CAPITOLO 43 ~ Stigma

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Alla nostra combattente, Filomena,
tanti auguri di buon compleanno!

CAPITOLO 43
Stigma

Lo scorrere del tempo è qualcosa di puramente relativo.
A volte si può avere l’impressione che un giorno duri mesi, persino anni, e che anni invece, possano durare un battito di ciglio.

Questa era la sensazione che provava Taehyung mentre accompagnava con la mano il cucchiaio di minestrina verso la bocca di Jimin.

Sembrava ieri che i due si trovavano nella camera dell’ex gamer, in una situazione analoga, ma a parti invertite, per via di una brutta influenza che aveva il modello dopo solo poche settimane dal trasferimento nella loro casa universitaria.

Taehyung sapeva essere una vera spina nel fianco da ammalato.

I suoi genitori erano stati chiari ad avvertire quello che era diventato a tutti gli effetti il suo coinquilino, ma Jimin non aveva voluto dar retta, sostenendo che loro erano solo troppo esagerati e melodrammatici, come il loro stesso figlio del resto..

Quanto si sbagliava.. 

I signori Kim erano stati fin troppo “garbati” a descrivere Taehyung in quelle situazioni, o forse, non erano neanche a conoscenza di quanto quel suo lato ingestibile fosse addirittura peggiorato.

Taehyung, chiaramente, non aveva ricordi ben nitidi di quei giorni, ma Jimin non si era mai risparmiato a raccontargli, per filo e per segno, di tutti i suoi momenti di folle delirio, dei suoi atteggiamenti alla stregua di un infante solo per dover assumere le medicine che lo avrebbero aiutato a guarire.

Ancora teneva scolpiti in mente gli occhi omicidi dell’amico quando, per giorni, non gli aveva rivolto parola perchè aveva sputato lo sciroppo che gli era finito dritto in faccia e in parte anche nei capelli, solo perchè non sopportava il sapore rivoltante di quel composto.

Jimin quella sera si era fatto lo shampoo due, tre, forse quattro volte per togliere quella sostanza appiccicaticcia dalla sua testa e fu sempre in quell’occasione che decise di abbandonare il suo vecchio colore di capelli naturale che tendeva a un castano scuro, quasi nero, per tingerseli di biondo.

Taehyung adorava quella tinta dorata per la chioma dell’amico, in realtà, era certo che Jimin sarebbe stato bene con qualsiasi colore in testa, ma pensava che il biondo fosse il colore che meglio rappresentasse la sua anima pura e generosa.

Non seppe esattamente perchè si perse a rivangare quei ricordi ormai lontani, che sembrava appartenessero a una vita fa, forse era proprio nel rivederlo nel suo colore naturale che il modello si era lasciato trasportare dalla nostalgia dei bei tempi andati.

Da quando Jimin gli aveva chiesto di restare, Taehyung non si era mai allontanato dal ragazzo. Lo aveva aiutato a ripulirsi alla bene e meglio, a cambiare quel suo camice ormai puzzolente, per sostituirlo con qualcosa di più pulito e profumato.
Era andato personalmente, insieme a Hoseok, a comperare un pigiama nuovo da fargli indossare, dal momento che nessuno si sarebbe azzardato a presentarsi all’appartamento del CEO per recuperare gli abiti del giovane.

Jimin, a differenza sua, era un paziente “facile” di cui prendersi cura.
Non emetteva mai un lamento, in verità, a stento addirittura parlava; prendeva le medicine che gli venivano imposte senza far storie. Era solo un po’ più duro convincerlo a mangiare, ma poi alla fine cedeva anche in quel caso, limitandosi giusto a qualche boccone per non prendere le pillole a stomaco vuoto.

<<Jimin, ancora un altro boccone, dai! Hai bisogno di rimetterti in forze. Sei stato così tanto tempo senza mangiare. Per favore, fai un piccolo sforzo>>

ALIVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora