CAPITOLO 20 ~ Like Crazy

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CAPITOLO 20
Like Crazy

Il mattino seguente, fu Yoongi a svegliarsi per primo, quasi se l’era imposto di aprire gli occhi prima del rosa, certo del fatto che, quando anche Jimin si fosse svegliato, ogni cosa sarebbe svanita nel nulla, dissolta come polvere nell’aria senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.

E Yoongi non voleva ancora porre fine a quel breve idillio che si erano concessi.
Non avevano fatto nulla di male, se non parlare a cuore aperto, come forse mai avevano fatto, eppure fu impossibile non notare come le loro mani, durante la notte, non si fossero mai separate, come le loro dita ancora si tenessero strette in un contatto dolce e disperato allo stesso tempo.

Non voleva che Jimin si svegliasse, non era pronto a vederlo scivolare via dalla sua vita di nuovo; non voleva che il sole sorgesse per porre fine a quel sogno, perchè poteva essere considerato solo un sogno.
La realtà era ben diversa e Yoongi pensava a quanto fosse assurda la vita che si faceva beffe di loro, continuamente avversa all’idea di vederli insieme.

Jimin era così bello mentre riposava. Nonostante non fosse più il diciottenne di un tempo; nonostante i lineamenti del suo viso fossero più maturi, ma pur sempre delicati; nonostante gli anni l’avessero indurito così tanto, per Yoongi restava pur sempre un angelo. Non c’era modo di pensare che non lo fosse.

Quella tinta rosa sui suoi capelli gli donava un aspetto ancora più serafico e tenero. 
Quel residuo di trucco che risaltava il candore della sua pelle; quelle labbra un po’ schiuse e screpolate, gli fece ricordare che il giorno prima non avevano avuto il tempo di nutrirsi o di bere e nemmeno ne avevano sentito l’esigenza.
Erano già fin troppo sazi e ubriachi dei loro discorsi durati ore.

Chissà se hanno ancora lo stesso sapore..

Non appena quel pensiero gli sfiorò la mente, si allontanò d’istinto dal rosa, facendo attenzione a non separare le loro mani.

A cosa diamine stava pensando? Lui non poteva, non doveva avere quel tipo di pensieri. Jimin glielo aveva fatto capire chiaramente che ora c’era qualcun altro nella sua vita.

Eppure i suoi occhi erano come ipnotizzati, attirato da quei boccioli di carne. Erano come un richiamo per lui, ma non poteva in alcun modo cedere a quella tentazione.

Era già successo una volta, in quella stanza d’albergo. Il rosa aveva fatto scontrare le loro bocche in un contatto volgare e rude che per nulla gli ricordavano i modi gentili e dolci del suo piccolo Jiminie.

Scosse ripetutamente il capo, imponendosi di dimenticarsi di quei pensieri.

Fortunatamente, il lieve tremolio delle palpebre del ragazzo -segno che stava per svegliarsi- lo distrasse a sufficienza.

<<Ti ho svegliato? Mi dispiace>>

Jimin aveva aperto gli occhi solo per metà, ancora appesantiti dal sonno e dalla stanchezza e quando provò a strofinarseli, si accorse che “qualcosa” teneva ben salda la sua mano sul letto e ci vollero una manciata di secondi per processare l’immagine di due mani che si tenevano incollate da chissà quanto tempo.

Avevano dormito così per tutta la notte?

Una volta presa consapevolezza di quell’innegabile evidenza, il giovane sciolse rapidamente la presa come se avesse appena preso la scossa, sotto l’occhio deluso del menta.
Si mise immediatamente a sedere sul letto, il respiro era divenuto un po’ più affannato.
Voleva solo andare via da lì, al più presto!

<<Tranquillo, non è successo niente. Ci siamo solo addormentati così>>

Yoongi aveva letto chiaramente, dai suoi occhi sgranati, la paura e la preoccupazione, come se avessero commesso chissà quale abominio e faceva male essere allontanato in quel modo, neanche fosse un appestato.

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