Tossicità

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Cari lettori, come promesso ho pubblicato anche questo capitolo. Sarà l'ultimo di questo giorni, visto che ho la pausa esame. Scusate se ci sono errori essendo tardi non ho avuto tempo di ricontrollare ed ho scritto di getto tutto. Scusate anche se non è al livello degli altri, ripeto sono molto stanca ma avevo promesso di pubblicare. Spero comunque che apprezziate il mio sforzo e che vi piaccia la storia. Commentate mi raccomando e votate. Buona lettura 💙
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"Non ci siamo" mi dice la mia vocale coach ed è una delle frasi che ho sentito di più in questo periodo. "Non mi dai niente nel pezzo, non mi stai dando niente in nessuna canzone" dice ed io abbasso la testa mortificata. "Ti stai bloccando da sola emotivamente. Prima giocavi in casa sull'espressività, ora invece non percepisco niente quando canti" mi dice arrabbiata e io non posso che darle ragione. Non riesco a provare niente mentre mi esibisco. Sto bloccando tutto quello che provo in questo periodo e non riesco più a dimostrare nulla. Prima riuscivo a catalizzare tutto nella musica, ma ora c'è troppo da smascherare, sto bloccando  troppi sentimenti. "Lo so" dico sospirando ed arrossendo sempre più mortificata. "Devi smetterla di annullare le tue emozioni. Sono il tuo punto forte. Guarda in faccia quello che provi il prima possibile o la prossima puntata non sarà così facile e a questo punto della gara potrebbe anche essere l'ultima" mi dice severa. So che non vorrebbe dirmi tutto questo ma io purtroppo sono un carattere che ha bisogno di sentirsi dire cose del genere nel modo più crudo possibile. Ho bisogno di sbattere contro le cose per capirle. Io ho avvisato i miei coach dall'inizio del percorso di dirmi sempre la verità in maniera diretta perché solo così riesco a fare i conti con la realtà. Sospiro sconfitta ed esco dalla sala non prima che la mia coach si avvicini e mi abbracci. Cammino verso l'aula e mi odio perché l'unica cosa che vorrei ora sono le braccia di Sarah attorno a me e la sua voce che mi rassicura. Destino vuole che entrando in sala, la trovo seduta sui gradini. Subito noto che indossa la mia felpa e sorrido all'idea che anche lei nonostante tutto non riesce a lasciarmi andare. Gioca con la nostra collanina mentre ascolta musica con le cuffie ad ha il suo quadernino tra le mani. Morde il tappo della penna sorridendo, probabilmente scrive cose che la rendono felice. E a vederla non posso che copiare il suo bellissimo sorriso. È stupenda anche così, nella quotidianità.  Negarmi di guardarla in questi giorni è stato più difficile del previsto. Ho dovuto lottare conto ogni particella del mio essere per evitare di incastrare i nostri sguardi. Sentivo i suoi occhi bruciare su di me, cercando di attirare la mia attenzione e desideravo così tanto dargliela per leggere nei suoi cosa provasse. Sapevo che mi cercava, che mi cerca ancora, che aspetta di beccarmi mentre la guardo perché sa che lo faccio, nonostante non abbia prove. "Hey" dice con voce sottile guardandomi e per la prima volta dopo diversi giorni ricambio. Quanto mi erano mancati i suoi occhi nocciola. "Hey" dico cercando di ricompormi e rimettere la solita maschera per proteggermi. Anche se so che sia inutile con lei, è il mio tallone d'Achille. "Com'è andata la lezione?" mi chiede chiudendo il suo quaderno e posano le cuffie. Mi prende alla sprovvista, non parliamo direttamente da giorni, ma provo a non farlo vedere. "Bene" dico cercando di sembrare convincente. Lei però mi guarda e alza un sopracciglio. Come può aver capito che mento? Non sto mostrando emozioni ora, come potrebbe mai saperlo? "So quando menti. Nonostante tu abbia la tua faccia impassibile" mi dice come se avesse letto nei miei pensieri. La guardo sconvolta. "La telepatia non passa, non conta quanto provi ad annullarla" mi dice sorridendomi. Quel bellissimo sorriso così caldo che mi riempie sempre il cuore e scioglie la mia armatura. Lo vedo e non posso evitare che un piccolo sorrisino mi si formi sulle labbra. Odio quanto potere abbia su di me. E allo stesso tempo mi fa impazzire sapere che nonostante la mia maschera lei continui a vedermi davvero e farmi reagire come sempre. "Anche a me sta andando male" dice avvicinandosi a testa bassa e con le mani dietro la schiena. "Vorrei parlarti" mi dice guardandomi con i suoi occhioni dolci. È vicina a me, troppo vicina per il mio bene. Non abbastanza vicina da farmi perdere il controllo però e non so se ne sia contenta o triste. In fondo vorrei una scusa per baciarla. "Ho bisogno di parlarti" rettifica  sospirando per poi subito continuare. "So di non meritarmi neanche il tuo saluto. Però ho bisogno di spiegarti tutto. Non voglio giustificarmi o rendere meno schifoso quello che ho fatto. Non c'è niente che possa dire per rimediare al dolore che ti ho causato e ti giuro che mi odio non sai quanto per tutto questo" dice e vedo delle lacrime formarsi nei suoi occhi. "Non voglio che ti odi" le dico subito sentendo le mura attorno al mio cuore sgretolarsi e rischiare di cadere. Non voglio che provi queste cose, non voglio che si metta in dubbio e non voglio che disprezzo se stessa. "Dovresti, e avresti tutte le ragioni per farlo. Dovresti odiarmi, ma so che non lo fai" dice sorridendomi dolcemente e porto in basso il mio sguardo per evitare di ricambiare. Non posso farmi vedere così vulnerabile, così dipendente da lei. "Non hai lezione?" le chiedo sperando che mi dica di sì e che potremmo parlare stasera. Ho bisogno di preparami psicologicamente per continuare a mantenere questa falsa indifferenza. Devo allenarmi di più per riuscire a sembrare distaccata per un intero discorso con lei. Non penso ci riuscirò mai. Ma se dovessimo parlare ora penso che non durerei neanche due frasi. "No oggi è il mio giorno libero. Sono venuta qui perché ti aspettavo. Non ti trovo mai in casa" dice abbassando la testa e arrossendo. Mi era mancato vedere le sue guance rosse e la sua tenerezza così pura. Alza poi la testa e mi guarda con i suoi occhioni dolci e perdo completamente la testa per quello sguardo, potrebbe chiedermi tutto ora. Cazzo Sarah, perché devi avere questo effetto su di me? "Dimmi tutto allora" dico sospirando e mettendomi le mani in tasca. "Ti va se camminiamo? Non voglio che tutti sentano quello che ho da dirti" mi dice abbassando di nuovo la testa e arrossendo sempre di più. Inizia a salirmi un po' di ansia, sono preoccupata. Cosa vuole dirmi di così importante? Ha detto che non vuole giustificarsi ma semplicemente spiegarmi i motivi che l'hanno portata a reagire così. Cosa le è successo che io non so? "Possiamo fare quello che vuoi" le dico sincera lasciando intravedere la mia preoccupazione. Lei mi sorride e poi esce aspettando che la segua. Prendo un respiro profondo e lo faccio. Non devo cedere. Devo mantenere il muro innalzato. Non deve tremare. Non posso lasciarmi ferire di nuovo, non così presto.

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