Dito medio sulla bocca

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Cari lettori, sono tornataaaa. Scusate l'orario e il giorno di ritardo 😊. Ma sono andata ad un concerto ed ero stanchissima dopo l'esame di ieri quindi avrei scritto uno schifo ahahaha. Spero che mi perdoniate e che vi piaccia questo nuovo capitolo. Vorreste sapere alcuni loro discorsi sul passato o preferite solo focalizzarvi sulla loro storia d'amore? Fatemelo sapere nei commenti. Ditemi poi se vorreste che accadesse qualcosa in particolare, mi piace rendervi partecipi, vedrò se è in linea con la storia che ho in mente e potrei aggiungerlo. Grazie del supporto e come sempre, buona lettura 💙
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L'amicizia con Ila è.... è strana, molto strana. Non c'è nessun altro modo in cui potrei descriverla onestamente. Non siamo mai state semplici amiche, quindi non sappiamo bene come comportarci. Ci siamo sempre dimostrate l'affetto attraverso i nostri gesti. Ci siamo sempre strette durante la notte, mentre dormivano il pomeriggio o guardavamo film, quando conversavamo con i nostri amici. C'è sempre stato del contatto fisico, due calamite che risentono troppo dell'attrazione dell'altra per starsi lontane. Ora però cerchiamo di evitarlo nonostante il desiderio di farlo, di lasciarci andare a quella forza che ci porta vicine, è molto più intenso di prima. Dopo il discorso in cui le ho raccontato tutto, siamo tornate a casa e ci siamo subito dirette in camera dove abbiamo passato l'intero pomeriggio a stringerci senza parlare. Godendoci quel nostro piccolo momento, realizzando che fosse davvero finita tra noi e che avremmo dovuto convivere insieme in maniera diversa ora. Che saremmo state vicine, forse vicine come non mai, attraverso i nostri discorsi che avrebbero toccato territori inesplorati. Avremmo parlato molto più a fondo di noi, ci saremmo dette tutto quello che abbiamo sempre avuto paura di comunicare. Ci saremmo scambiate altri pezzi di cuore che avevamo tenuto nascosti in bauli con doppi lucchetti. Ci saremmo avvicinate ma obbligandoci a starci lontane. Obbligandoci a non darci conforto come avremmo voluto. Costringendoci a porre limiti alle nostre interazioni, a fermarci e evitare di oltrepassare le linee. Delle linee che per la prima volta abbiamo disegnato tra di noi. Le linee che io abbia più odiato in vita mia. Le uniche linee che vorrei superare senza considerare minimamente le conseguenze. E ci sono sempre più vicina. Ogni volta che mi racconta qualcosa del suo passato, che mi mostra una delle tante ferite che nasconde sotto la sua corazza, il mio autocontrollo scivola via. Vorrei stringerla a me e baciarla, rassicurarla del mio amore, dirle quanto sia perfetta ai miei occhi e prometterle che non la lascerò mai andare. Ma non posso. Allora mi limito a prenderle la mano, abbracciarla e lasciarle baci sulla testa. Sussurrarle parole dolci, ma non quelle che desidererei. Sono sicura che anche per lei valga lo stesso. Lo leggo nei suoi occhi ogni volta che mi apro e le racconto altro delle mie vecchie storie, delle mie relazioni e delle mie amicizie. Ci stiamo dicendo tutto l'una dell'altra e non penso di essere mai stata così vera con una persona. Non ho filtri. Non riesco a nasconderle niente. Non ho paura di essere giudicata o non compresa. Non ho vergogna di piangere e non ho il solito terrore quando devo essere vulnerabile. Perché so che lei c'è per me. Che è sempre pronta a prendermi quando cado, che è lì a braccia aperte quando vede le prime gocce solcarmi il volto, pronta a stringermi per farmi sentire protetta, che non lascia mai andare la mia mano perché sa che ho bisogno del suo contatto costante per sentirmi al sicuro. Così lottiamo costantemente dentro di noi. Da una parte quello che ci siamo predisposte di essere e dall'altra quello che vorremmo davvero essere. Perché in fondo entrambe vogliamo solamente essere libere di amarci, a pieno, senza restrizioni. E forse è questa l'unica cosa che ci spinge a continuare questo nostro percorso autolesionistico dell'amicizia. Abbiamo entrambe avuto rapporti particolari con i nostri ex e più ne parliamo più capiamo cos'è che ci ha portato ad allontanarci così tanto in tutta la nostra storia, capiamo come mai non siamo riuscite a capire l'altra fino in fondo. Riusciamo a vedere i nostri errori reciproci e imparare a migliorarci per essere quello che l'altra merita. È difficile, ma preferirei mille volte restare sua amica per poi avere un'altra possibilità, che rinunciare a tutto, rinunciare a lei.
