La prima nottata

526 24 3
                                    

Dal suo tono però capisco che speri che la mia sia una risposta negativa. Bene, almeno nessuna delle due deve convincere l'altra a restare fuori. "In realtà non è che abbia tutto questo sonno. Magari mi fumo l'ultima sigaretta ed entriamo, se vuoi" dico cercando di farle capire che preferirei stare qui con lei a parlare. Lei sorride contenta della risposta ed io mi accendo una sigaretta. La vedo attenta ad ogni mio movimento e mi viene da ridere. "Te ne offrirei una, ma sei minorenne quindi non puoi fumare" dico prendendola in giro. Lei rotea gli occhi e dice "Lo sarò solo per poco ancora. Da gennaio dovrai cambiare battuta, se riesci" dice sfidandomi. Adoro quando entriamo in questa gara di risposte e sguardi. "Sono sicura che mi ispirerai altre battute da maggiorenne. Anche se, restando più piccola di me, posso sempre prenderti in giro sull'età" dico tirando dalla mia sigaretta e tenendo sempre il suo guardo. Ha degli occhi magnetici, catturano la tua attenzione e non ti mollano un secondo. "Va bene, nonna, poi vedremo" dice rimarcando sul nome che ha usato e ridiamo entrambe. "Fumi da tanto?" mi chiede inclinando leggermente la testa, cosa che ho scoperto sia sinonimo di curiosità o confusione. "In realtà non è che fumi propriamente" a questo lei aggrotta la fronte. Sembra una bimba quando fa così ed è tenerissima. Non posso che ridere addolcita dalla sua reazione. "Fumo per rilassarmi, ma non ne sento il bisogno" spiego. "È un in più diciamo" continuo cacciando un po' di fumo dalla bocca. "Poi cerco sempre di alternare periodi in cui fumo con periodi in cui non lo faccio, per evitare di prendere il vizio" concludo e la guardo. "Penso che tu sia una delle persone più strane che io conosca" dice ridendo. "Non ho mai conosciuto qualcuno che fuma in maniera responsabile, penso tu sia l'unica nell'universo" dice esagerando per farmi ridere e ci riesce. "Eh, a qualcuno doveva capitare di essere così speciale" rido e lei rotea gli occhi. Cala il silenzio e io ne approfitto per chiederle quello che mi sta girando per la testa dall'intera serata. "Puoi rispondere alla domanda che ti ho fatto prima in camera?" chiedo buttando via la sigaretta, ancora a metà, e girandomi verso di lei. La vedo abbassare la testa e giocare nervosamente con i suoi anelli. Capisco che anche lei, come me, non è abituata ad aprirsi, così decido di parlare io per prima. Solitamente non lo faccio mai, spingo per ottenere risposte senza mai darne di mie, ma ho questa strana sensazione con lei, come se le potessi dire tutto di me, come se mi fidassi già. In una sola settimana ho visto che è davvero una bellissima persona, c'è per tutti e non cerca mai nessuno quando ha bisogno, forse anche per paura di non trovare una persona disposta a prenderla se mai dovesse cadere. Su questo siamo molto simili, forse è uno dei motivi per cui mi sento sicura nell'aprirmi con lei. "Qualche anno fa" dico per smorzare il silenzio e la vedo girarsi per guardarmi, presa alla sprovvista dal mio discorso. "Ho vissuto un brutto periodo. Sono sempre stata una bambina molto allegra, che faceva amicizia con chiunque. Non la smettevo mai di parlare. Pensa che i miei mi mandavano a casa dei miei amici perché non sopportavano più di sentire i miei discorsi o i miei concerti" dico per farla ridere e ci riesco. Sarah si gira completamente e appoggia la spalla alla panchina, come per segnalarmi che io ho tutta la sua attenzione. "Arrivata alle medie, sono entrata in una scuola in cui i ragazzi provenivano da famiglie molto agiate, avevano panni firmati, telefonini appena usciti, viaggiavano appena c'erano due giorni di festa. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Non ho mai navigato nell'oro, lavoro da quando avevo 15 anni, doposcuola e babysitting, e compravo tutto con i miei risparmi : libri, vestiti, perfino cose per la scuola. Sono sempre stata indipendente e mi sono privata di varie cose. I miei compagni di classe non sono mai stati molto carini nei miei confronti. Ero tra le prime della classe e non avevo bisogno di adulare i professori per essere la loro preferita e la maggior parte delle ragazze mi odiava per questo. Mi hanno esclusa e derisa e io mi sono sentita così sbagliata che ho deciso di cambiare" dico tutto d'un fiato per paura di non avere il coraggio di continuare se mi fossi fermata. Alzo finalmente gli occhi e vedo Sarah con lo sguardo triste e luccido. Mi prende la mano e me la stringe. "Sono cambiata perché pensavo di avere qualcosa che non andasse. Mi sono odiata per tanto tempo. Ho passato anni a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, quale fosse il problema. Mi dicevano che parlavo troppo, allora ho imparato a stare in silenzio. Dicevano che non fossi divertente, allora evitavo di fare battute e mi limitavo a ridere alle loro. Mi dicevano che mi vestivo male, spendevo i miei risparmi in vestiti che però comunque non erano all'altezza" rido amaramente mentre mi cade una lacrima. Non ho il tempo di asciugarla perché Sarah mi precede e mi accarezza la guancia donandomi un dolce sorriso. "Poi ho incontrato persone diverse. Molte mi hanno fatto anche soffrire, però tutte mi hanno voluto bene davvero solo quando mi sono mostrata realmente. Mi hanno dato tanto e mi hanno fatto capire che filtrarsi per piacere alle persone è inutile e ti fa solo del male. Ovviamente c'è voluto del tempo e da poco sono effettivamente