CAPITOLO 27 ~ Fri(end)s

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CAPITOLO 27
Fri(end)s

Yoongi era incredibilmente su di giri all’idea di tornare a Seoul, sapendo già quale sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto una volta atterrato.
Sentiva così tanto la mancanza di Jimin che sperava di avere la possibilità di passare del tempo da solo con lui.

Dopo il loro ultimo incontro, era convinto di avere ancora l’opportunità di poter riconquistare la sua fiducia. Dovevano parlare, trovare un modo per risolvere tutte le altre “questioni”, ma Yoongi era certo che Jimin ricambiasse i suoi sentimenti.
Lo aveva sentito in quel bacio, dal modo in cui le sue mani si erano aggrappate a lui temendo di dover porre fine a quel momento troppo presto.

Tuttavia, non aveva risposto a nessuno dei suoi messaggi in quelle due settimane, ma il rapper non gli aveva dato molta importanza. Probabilmente era impossibilitato a farlo ed era per questo che moriva dalla voglia di rivederlo.

Diverso e contrario era lo stato d’animo di Jungkook che invece sembrava piuttosto irrequieto all’idea di ritornare a Seoul.
Non che non avesse apprezzato l’aria nipponica, ma quel viaggio non aveva fatto altro che fargli rimpiangere la “sua terra”.

Gli mancava l’America, nonostante non sapesse spiegarsi il perchè.
Al contrario, avrebbe dovuto odiarla e provare repulsione per il Paese che l’aveva ospitato fin dalla nascita e che conservava tutti i suoi periodi più bui.
In fondo, non aveva lasciato nessun legame importante andandosene via; non aveva nessuno di cui sentire la mancanza, eppure voleva tornare lì ora più che mai.

<<GGUK!>> si sentì chiamare ad alta voce dal rapper, seduto nei sedili di fianco, mentre aspettavano che gli steward dessero le ultime indicazioni ai passeggeri prima del decollo.

<<Perchè cazzo stai urlando? Non sono mica sordo sai!>>

<<Davvero? E allora perchè è la quarta volta che ti chiamo e non hai mai risposto?>>

Il corvino rimase di stucco perchè davvero non aveva sentito nulla, ma, ovviamente, non l’avrebbe data vinta al menta.

<<Forse perchè stai disturbando il mio riposo e non ho voglia di ascoltare idiozie>>

Yoongi sbuffò alla sua risposta, poi, molto rapidamente, sfilò la cintura di sicurezza e si avvicinò al sedile vuoto del corvino.

<<Dimmi quanto è “grave” la situazione>>

Non era stato specifico con quella domanda, ma Jungkook aveva intuito perfettamente a cosa si riferisse.

<<Non essere ridicolo. Come puoi pensare che abbia a che fare con Taehyung la cosa?>>

<<Io non ho fatto il suo nome>>

Idiota. Era caduto da solo nella trappola.

<<Pensi davvero che i tuoi stupidi giochetti mentali funzionino con me?>>

Il corvino gli voltò le spalle puntando lo sguardo fuori dal finestrino.
Il cielo era limpido, senza neanche una nuvola. Sperava solo di tornare a casa sano e salvo e potersi concedere qualche ora di allenamento per scaricare tutto lo stress accumulato in quei giorni.
Stare dietro all’organizzazione del tour, occuparsi di ogni dettaglio, essere costantemente sbattuto da una parte all’altra per risolvere inevitabili imprevisti, avere a che fare continuamente con la gente, e avere a malapena il tempo per dormire qualche ora, lo aveva davvero sfinito, e un Jungkook sotto stress e privo di sonno era molto meno simpatico di JK, lo spietato.

<<Sai che ci sono se hai voglia di parlar- >>

<<Mi scusi signore, ma devo chiederle di tornare al suo posto. L’aereo sta per decollare>> lo interruppe lo steward. Jungkook ringraziò mentalmente l’uomo, mentre il rapper borbottò qualche imprecazione rimettendosi al suo posto.

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