CAPITOLO 13
Life goes onLa bruciatura di sigaretta sul bracciolo del divano gli riportò alla mente il giorno in cui ricevette il suo primo incarico da gangster.
Recarsi a Tokyo per incontrare il capo di una delle organizzazioni criminali più potenti della Yakuza giapponese, che gli avrebbe fornito preziosissime informazioni hackerate dal database di una nota azienda di elettronica -nota per essere uno dei principali semiconduttori nella produzione di chip di memoria- non gli aveva fatto chiudere occhio quella notte, spingendolo a fumare quasi un intero pacco di sigarette, una dopo l'altra, nell'intento di placare il suo nervosismo.Era stato allo squillare del telefono, che per lo spavento, gli era scivolato il mozzicone dalle dita finendo per bruciare la fodera del divano causando un piccolo squarcio nel tessuto color borgogna, senza farlo mai più riparare.
A distanza di anni, quello squarcio era ancora lì, come tante altre cose che sembravano non essere cambiate affatto, eppure allo stesso tempo, era tutto così diverso. Mancava quell'odore di stantio, e da quel che rammentava, quel posto non era mai stato così luminoso e profumato.
La bocca gli si incurvò leggermente verso l'alto all'idea che qualcuno fosse riuscito a prendersi cura di quel vecchio magazzino meglio di quanto aveva saputo fare lui in passato.
<<Non mi aspettavo di vederti così presto, insomma, sapevo fossi tornato in Corea, ma non credevo che fossi pronto a tornare qui>> confidò il nuovo inquilino di quel bilocale mentre gli porgeva una bottiglia di birra.
Yoongi storse leggermente il muso, era decisamente troppo presto per bere a quell'ora, ma, memore dei vecchi tempi, per quelli come loro, non esistevano regole che impedissero di fare tutto ciò che volevano a qualsiasi ora del giorno.
Il menta osservò il braccio muscoloso del moro che aveva fatto scontrare le bottiglie di birra, per poi iniziare a tracannarne il contenuto.
Bangchan era decisamente molto più robusto e molto più muscoloso di quel che ricordava. Le sue spalle, addirittura, erano larghe quasi il doppio. Doveva essersi impegnato molto per raggiungere una corporatura simile, e all'ex leader dei Bangtan non gli fu difficile da immaginare, dopo aver notato che il suo vecchio angolo pesi che includeva un insulso sacco da boxe, ora contava anche di alcuni macchinari e attrezzi sportivi dall'aspetto quasi professionale.
<<Sono contento che tu ti sia preso cura di questo posto>>
<<Tu me lo hai affidato quando non avevo nessun posto dove andare senza chiedermi un soldo, era il minimo che potessi fare>> rispose grato il moro.
Yoongi sorrise di rimando.
<<Questo non è vero. Sai che per me hai fatto molto di più, lo hai sempre fatto in passato. Probabilmente, eri l'unico a nutrire vera fiducia nelle mie capacità, nonostante non sia mai stato un buon leader per voi>>
I suoi occhi si intristirono nel giro di pochi istanti ripensando a tutti gli errori commessi.
<<Ehi, tutti, nessuno escluso, pensavamo fossi un grande leader. Ci hai sempre incoraggiato a cercare vie alternative al sangue e alla violenza per ottenere ciò che ci veniva chiesto e ti sei sempre preso cura di tutti noi insegnandoci quanto fosse importante il lavoro di gruppo e il rispetto dei propri compagni>>
Il menta guardava un punto fisso del pavimento riflettendo sulle parole del suo vecchio amico e compagno, e quest'ultimo, vedendolo così silenzioso, continuò a parlare.
<<Anche se le cose si sono complicate e non sono finite come ci aspettavamo, siamo comunque maturati al punto tale da poter intravedere ora uno spiraglio di normalità nelle nostre vite e questo solo grazie ai tuoi insegnamenti>>
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...