ritornata me, senza troppi filtri. Ci sono sempre parti un po' nascoste, ma cerco di far vedere la vera me a persone che ritengo 'degne', diciamo. Perché la verità è che ognuno è unico e sicuramente non si può piacere a tutti, ma se non mostri realmente chi sei nessuno potrà amarti sul serio. È facile presentare le parti più belle e fingere che quelle brutte non esistano, ma amare qualcosa di finto è come non amare. E tu non puoi non permettere a qualcuno di amarti davvero solo perché hai paura di mostrarti" le dico mantenendo il suo sguardo. Vedo la sua faccia contrarsi per lottare e non piangere, si gira per far perdere i nostri sguardi. "Io sono come te" le dico prendendole il viso e costringendola a guardarmi. "Non parlo con nessuno e non mi apro molto. Di solito ci metto anche tempo quando lo faccio. Però tu sei speciale" dico asciugandole una lacrima. "Hai una purezza che si percepisce a miglia di distanza e irradi amore puro. Penso di non essermi mai aperta con qualcuno così, ma è come se non potessi farne a meno con te. Anche perché io ho voglia di conoscerti. La vera te. Quella che non filtri. La Sarah Toscano che non contorce la faccia prima di parlare dei suoi sentimenti" dico facendola ridere. "La Sarah Toscano con cui posso parlare di filosofia o con cui fare battute orribili ed infantili o lotte con i cuscini" dico ridendo. "Non so come parlare di quello che sento" dice lei guardandomi con i suoi occhioni lucidi e io non posso che sciogliermi davanti a tanta tenerezza. "Ci vuole tempo. Non dobbiamo dirci tutto ora, ma poco alla volta. Puoi dirmi quello che vuoi, quando vuoi. Voglio che tu sia libera di potermi parlare di tutto. Non devi avere paura di essere fragile" le dico seria. Lei si ricompone e inizia a dire "Voglio rispondere alla tua domanda di oggi". Prende un respiro e dice "Sono molto insicura di me". La vedo giocare di nuovo con le sue mani e le prendo tra le mie per provare a calmarla. Lei mi guarda e mi sorride, in segno di apprezzamento per il gesto, per poi continuare " Ci sono tantissime cose di me che non mi piacciono. Alcune perché ne sono insicura di mio ed altre perché molte persone le hanno denigrate sia davanti a me che davanti a persone a me vicine" dice guardandomi. Io annuisco per darle forza e le stringo le mani. Sinceramente non so cosa possa non piacerle di lei, secondo me è magnifica. "A volte mi sento troppo infantile o troppo affettuosa, come se il mio sentire troppo fosse un problema. Magari vengo percepita come troppo appiccicosa, diciamo, o come una bambina per il mio semplice desiderio di voler mostrare le mie emozioni. Oppure sono troppo seria a volte e le persone non si sentono a loro agio nello scherzare con me" mentre lo dice le si formano le lacrime agli occhi e non posso che copiarla. Vorrei dirle che non è per niente così ma so che ora ha solo bisogno di dare voce a questi pensieri negativi. Spero che nel mio percorso qui possa dimostrarle e farle capire che non è vero quello che pensa di se stessa. "A volte mi dicono di voler mostrare troppo la mia bravura in alcune cose, o magari di vantarmi di essere acculturata o cose così. E io in realtà voglio solo far vedere che non sono superficiale e stupida" dice con una risata amara e sento tutto il suo dolore nell'essere incompresa. "Per non parlare del mio aspetto. Odio il mio sorriso, soprattutto quando arriccio il naso. È bruttissimo. Oppure il mio fisico. Ho sempre fatto sport per provare a migliorarmi ma non mi sono mai piaciuta realmente" dice con le lacrime che ormai le scorrono sul volto. "Non so mai come comportarmi perché ho sempre paura di non essere accettata o criticata e allora a volte mi isolo per evitare queste situazioni che mi rendono molto ansiosa" dice e poi inizia a piangere sempre più forte. Non potendola vedere più così, la tiro a me e la stringo tra le braccia cercando di calmarla. Le do dei baci sulla testa mentre la cullo e le sussurro parole dolci. Restiamo così per non so quanto tempo, fino a che non sento più suoi singhiozzi, ma solo un respiro ritmico. Mi sporgo per guardarla e noto che si è addormentata. Cerco di posizionarla in maniera più comoda e la stringo ancora di più. "Ti prometto che ti farò cambiare idea su di te. Perché sei una persona magnifica e non ti meriti di sentirti così" dico facendo una promessa più a lei che a me. Le lascio un altro bacio sulla fronte e la guardo dormire. Non so come possa pensare tutte quelle cose su di sé. Penso sia una delle ragazza più belle che abbia mai visto, sia dentro che fuori. Le accarezzo i capelli e la sento sospirare, contenta delle mie carezze, e non posso che sorridere. Noto come il suo corpo entri perfettamente tra le mie braccia e quanto sia bello stringerla così mentre dorme. CAZZO. Lo sapevo che se mi fossi avvicinata troppo sarebbe successo. Mi sa che quest'amicizia potrebbe diventare altro per me, se non lo è già. Sospiro preoccupata e cerco di pensare ad altro, ma alla fine il mio sguardo e la mia mente cadono sempre sulla ragazza che si trova tra le mie braccia. Quando la temperatura inizia a scendere decido di rientrare, non voglio farle prendere freddo. Così la alzo e la porto in camera. È leggerissima, riesco a portarla senza sforzo. Le rimbocco le coperte e le do un ultimo bacio sulla fronte prima di sussurrarle la buonanotte e poi mettermi a letto. Prevedo che sarà un percorso molto lungo e difficile. 

MappamondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora