CAPITOLO 46
YoursDoveva aspettarselo che 11mila chilometri di distanza non sarebbero stati sufficienti a riempire il vuoto che sentiva nel petto, ma sentiva di dover fare quel tentativo per provare a "sbloccare" quella situazione.
Jungkook amava lo stile di vita occidentale, amava la sua New York, si confaceva perfettamente ai suoi bisogni. Per questo non vedeva l'ora di respirare a pieni polmoni l'aria di città, di casa sua, della "sua Terra" che tanto gli era mancata.Eppure, una volta ritrovatosi circondato dalle cose a lui familiari, non riuscì a provare, neanche in minima parte, l'entusiasmo di un tempo.
Il suo umore stonava con le bellezze che aveva sempre decantato di quei luoghi.Si rese conto del fallimentare esito di quel viaggio già nel momento stesso in cui, per soddisfare i suoi pasti, aveva scartato il ristorante dalla cucina tipicamente americana, per rifugiarsi in uno di quei ristorantini, frequentati per lo più da gente con gli occhi a mandorla.
Neppure sapeva che nei pressi del suo vecchio loft avesse aperto un ristorante coreano."L'avranno aperto da poco!" pensò fra sé.
Aveva percorso quella strada a piedi talmente tante volte che era impossibile non notare il neon luminoso dell'insegna, che abbagliava la vista anche in pieno giorno, e l'odore di carne marinata che giungeva fino all'ingresso.
Dovette necessariamente entrare in quel locale, come se una sorta di richiamo l'avesse attirato al suo interno e guardandosi intorno, non ebbe l'impressione che quel posto avesse aperto da poco.
C'era troppa familiarità tra i clienti e i suoi proprietari. Un calore e un'accoglienza che neppure Benjamin, il suo ristoratore di fiducia, gli riservava dopo tutti gli anni che si era servito presso di lui.Possibile che fosse stato così cieco fino a quel momento?
<<Vuole un tavolo, signore?>>
La giovane ragazza dai capelli lunghi e mori, vestita di nero e col grambiulino allacciato in vita, si era avvicinata a lui con modi gentili.
Aveva un aspetto piuttosto gradevole. Jungkook aveva sempre avuto un debole per le ragazze "acqua e sapone" e lei, a parte un piccolo accenno di eyeliner che le allungava la forma dell'occhio, non aveva un filo di trucco in viso.
Per questo, risaltava ancora di più il piccolo neo che aveva sulla punta del naso.
Proprio come...<<Aish! Devo smetterla di pensarlo!>>
<<Come, prego?>>
Non si era nemmeno reso conto dell'esclamazione tipicamente coreana che gli era venuta fuori in maniera del tutto naturale, -e davanti alla giovane- come se quella cultura, che aveva sempre disprezzato fino a quel momento, avesse sempre fatto parte di lui.
<<Si, sono solo io>>
La bella cameriera l'accompagnò a un tavolo per due poichè non erano previsti tavoli singoli e prima di andare via lasciò nelle mani del corvino il libretto del menu e Jungkook non potè fare a meno di notare come il viso della giovane fosse improvvisamente arrossato rispetto a due minuti prima.
Gli venne da sorridere al pensiero che probabilmente la moretta, che poteva avere sì e no diciotto anni, si era presa una cotta per lui -non era di certo la prima a restare folgorata dal suo fascino- ma a lui la cosa non faceva nè caldo nè freddo perchè la sua testa era già fin troppo piena di pensieri rivolti tutti verso un certo modello dall'accento tipico della zona di Gyeongsang, quello stesso accento che spesso, da bambino, aveva ritrovato anche nei suoi genitori nativi di Busan.
Fece finta di sfogliare le pagine del menù, ma in realtà sapeva già cosa ordinare.
<<Vorrei ordinare del Seolleongtang, per favore>>

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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Nuove avversità e nuovi nemici da affrontare, un passato ancora irrisolto, porteranno a nuove consapevolezze e alla "chiusura di tutti i cerchi". Sequel di "Survivors"...