Qualche pomeriggio in cui siamo più stanche, decidiamo di metterci su uno dei nostri letti e fare una specie di sessione scrittura. Lei come sempre ha ventimila testi già pronti, scrive poesie e canzoni quasi ogni giorno anche se ne è molto indecisa, non capisco perché visto che sono pazzeschi. La sua mente è davvero una delle più magnifiche che conosca. Ha una cultura immensa e fa sempre riferimenti storici o letterari o artistici quando scrive. Impazzisco quando mi legge i suoi pensieri e scopro di esserne stata fonte ispiratrice. Inoltre io adoro avere questi momenti perché finalmente riesco a mettere nero su bianco quello che provo. Ho trovato nella scrittura una mia valvola di sfogo. Prima chiedevo ad Ila come facesse ad avere sempre qualcosa da raccontare e lei rideva dicendomi che l'avrei capito quando mi sarei finalmente lasciata andare nella scrittura senza frenarmi a causa della mia tremenda paura di sbagliare. Ora infatti capisco tutto. Quando prendo la mia penna ed il mio quadernino è come se aprissi una porta nella mia mente che la collegasse direttamente con il mio cuore. Metto sulla carta tutto quello che provo e quello che ho paura di dire. Tutte le mie insicurezze e la pressione che sento a volte. La paura di non essere all'altezza, non solo della ragazza al mio fianco ma anche del programma e delle aspettative che sento su di me. Il terrore di non aver lasciato niente alla gente a casa che mi guarda, di essere invisibile per loro ed inutile come mi sono sentita un po' di tempo fa in casetta. L'amore che provo per Ila. La felicità che mi riempie il cuore quando sono con lei o quando mi esibisco. La forte scarica di adrenalina che mi causa esibirmi. Tiro fuori tutto ciò che sento ed è fottutamente liberatorio. Spengo il mio cervello e lascio che siano le mie emozioni a parlare. Poi rileggo tutto e vedo tutta me stessa in quelle parole, ed è bellissimo.
Adesso ad esempio, siamo sul letto. Ila era molto stanca quindi si è addormentata sul mio petto mentre io rileggo cose che ho scritto e provo a buttare giù anche altro. Mi piacerebbe riuscire a trasformare queste mie frasi nel testo della mia prossima canzone. Ho parlato con i miei produttori e sono molto entusiasti dell'idea. L'ho detto anche ad Ila e lei mi ha sorriso e detto quanto sia fiera di me per questa decisione. Ovviamente sono arrossita come un peperone e lei ha riso prendendomi in giro. Avrei voluto baciarla e dirle che solo grazie a lei scrivo così tanto. Perché mi ha spronato, perché mi ha sempre sostenuto, perché lei mi ispira. Ogni volta che scrivo riesco solo a pensare a lei. Parlo solo di noi. Di quello che provo per lei, di come vorrei che fosse il nostro rapporto, di tutto quello che siamo state. Il testo si cui sto lavorando infatti perla un po' di quanto sia stata difficile la nostra storia e di quanto lo sia ancora ora. Ho pensato di intitolarlo "L'ultima volta". Non solo per la nostra prima grande litigata in cui ci siamo ripromesse milioni di ultime volte, ma anche perché ci siamo dette anche ora che quando riproveremo di nuovo, sarà davvero la nostra ultima volta. Non possiamo più farci del male a vicenda ed è giusto che sia così. Anche se mi fa paura pensare ad una possibile vita in cui Ila non sia al mio fianco come voglio. La guardo rannicchiata tra le mie braccia che stringe le mia maglia con una mano mentre l'altra è sul mio addome. Con le sua testa nascosta nell'incavo del mio collo. Una delle mie mani ogni tanto le accarezza i capelli, quando leggo frasi vecchie. Il suo profumo attorno a me e il suo corpo contro il mio. Sono in paradiso. Sospiro contenta e ritorno a lavoro. Rivivendo tutto ciò che siamo state e raccontando di noi.
Penso a quante volte abbiamo litigato. Abbiamo smesso di parlarci per giorni, troppo arrabbiate e spaventate per affrontarci. A quanto sentissi la sua mancanza nonostante continuassi a vederla costantemente per casa. Ripenso a quante volte abbiamo litigato inutilmente, quante parole ci siamo dette per rabbia. A come la mia paura di perderla mi abbia accecato e l'abbia in realtà solo allontanata da me. A quante volte l'abbia persa per cose futili e per le mie insicurezze di cui lei non sapeva ancora né l'esistenza né la causa scatenante.
"Ti ho persa come perdo le mie chiavi di casa"
Penso alla nostra ultima litigata. A quanto abbia sbagliato a dirle tutte quelle cose che non pensavo davvero. A quanto l'abbia ferita a causa del mio passato che offusca ogni tanto il mio presente. Quel passato che mi raggiunge e mi circonda il collo, stritnendosi come un serpente e spezzandomi il respiro. Strozzandomi e facendomi perdere i sensi, disconnettendomi dalla realtà.
"Sbagliato come spesso sbaglio svolta per strada"
Penso a quanto mi sia sentita persa in quei giorni senza di lei. Quanto abbia pianto e abbia sofferto. Addormentandomi tra le lacrime e sperando solo di riaverla al mio fianco. Sognando di chiederle di perdonarmi e di fare pace. Di avvicinarmi a lei e dirle di essermi pentita di tutto. E allo stesso tempo impaurita da un suo possibile rifiuto, dallo scoprire che il suo odio per me in quel momento superava l'amore che aveva provato fino a poco prima.
"Ma sono qui, perdonami"
Ripenso a come siamo ora, due persone che non  sono davvero solo amiche e che in realtà non lo sono mai state. Ripenso a qualche giorno fa quando ci siamo svegliate abbracciate perché le avevo chiesto di dormire con me la notte precedente dopo aver parlato un po' di più della mia relazione. Ricordo di aver aperto gli occhi e aver desiderato così tanto baciarla. Avevo il suo volto vicinissimo al mio. Sfiorai le sue labbra e passai la lingua sulle mie, mentre ricordavo come mi facesse sentire bene unirle. Formulavo nel mio cervello scuse per non azzerare la distanza che ci separava, ma non volevo davvero. Sapevo di non poterlo fare, ma lo desideravo tantissimo. Ormai nulla era più come prima. Non potevo baciarla e non potevo evitare che ogni suo tocco infiammasse la mia pelle. Non potevo essere la sua ragazza ma non potevo nemmeno essere una sua semplice amica. Sapevo come fosse baciarla e volevo farlo. Sapevo come fosse avere le sue mani e le sue labbra sulla mia pelle e lo desideravo, ne avevo quasi bisogno. Tutto era diverso. Lei però sembrava non notarlo. Si comportava come se fossimo sempre state questo. Sempre vicine ma non abbastanza da poterci bruciare come Ivato col Some. Sempre lontane ma mai troppo per lasciarci andare, come Penelope con Ulisse. Ed noi siamo così.  Noi siamo sempre state questo. Ma mai in questo modo. Mai con così tanta voglia e così tante restrizioni. La guardo anche ora e penso a come sia tutto diverso da quello che era e da quello che vorrei essere. Allora di getto scrivo :
"È che non ho voglia di trovare una scusa
Se quando siamo insieme non è più come prima
Vuoi dirmi che non è così?
