CAPITOLO 1
Dream, realityEra sera tarda quando Yoongi e il suo giovane manager raggiunsero Seoul.
L'incontro con Choi si era prolungato più del previsto. C'erano così tante cose da definire e poi, c'era una strana forma di eccitazione nell'uomo trovandosi finalmente davanti all'artista misterioso. A quanto pare, doveva essere un gran fan di Agust D.<<Questa mattina non hai nessun impegno. Potresti approfittarne per buttare giù qualche nuove pezzo, chissà magari l'aria di casa può esserti d'ispirazione>> fu il consiglio spassionato del corvino di prima mattina.
Negli ultimi 6 anni, la vita di Yoongi aveva subìto una serie infinita di cambiamenti.
Aveva finalmente un lavoro, un vero lavoro e quasi non credeva possibile che avrebbe potuto davvero campare facendo ascoltare alla gente i suoi componimenti. Non aveva mai pensato che la sua musica potesse davvero interessare a qualcuno, a parte Lui..E forse erano state proprio le sue parole d’incoraggiamento ad averlo portato a far conoscere i suoi testi e la sua musica in qualche localetto underground americano dove veniva pagato quattro soldi, o alcune volte, veniva addirittura ricompensato con dei buoni pasto.
Il fatto che si esibisse ogni volta indossando una maschera che gli oscurava completamente il volto, fatta eccezione per gli occhi, incuriosiva molto il suo pubblico, ma non lasciava mai alle persone il tempo di “affezionarsi” alla sua immagine misteriosa che lui spariva facendo perdere le proprie tracce, viaggiando continuamente di città in città, di locale in locale.
Almeno fino a quando, in una delle sue serate, più precisamente a Oakland, un giovane ragazzo caparbio e sfrontato dall’aspetto ispido ma affascinante, lo notò e gli si avvicinò per proporgli un affare.
Fu quella sera che Yoongi incontrò per la prima volta Jungkook. Il giovane era rimasto talmente colpito dalla sua immagine e dal suo stile che fece l’impossibile per avvicinarsi a lui e poco tempo dopo si autonominò suo manager, e si pose come obiettivo di far conoscere al mondo intero la musica di Agust D.
Yoongi aveva vissuto i primi mesi in America, al pari di un nomade. Non restava mai più di due giorni nello stesso luogo. Viveva costantemente con la paura di essere riconosciuto e di venir rispedito nella sua patria con tanto di manette attorno ai polsi per il crimine commesso 6 anni prima.
Aveva provato più volte a camuffare il suo aspetto tingendosi i capelli, sfoggiando le colorazioni più svariate: dal biondo cenere, al castano per poi passare verso tinte più accese e appariscenti che andavano dal rosso, all’azzurro, all’arancione per poi finire verso colori più tenui come il rosa e l’argentato.
Il suo ultimo cambio di colore era quello che il suo manager gli aveva imposto di conservare per il lancio della sua immagine al mondo: il verde menta.
Non gli dispiaceva assomigliare a una “mentina” come Jungkook lo chiamava nei suoi rari momenti di simpatia, anzi, quella sfumatura chiara di verde si addiceva perfettamente con l’incarnato bianco della sua pelle.
Tuttavia, credeva di non avere più l’età adatta per simili segni di “emancipazione”.Ma in fondo era proprio ciò che rappresentava l’immagine di Agust D.
Era il suo riscatto personale dalla sua vita passata.
Quella nuova identità non doveva in alcun modo essere ricollegata alla sua precedente vita.
Del gangster mafioso ormai, non era rimasto più nulla in lui.
In realtà, non vi era mai stata alcuna traccia di criminale nel suo dna, eppure, aveva fatto cose di cui non andava per niente fiero e se avesse avuto il potere di farlo, avrebbe rimosso più di un terzo della sua vita.
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...