Maps

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È stata davvero una lunghissima giornata oggi. Ho fatto tantissime lezioni e sono delusa da me. Mi hanno assegnato una canzone a cui sono molto legata che però mi fa anche molto male. Vorrei riuscire a cantarla bene ma ogni volta che entro davvero nel pezzo non riesco a farlo perché mi si spezza la voce e se la canto correttamente poi non riesco ad esprimere niente. La vocal coach ha detto che dovrei parlare di questa canzone e dei miei sentimenti con qualcuno perché solo così posso esorcizzarli e incanalarli al meglio. Ma ho troppa paura di farlo. Non so comunicare i miei sentimenti, sono sempre stata emotivamente indipendente. Ho risolto qualunque problema personale da sola, non saprei neanche come iniziare un discorso del genere. Devo prendere qualcuno e iniziare a parlarne all'improvviso? Devo fare una conversazione normale e poi buttare la bomba? Come si porta una conversazione normale nella direzione giusta per un confronto emotivo? Solitamente io sono dalla parte della persona che deve consolare, non so come ci si sente nell'essere consolati.

Entro in casetta a testa bassa, salutando a stento le persone che incontro in giro. Noto subito che tutti sono sorpresi dal mio comportamento ma non ho nemmeno la forza di spiegarmi o di fingere che sia tutto apposto, come mio solito. Mi butto sul mio letto e nascondo la testa sotto al cuscino per rilasciare un urlo che dovrebbe essere liberatorio ma non provoca nessun cambiamento effettivo. Vorrei sprofondare. Non ho neanche il tempo di finire il mio sfogo che subito sento qualcuno entrare. "Voglio stare da sola" sentenzio subito non preoccupandomi neanche di controllare chi sia entrato. "Va bene noi aspettiamo qui che ti passi questo momento di solitudine allora" dice Valentina. Alzo la testa e trovo lei, Christian e Sarah seduti sul letto di quest'ultima. Mi guardano preoccupati e non posso che sorridere a questa scena. Non sono abituata ad avere persone che si comportino in questo modo, che siano così attente ai miei sentimenti e che si preoccupino per me. "Non ve ne andrete da qua?" chiedo, sapendo già la risposta, mentre mi sollevo e mi appoggio al muro. "Non fino a che non ci dici che è successo" dice Vale che si alza e si siede vicino a me. Christian fa lo stesso e Sarah è costretta a mettersi nel piccolo spazio che ho lasciato davanti a me. Apro le gambe per farla posizionare tra di esse e fortunatamente è piccolina ed entra a pennello. Io porto una mia mano dietro la sua schiena per essere sicura che non cada. Cerco subito un contatto diretto con la sua pelle e l'accarezzo dolcemente, lei mi sorride sapendo che questo gesto serve a calmarmi. Rido della situazione così come tutti. "Siete degli scemi" dico scuotendo la testa. "Se serve a farti ridere possiamo diventare veri e propri clown" dice il riccio mentre fa una faccia buffa facendoci ridere tutte. "Allora che hai?" mi chiede Vale spingendomi con la spalla. "Mi hanno assegnato un pezzo bellissimo, a cui sono molto legata" inizio a raccontare sapendo di non poter scappare da loro tre. Sospiro e poi continuo. "Si chiama 'Maps' ed ha accompagnato vari periodi tristi della mia vita. Quando lo canto è come se mi tornassero tutte quelle emozioni a galla e non riesco a respirare. Mi schiacciano completamente" dico guardando in basso per non fare vedere i miei occhi lucidi. Sarah però è subito pronta ad alzarmi la testa e a fare scontrare i nostri sguardi. Ogni volta mi perdo nei suoi occhi. Sono così magnetici e ci leggo tutto di lei e rivedo tutto di me. È come se mi conoscesse già, sapesse cosa voglio dire e cosa ho bisogno di sentire, le mie paure, ancora prima che io apra bocca. Come se aspettasse che io arrivi alla sua stessa conclusione. "Non riesco a cantarla" dico con la voce spezzata. "Mi blocco sempre. I miei sentimenti mi colpiscono come uno tsunami e sento come se io non sapessi nuotare, affogo tra tutti i ricordi. Mi si rompe la voce. Non riesco. Non posso cantarla" dico. Sarah mi prende la mano da dietro la sua schiena e la stringe. "Invece ci riuscirai benissimo" dice davanti a me "Proprio perché ti fa provare tutto questo. Tu hai un dono quando canti, Ila" continua accarezzandomi la guancia. "Riesci sempre a trasmettere quello che provi quando canti. Ogni volta che sali sul palco catturi chiunque ti guardi e non li lasci andare fino a che non esci di scena. Qualsiasi emozione tu metta nel pezzo arriva potenziata. Che sia felicità, tristezza, rabbia o vulnerabilità. Un giorno qualcuno mi ha detto che non devo avere paura di farmi vedere fragile" dice in tono di predica e io rido mentre mi cade una lacrima che lei prontamente asciuga. "Nessuno ti vedrà come debole se mostri questa tua emotività". "Anzi, ci dimostri che ogni tanto anche tu piangi e sei umana" dice Cri spingendomi per la spalla e facendomi ridere. "Devi pensare a tutto quello che hai vissuto e devi usarlo come carburante, non come un muro che ti blocca" dice poi Vale prendendomi la mano che