Dai, guardati"
E penso solo che vorrei sapere come lei vive tutto questo. Sembra calma, sembra felice e contenta con la nostra nuova  situazione. E io non riesco ad esserlo. Voglio di più. E so che anche lei lo vuole, lo leggo nei suoi occhi quando mi guarda, lo vedo nel suo volto quando mi sorride. Ma sa nascondere molto meglio di me il suo malcontento. Sa gestire tutte le sue emozioni alla perfezione. E vorrei  togliesse tutti questi filtri così accuratamente selezionati da lei e mi dicesse soltanto la verità.
"Dimmi poi che effetto fa.
Non sei costretta a fingere"
Ripenso al nostro primo litigio. Alle nostre mille ultime volte sussurrate dopo esserci urlate contro. Nonostante ci fossimo arrabbiate e scontrate, alla fine non sapevamo davvero lasciarci andare. Non sappiamo ancora ora davvero allontanarci dall'altra. Perché in fondo non possiamo. Non siamo così forti. Non vogliamo poi così tanto farlo.
"Ogni volta è l'ultima
Poi riscriviamo il limite"
Ripenso a quante volte ci siamo mandate a quel paese nelle nostre litigate e vorrei inserirlo in qualche modo nel mio testo ma non mi piace in nessuna delle frasi scritte precedentemente, troppo volgare e diretta. Ho bisogno di qualcosa di più sottile, un leggero riferimento. Non troppo esplicito.
"Ma se adesso"
Inizio a scrivere e la guardo, sperando che mi arrivi qualche idea. Guardo il suo volto così in pace e noto la sua bocca socchiusa, come sempre. Sorrido e lasso un dito sulle sue labbra, sentendo la mancanza della loro morbidezza. Passo il mio pollice sulle sue labbra e le accarezzo dolcemente.
"Se adesso mi metti il pollice sulla bocca"
Penso, ma non mi piace come suona. Per niente. Provo con indice, ma neanche lì va bene. Indice è orribile.
"Ma se adesso mi metti il dito sulla bocca"
Va meglio ma manca qualcosa.
"Ma se adesso mi metti il dito medio sulla bocca"
Scrivo alla fine e sorrido. Il dito medio è anche simbolo del vaffanculo, parola che ci siamo scambiate diverse volte durante le nostre litigate. Rido rileggendo il testo e pensando a quanto probabilmente risulterà confusionario, ma lo adoro. Noi due alla fine siamo anche un po' così, caotiche e confusionarie.
Penso a tutto quello che succedeva dopo le nostre litigate. A quanto amore e desiderio ci dimostrassimo con i nostri movimenti istintivi.
"E mi baci appassionatamente sulla porta"
Ripenso a tutte le volte che dopo esserci chiuse in bagno per riempirci di baci lontane dalle telecamere, entravamo nella nostra bolla e ci riempivamo di coccole. Ci dimostravamo tutto ciò che l'altra significava attraverso i gesti perché in fondo le parole sono effimere e molto spesso assumono significati diversi per il mittente e per il destinatario. Con le fronti attaccate ci ripetevamo che non potevamo più farci male. Andavo a letto promettendo di dormire insieme un'ultima notte, ma la mattina era un giorno nuovo e ciò che era successo la sera prima sembrava essersi dissolto nell'aria.
"Questa sarà per noi l'ultima volta.
L'ultima volta fino a domani"
Ripenso ad ora che ci siamo promesse di nuovo un'ultima volta. Un ultimo tentativo definitivo per far funzionare la nostra relazione. Ripenso a quanto la nostra storia si ripeta effettivamente. Entrambe ancora non riusciamo a capire che non potremmo mai lasciarci andare davvero. Così scrivo :
"Sempre la stessa storia
Ne vogliamo sempre ancora"
Penso che a volte non capsico se i nostri sentimenti siano davvero così forti da non permetterci di allontanarci o forse siamo noi che siamo dipendenti dall'altra. Dipendenti dalla nostra relazione, da come l'altra ci fa sentire, da tutto ciò che avviene tra noi.
"Non lo so se è amore o noia
Se ci manca qualcosa"
Penso che alla fine anche litigare con lei mi piace più che passare un fine settimana all'estero con qualcun altro. Perfino nei nostri momenti peggiori, quando ci urlavano addosso ogni sera, sentivo di stare bene perché in quelle litigate noi esprimevano quanto l'altra significasse davvero per noi. Quando ci baciavano con foga e ci stringevamo dopo esserci urlate contro, sentivo quanto mi amasse ancora prima di averglielo sentito dire. Adoravo quando le gridavo di andarsene e lei restava davanti alla porta per poi prendermi e baciarmi.
"Se rimani un po' mi piace
Litigare e fare pace"
Ripenso a tutte le promesse infrante di impegnarsi per non litigare più, di lasciarsi se ci fossimo fatte male di nuovo, di provarci solo per un'ultima volta. Così scrivo :
"Ci riempiamo di promesse
Tanto poi nessuna vale"
Penso a come siamo messe ora. Fingiamo che esserci amiche ci stia bene, sappiamo che sia la cosa più giusta ma non significa che l'accettiamo o ne siamo felici. Ma già so come andrà a finire, perché ci vogliamo troppo per starci lontane. Abbiamo tropo bisogno dall'altra per chiedere definitivamente il nostro rapporto, in qualunque sfaccettatura esso si presenti.
"So già come finirà
Puoi continuare a fingere"
Ripenso a tutte le volte in cui mi chiede di fare qualcosa e io non posso mai negarle nulla. Non importa se la trovi la cosa più noiosa del mondo, se magari in quel momento avrei voluto fare completamente l'opposto. Non riesco a dirle di no. Mi trovo sempre a superare tutti i miei limiti per farla felice perché il suo sorriso è letteralmente il mio carburante. Potrei essere stanchissima dopo una giornata piena di lezioni, se lei mi chiedesse con i suoi occhioni dolci di scalare una montagna io lo farei senza problemi. Anche se non so scalare, anche senza attrezzature, anche se avessi paura dell'altezza. Mi basta sapere che una volta arrivate in cima posso vedere il suo splendido sorriso. Devo dire che però a volte faccio finta di non volerla accontentare, giusto perché adoro quando fa la faccia da cucciola e per convincermi di solito mi riempie di baci e abbracci. Anche lei sa palesemente che farei di tutto per lei a prescindere e che voglio semplicemente le sue attenzioni. Infatti scuote semprea testa e mi fa il suo solito sorrisetto, prima di iniziare a corrompermi, superando ogni volta alcune delle nostre linee restrittive.
"Dirò sempre 'non mi va'
Poi riscriviamo il limite"
Poi riparto con il ritornello. Sorrido rileggendo tutto e penso a qualche pezzo finale che racchiuda a pieno come mi sento ora. Mi viene in mente la conversazione che ho avuto con Chiara diversi giorni fa. Vedendomi così triste e sentendomi piangere quasi ogni giorno, quando io e Ila non ci parlavamo ancora, mi ha chiesto se lei ne valesse davvero la pena. Chiara adora Ilaria ed è l'unica persona con cui ho avuto una relazione che può vantarsi di avere l'approvazione della mia migliore amica. Ma vedendomi soffrire così tanto ha dovuto chiedermelo. "Certo ti sei innamorata per la prima volta, è importante. Ila sarà sempre parte di te, per svariati motivi.  Ma potresti trovare tantissime altre persone in giro con cui iniziare tutto da capo, magari in maniera diversa, in maniera migliore. Con cui potresti vivere una relazione più semplice, meno complessa, meno dolorosa. Potresti innamorarti di qualcun altro" mi ha detto neanche lei tanto convinta della due parole. E il pensiero di farlo mi stava per far piangere. "Io non voglio nessun altro Chiara" mi ricordo di averle detto con tono fermo. "So che non potrei mai amare qualcuno più di lei, il mio cuore non riuscirebbe a provare un amore così grande, è impossibile. E io non voglio amare nessuno che non sia lei, onestamente. Non voglio conoscere qualcun altro perché io già so tutto di lei. Non voglio baciare nessun altro perché le sue labbra sono già la mia droga. Non voglio il numero di nessuno altro perché io ho già lei da chiamare quando ne ho bisogno" le ho risposto e l'ho vista sospirare per poi sorridermi. "Allora va a parlare e vatti a riprendere il tuo schianto" mi ha risposto subito facendomi l'occhiolino e facendomi roteare gli occhi. Sorrido a quella scena e subito le parole mi so formano nella testa, prendo la mia penna e scrivo :
"Preferire altre mille ultime volte con te
Che me ne faccio, di mille prime volte con un altro"
E penso che nessuna frase potrebbe descrivere meglio quanto io la ami, quanto desideri davvero soltanto lei.
