando. Lui ha annuito e poi ci siamo separati. Da lì in poi stiamo iniziando a parlare più spesso e stiamo virando verso la giusta direzione. In parte sono contenta che Sarah abbia qualcuno al suo fianco pronta a difenderla contro tutti, ma ogni tanto vorrei anche qualcuno che mi sostenesse, che stesse dalla mia parte a prescindere. Ma non si può trovare in lui la persona che ricopra entrambi i ruoli. Io e Petit abbiamo in parte chiarito. Non abbiamo mai avuto questo legame strettissimo, quindi non posso dargli colpe di non avermi difeso. Mari e Sofi si sono finalmente comportare come le amiche che Sarah merita quindi le ho in parte perdonate anche per il passato. Parlo abbastanza con tutti ma lo faccio maggiormente solo con Sarah e con Emma, le uniche due con sui sono libera.  Quest'ultima sta iniziando finalmente a comportarsi da amica con me. Ogni tanto ci prova ancora, la conosco e non sono ingenua. Ma sono piccoli momenti che mi lascio scivolare addosso. Dopo aver cento quella sera ci dividemmo e così io e Sarah decidemmo di uscire. Presi le mie sigarette e lei le sue per poi posizionarci sulla panchina. Subito Emma e Martina uscirono fuori e si sedettero di fronte a noi. Iniziammo così a parlare delle nostre assegnazioni. Poi anche gli altri ci raggiunsero e non c'era più spazio libero. Subito feci segno a Sarah si posizionarsi sulla mie gambe. Inizialmente fu spaesata, il nostro riavvicinamento era stato abbastanza in segreto. Cercavamo di mostrarci distaccate o almeno non così intime, davanti agli altri, forse per paura di ricevere troppe domande o troppe opinioni non richieste. Ma in quel momento a me non importò nulla, dopo il mostro quasi bacio volevo averla il più vicino possibile a me. Nonostante la confusione, lei fece quello che le avevo silenziosamente chiesto e le lasciai un bacio sulla guancia. Sorrise e arrossì leggermente provocandomi un sorriso soddisfatto. Cri ci guardò e copiò la mia espressione mentre Lil e Holden ci guardarono leggermente arrabbiati. Emma aveva una faccia indescrivibile. Non riesco ancora oggi a dare un nome a tutte le espressioni che lessi nel suo volto. C'era dolore ma c'era anche gioia. C'era invidia ma c'era anche sollievo. Forse c'era perfino un po' di rabbia mischiata ad altro di cui non sono ancora sicura. Non riuscì a capire tutto in quel momento, forse troppo presa dalla ragazza che stavo stringendo. Iniziammo a parlare delle varie puntate e delle nostre paure di uscire. Decisi di fumare un'ultima sigaretta e questo convinse molti a rientrare. Così restammo solo io, Sarah ed Emma. Un trio molto iconico devo dire. L'imbarazzo era davvero palpabile e io non riuscì a contenere le mie risate. "Scusate ma il disagio mi fa troppo ridere" dissi contagiando anche loro due. "Sono felice di vedervi insieme" disse Emma dopo esserci calmare, sconvolgendo sia me che Sarah. "Oh dai se fate ste facce pare che so un mostro" disse fingendosi offesa e ridemmo di nuovo. "Non me lo aspettavo" dissi io e Sarah arrossì per poi dire "Siamo di nuovo vicine anche grazie a te. Se non avessimo parlato quella sera forse molte cose sarebbero diverse". La guardai e sorrisi. Poi portai il mio sguardo su Emma e le mimai un grazie con la bocca. Sarah mi aveva parlato del loro discorso e io ne avevo anche già parlato con la ballerina. Quando mi ha detto di essere innamorata ancora di me è stato come un secchio di acqua gelata addosso. Se avessi sentito quelle parole diversi mesi prima, penso che mi sarei sentita la persona più felice del mondo. Ma in quel momento rappresentavano solo un problema. Un ostacolo nel mio percorso di felicita. Tuttavia ora non mi pesa. Più tempo passiamo assieme, più diventiamo davvero amiche. "Ormai mi sto abituando a questa cosa dell'amicizia e penso che forse siamo molto più portate per questo tipo di rapporto" disse la ballerina e io non feci altro che annuire. "Penso davvero che non siamo mai state così bene con l'altra" dissi io e subito sentì lo sguardo della ragazza al mio fianco su di me. Aveva un sopracciglio alzato e un mezzo sorrisetto. "Da amiche" precisai subito sapendo però che lei ormai scherzava su noi due. Dopo il loro discorso si erano avvicinate. Sarah non era più gelosa di Emma e lei non provava più a farci scontrare. Non dico che potrebbero diventare migliori amiche, ma impareranno sicuramente a sopportarsi anche davanti a me. "Già sono stata al centro di un vostro litigio, basta così" disse alzandosi di colpo e facendoci ridere. Era bello riuscire a scherzare anche su cose del genere. "Ciao coppietta" disse per poi entrare. "È molto simpatica" mi disse Sarah e la guardai per poi prenderla in giro. "Vuoi vedere che ora mi devo ingelosire io di voi due?" le chiesi per poi punzecchiarle la pancia. Rise e disse "Si certo ci manca solo questo guarda". Finita la mia sigaretta rimanemmo qualche altro minuto fuori ad osservare la luna ed ad osservarci di nascosto. Poi lei mi prese la mano e lasciò un bacio sul dorso. "Ti amo" mi disse e poi si voltò a guardarmi. "So che è difficile questo periodo però ne vale la pena. Anche se spero finisca il prima possibile perché ho una voglia matta di baciarti onestamente" disse sinceramente e ridemmo. Le lasciai un bacio sulla fronte e le sussurrai "Ti amo". Poi entrammo e ci addormentammo come sempre nel mio letto, stringendoci ed accarezzandomi. Quando finirà questa tortura?

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