Sarah non stringeva. Io abbasso lo sguardo e sorrido. "Vi voglio bene" dico guardandoli. "Siete persone fantastiche davvero. Non solo dal punto artistico. Non sono abituata ad avere queste attenzioni" dico imbarazzata. "Neanche io" dicono tutti e tre e ridiamo. "Sai chi è stata la prima persona a darmele?" chiede Sarah sorridendomi. Io la guardo e arrossisco di nuovo. "Ricevi queste attenzioni perché ce le hai date e te le meriti" dice Vale dandomi un bacio sulla guancia. Christian prende e mi abbraccia forte. Le parole non sono il suo forte e l'affetto per lui è più nei gesti. Ci abbracciamo tutti e poi ridiamo. "Forza adesso andiamo a mangiare su" dice il riccio e lui e Vale si alzano. Io però resto seduta perché vedo Sarah che mi scruta attentamente. "Veniamo subito" dice lei guardandoli e facendogli capire che voleva parlarmi da sola. Loro se ne vanno e lei mi prende entrambe le mani e mi guarda. "Racconta" dice poi. Io sorrido e sospiro. Mi conosce troppo bene e mi fa paura. Riesce a leggermi meglio di chiunque e non so come reagire. Però posso dire che è bellissimo avere questo rapporto con lei. "Come fai a sapere tutto?" dico ridendo imbarazzata. "Abbiamo un legame troppo forte io e te. È come quando tu sai di cosa io ho bisogno senza che te lo dica e a volte ancora prima che lo sappia io. Lo sentiamo e basta" dice facendo spallucce. La guardo che sorride mentre i suoi occhi si incastrano nei miei portandoci in un mondo in cui esistiamo solo noi due e l'unica cosa che ho in mente è quanto vorrei baciarla. È disumano desiderare così tanto assaporare le labbra di qualcun altro, non dovrebbe essere possibile. "Mi ricorda tante persone" inizio "Tanti mi hanno usato nel momento del bisogno e poi mi hanno abbandonato quando ero io distrutta. Ho sempre pensato di non meritare conforto perché nessuno me lo aveva mai dato" dico tirando sul col naso e vedo che anche Sarah sta per piangere prima di abbassare la testa per l'imbarazzo. Questi discorsi così profondi ed intensi mi fanno sentire nuda, troppo fragile e debole, ma con lei non ho più paura di mostrarmi vulnerabile, penso di non averne mai avuto. So che non mi farebbe mai del male, almeno non volontariamente. "Ogni volta che è successo qualcosa mi sono sempre rialzata da sola, senza dare fastidio a nessuno" finisco. "Tu non dai fastidio nel chiedere aiuto" dice lei prendendomi il viso tra le mani e fissando i suoi occhi nei miei. "Le persone che non ti hanno tenuta stretta hanno perso tantissimo. Non ti hanno apprezzato. Non hanno capito quanto cazzo sei speciale" dice convinta ed arrabbiata. "Tu meriti qualcuno che ti aiuti ad alzarti perché porgi sempre la tua mano quando vedi una persona in difficoltà. E d'ora in poi avrai sempre qualcuno. Parlo per me ma sono sicura di poterlo fare anche per Vale e per Cri. Io ci sarò per te, sempre. Come tu mi hai detto l'altra volta" dice per poi abbracciarmi forte. Non mi sono mai sentita così protetta nelle braccia di qualcuno. Respiro profondamente e sento un grande senso di tranquillità inspirando il suo profumo e sentendo il calore che irradia il suo corpo, come se niente potesse farmi male tra le sue braccia. Mi stacco leggermente per lasciarle un bacio sulla guancia. È più lungo del solito e più intimo. Voglio trasmetterle tutto quello che ho paura di confessarle. Mi stacco lentamente e lei si gira di poco verso di me. Le nostre labbra sono a pochissimi centimetri di distanza. Sento il mio cuore battere all'impazzata ed ho paura che anche lei possa sentirlo. La vedo leccarsi le labbra mentre il suo sguardo cade sulle mie. E giuro che potrei svenire adesso. È una delle cose più sexy che abbia mai visto. "Ragazze ci siete?" dice una voce dalla stanza affianco che ci fa staccare velocemente. Risvegliate dalla trance in cui eravamo cadute ci sentiamo disorientate. Sofia entra e si ferma sull'uscio. "Forza che vi stiamo aspettando per cenare" dice ignara di aver appena messo fine a quello che sarebbe stato l'errore più grande che potessi mai commettere. Non posso baciarla. Rovinerei il nostro rapporto. Lei è etero. Non le piaccio. Perché deve essere così perfetta? Ci alziamo senza dire una parola ed andiamo in cucina. Ci sediamo lontane, come se entrambe avessimo bisogno di spazio per riprenderci dall'intensità del momento. Parlo con tutti che mi chiedono preoccupati cosa sia successo. Io non mi dilungo nei dettagli ma li rassicuro che sto bene e tutti ne sono sollevati. Parlo con tutti a cena tranne che con la ragazza che mi invade costantemente i pensieri. Quasi come se entrambe ci fossimo accordate di non parlarci, ci evitiamo in tutte le conversazioni. Tuttavia non possiamo fare a meno di cercarci con gli sguardi. Quando si incrociano ci sorridiamo e poi voltiamo la faccia, spaventate che un'interazione più lunga ci possa fare ricadere in trance. Ma comunque quando decidiamo di vedere un film tutti insieme, ci stringiamo come sempre. E dopo ci addormentiamo insieme come da rituale.

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