Leggendo mi accorgo che vorrei cambiare l'ultimo ritornello, almeno verso la fine, per dare un tocco diverso.
Penso a come ogni volta che parliamo del nostro passato poi sentiamo il bisogno di trovare protezione nelle braccia dell'altra. L'altro giorno lei mi ha parlato un po' della sua ultima relazione, più a fondo. E appena ha iniziato a piangere si è gettata tra le mie braccia, in parte per nascondere il suo volto, imbarazzata dalla lacrime, e in parte per sentirsi piu al sicuro. Così scrivo :
"Ma, mi chiederai di stringerti più forte"
Penso a tutti i pomeriggi che passiamo sui nostri letti, perse tra le nostre carezze, in questi momenti in cui ci raccontiamo davvero. Scappiamo dal tempo e dallo spazio. Non sappiamo per quanto tempo restiamo lì abbracciata e non ci interessa. Ci dimentichiamo di essere in TV, con telecamere puntate addosso e microfoni sempre accesi. A noi non interessa niente di tutto quello che abbiamo attorno, solo noi due contiamo davvero. Sorrido e scrivo :
"Ci perderemo insieme lentamente"
La guardo e le lascio un bacio tra i capelli mentre rileggo l'ultima frase, quella che in realtà è stata la prima di questo testo. La data sopra la frase risale ad un bel po' di tempo fa. L'ho scritta durante il nostro primo periodo di turbolenze, chiamiamolo così. La leggo ricordando perfettamente il momento in cui l'ho formulata. Dopo una delle nostre solite litigate, ci eravamo addormentate. Ila mi teneva stretta facendo aderire la mia schiena con il suo petto, quasi come fossimo un unico corpo. Non riuscivo a dormire però. Troppo pensieri nella mia testa, troppe paure. Ero terrorizzata dal fatto che potesse davvero essere l'ultima notte passata abbracciate. Avevo letto nei suoi occhi una determinazione che non avevo mai visto prima. Sapevo che stessimo avendo tantissimi problemi, non era difficile vedere quanto male ci stessimo facendo. Presi il mio quadernino e pensai a tutti i nostri discorsi. Portai la penna sul foglio bianco e diedi inizio a questo testo. Nonostante questa frase poi si trovi alla sua fine, quasi come fosse un cerchio, infinito come l'amore che provo per lei.
"Che sento che non va ma quante volte
Tu mi dirai che è l'ultima e ci credi veramente"
Io non ci ho mai creduto. A parte quella notte, ho sempre saputo che nessuna delle due sarebbe stata abbastanza forte da allontanarsi definitivamente. Rileggo tutto e sorrido soddisfatta, non vedo l'ora che Ila si svegli per fargliela leggere da completa. Sa ciò che avevo già scritto e mi ha confidato che anche lei non ha mai creduto davvero che ci sarebbe potuta essere una nostra ultima volta. Lo ha detto con il suo sorrisino e il suo solito sguardo che riserva solo a me. Inutile dire che abbia lottato duramente per non baciarla. Chiudo il mio quadernino con un grande sorriso. Poi lo poso sul comodino e decido di rilassarmi. Mi concentro sul movimento regolare del petto di Ila, sul calore che emana la sua pelle a contatto con la mia, sui brividi che mi provoca sentire il suo respiro caldo sul mio collo. Sospiro felice e mi abbandono nelle braccia di Morfeo. Vorrei fosse sempre tutto così facile e felice.

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